Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute
La Seus, società regionale del 118 della regione Sicilia, è ritenuta dall'assessorato alla sanità siciliana una società in house, partecipata al 54 per cento dalla regione e che si trova attualmente a gestire un colossale esubero di lavoratori e ha acquistato un numero di ambulanze di gran lunga superiore a quello necessario alla gestione del servizio;
l'affidamento in house prevede che un committente pubblico, derogando al principio di trasparenza, possa provvedere da sé o anche attraverso società interamente partecipate con capitale pubblico;
la regione Sicilia ha affidato alla Seus la gestione del 118, senza espletare la gara ma affidandole direttamente il suddetto servizio di emergenza per tre anni e a un costo pari a 325 milioni di euro l'anno che grava sulle pubbliche finanze;
in data 6 ottobre 2011 l'autorità di vigilanza dei contratti ha smentito la regione Sicilia escludendo che la Seus potesse essere una società in house e ha imposto alla regione Sicilia di ritirare l'affidamento dell'esercizio alla Seus trasmettendo gli atti alla Corte dei conti. L'autorità ha infatti ritenuto essersi verificata una violazione dei princìpi disciplinanti i cosiddetti affidamenti in house providing e perciò stesso i princìpi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e pubblicità, nonché di economicità dettati dal decreto legislativo n. 163 del 2006, e del trattato CE -
se il Governo intenda provvedere alla nomina di un commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro del deficit sanitario nella regione Sicilia dal momento che la mancanza di trasparenza nella gestione della sanità e dei contratti pubblici ha costretto l'autorità di vigilanza dei contratti ad intervenire con una censura così importante.
l'affidamento in house prevede che un committente pubblico, derogando al principio di trasparenza, possa provvedere da sé o anche attraverso società interamente partecipate con capitale pubblico;
la regione Sicilia ha affidato alla Seus la gestione del 118, senza espletare la gara ma affidandole direttamente il suddetto servizio di emergenza per tre anni e a un costo pari a 325 milioni di euro l'anno che grava sulle pubbliche finanze;
in data 6 ottobre 2011 l'autorità di vigilanza dei contratti ha smentito la regione Sicilia escludendo che la Seus potesse essere una società in house e ha imposto alla regione Sicilia di ritirare l'affidamento dell'esercizio alla Seus trasmettendo gli atti alla Corte dei conti. L'autorità ha infatti ritenuto essersi verificata una violazione dei princìpi disciplinanti i cosiddetti affidamenti in house providing e perciò stesso i princìpi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e pubblicità, nonché di economicità dettati dal decreto legislativo n. 163 del 2006, e del trattato CE -
se il Governo intenda provvedere alla nomina di un commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro del deficit sanitario nella regione Sicilia dal momento che la mancanza di trasparenza nella gestione della sanità e dei contratti pubblici ha costretto l'autorità di vigilanza dei contratti ad intervenire con una censura così importante.