mercoledì 16 novembre 2011

DOMANDE SULLE MODALITA' DELLA MORTE DI GHEDDAFI

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro della difesa
- Per sapere - premesso che:
il 26 ottobre 2011 il vice ambasciatore di Libia all'Onu, Ibrahim Dabbashi, davanti al Consiglio di sicurezza, ha garantito che «Nessun rivoluzionario ha sparato contro Gheddafi dopo il suo arresto», e che Muammar Gheddafi «non è stato giustiziato dai ribelli ma è stato ferito in un conflitto a fuoco tra lealisti e rivoluzionari»;
il 27 ottobre 2011 il Ministro della difesa Ignazio La Russa, intervenendo al Senato sulla missione militare in Libia, ha ricordato che «la morte di Gheddafi non rientrava negli obiettivi militari della Nato», sottolineando l'esigenza di «porre domande sulle modalità della morte di Gheddafi e di ottenere risposte»;
 il 9 novembre 2011 Mahmoud Jibril, capo del Governo provvisorio libico ha dichiarato, in una intervista alla Cnn, di cui parla il quotidiano algerino Libertè, che Muammar Gheddafi è stato assassinato per ordini che venivano «da una parte straniera» e che «quest'uomo aveva delle relazioni con molti Paesi e molti capi» di Stato, aggiungendo che non gli ha fatto piacere l'assassinio di Gheddafi, perché, se catturato, molti dei suoi segreti avrebbero potuto essere divulgati;
 Mahmoud Jibril ha aggiunto che, pur non avendo alcuna prova dell'assassinio, se gli insorti avessero voluto uccidere Gheddafi l'avrebbero fatto subito ed «Il fatto che sia stato catturato, guardato a vista per un momento, e poi sia stato assassinato è la prova che i ribelli hanno ricevuto l'ordine di ucciderlo»;
la famiglia di Muammar Gheddafi intende denunciare la Nato ed i singoli capi di governo che ne fanno parte, per crimini di guerra al tribunale penale internazionale dell'Aja;
il vice presidente del Consiglio nazionale di transizione (CNT) libico, Abdel Hafiz Ghoga, ha annunciato che i responsabili dell'uccisione di Muammar Gheddafi saranno «giudicati» e avranno un «processo equo» e che un'indagine è «già stata avviata», ricordando che il CNT ha diffuso un «codice etico sui prigionieri di guerra», pur ammettendo che ci sono state violazioni, ma che si è trattato di «atti individuali» e non di rivoluzionari;
 la morte del Colonnello libico ha suscitato forti condanne internazionali ed in particolare dalla Russia, le cui alte fonti diplomatiche affermano che gli ultimi sviluppi saranno «senza dubbio» al centro dei colloqui tra il presidente russo Dmitri Medvedev e il presidente Usa Barack Obama a Honolulu, a margine del Vertice Apec dell'11 e 12 novembre 2011
Se, alla luce di quanto sopra, il Governo non ritenga di dover intervenire in sede internazionale, ed in particolar modo presso il tribunale penale internazionale dell'Aja, affinché il processo contro i responsabili dell'uccisione del Colonnello Gheddafi e della sua scorta, non si trasformi né in una vendetta della famiglia contro la Nato né possa dare adito a sospetti nel volerlo trattare come una semplice questione di ordine interno al Governo libico di transizione.

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