giovedì 26 luglio 2012

LA RELAZIONE SULLA NUOVA ORGANIZZAZIONE DEI TRIBUNALI ORDINARI

La Commissione avvia l'esame dello schema di decreto legislativo.
Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL), relatore
nel rinviare alla documentazione predisposta dagli uffici, osserva che l'articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n.148, nel delegare il Governo a procedere, attraverso l'emanazione di uno o più decreti legislativi, alla riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, precisa che la finalità di detta riorganizzazione è quella di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza e, nel fissare i principi e criteri direttivi per la suddetta delega, stabilisce che il Governo debba tenere conto «dell'estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell'indice delle sopravvenienze, della specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, e del tasso d'impatto della criminalità organizzata». Rileva che, per l'effettivo conseguimento dei risparmi di spesa è necessaria un'attenta valutazione dell'idoneità delle strutture esistenti presso i tribunali accorpanti ad ospitare il personale magistratuale e amministrativo, attesa la già critica situazione infrastrutturale degli uffici giudiziari in tutto il territorio nazionale ed in particolare in talune aree del Paese. In proposito, sottolinea come l'accorpamento avverrebbe in strutture già oggi inadeguate. Osserva inoltre come vi siano anche notevoli criticità sull'utilizzo del personale amministrativo che finirebbero per aggravarsi con l'accorpamento delle strutture. Evidenzia inoltre come il provvedimento, che stabilisce la dimensione provinciale dei tribunali, dovrebbe coordinarsi con la prossima soppressione di circa la metà delle attuali province italiane ed occorrerebbe in proposito, a suo avviso, almeno prevedere una sospensione in attesa della definizione delle nuove province. Ritiene inoltre che il Governo, nello schema di decreto legislativo in esame, non sembra avere prestato adeguata attenzione all'incidenza della criminalità organizzata e alla effettiva situazione infrastrutturale di taluni uffici giudiziari di cui si propone la soppressione. Osserva in proposito che le attività della criminalità organizzata sono suscettibili di incidere negativamente sull'economia dei territori interessati, con evidenti ricadute sulla finanza pubblica soprattutto in termini di minori entrate tributarie. In proposito, sottolinea come sia necessario garantire un adeguato presidio dello Stato per combattere efficacemente le organizzazioni criminali, evitando il rischio che i risparmi conseguenti alla soppressione degli uffici giudiziari operanti in tali territori siano superati dalle mancate entrate tributarie derivanti dalla emersione di attività illegali e dalla confisca di beni. Evidenzia inoltre il ruolo fondamentale delle procure di prossimità nella persecuzione dei cosiddetti reati spia, che, pur non essendo direttamente qualificati come espressione dell'attività di criminalità organizzata, ne sono invece un indice importante. Rileva inoltre come vi siano notevoli criticità in ordine al trasferimento dei magistrati nelle nuove sedi giudiziarie rispetto alle norme che ne presidiano l'avanzamento in carriera. Osserva infine come il previsto trasferimento del personale della polizia giudiziaria rischi di risultare illegittimo per eccesso di delega, riferendosi la legge delega solo ai magistrati e al personale amministrativo. Sottolinea come tale disposizione rischi inoltre di avere riflessi negativi sulla finanza pubblica, essendo previste, nell'ordinamento di tale personale, specifiche
indennità per il caso di trasferimento da una sede ad un'altra. Conclusivamente rileva che il provvedimento in esame anziché produrre risparmi, recherà un aumento dei costi e chiede al sottosegretario di rappresentare tali osservazioni critiche ai competenti organi del Governo.

mercoledì 25 luglio 2012

PISTORIO, COMPLICE DELLA PEGGIORE POLITICA

"Come spesso gli capita, il senatore Pistorio, rispetto ad Alfano, e' autore di un ragionamento politico grezzo. A mettere in crisi l'autonomia statutaria della Sicilia sono i governatori inefficienti come Lombardo e i suoi servi, dai quali non accettiamo alcun tipo di lezione". Lo dichiara Giuseppe Marinello, deputato del Pdl.
"L'unione Europea -prosegue- disponibile a finanziarci, in assenza di progetti ci ha soltanto rimproverato per l'inefficienza. Quanto alle elezioni, ben vengano in qualunque data pur di chiudere per sempre con 'l'esperienza Lombardo', autore insieme ai suoi servi della peggiore esperienza politica della pur triste storia della Sicilia. Quanto a Pistorio -conclude Marinello- di lui ricordiamo solo l'inedita 'militarizzazione' della sanita' siciliana, madre di tutti gli sprechi".

giovedì 19 luglio 2012

LE DISPARITA' DELLA RECENTE RIFORMA PENSIONISTICA

La recente riforma pensionistica operata dall’articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito con modificazioni della legge n. 214 del 2011 (cosiddetto « decreto salva Italia » ha mostrato evidenti disparità nei confronti dei lavoratori appartenenti a settori diversi; innanzitutto l’intera riforma appare essere permeata da una logica assicurativa di tipo privatistico che penalizza soprattutto alcune fasce di lavoratori e che non rispecchia i principi e criteri ispiratori (di cui all’articolo 24, comma 1) di equità, flessibilità e trasparenza. La riforma presenta, infatti, diversi profili problematici: la certificazione dell’aumento della vita media (che in base ai dati Istat è di 79 anni per gli uomini e di 84 anni per le donne) comporterà, a partire dal 2013, l’inevitabile abbassamento dei coefficienti di trasformazione (ovvero il parametro corrispondente all’età del lavoratore nel momento in cui presenta la domanda di pensionamento, in base al quale si calcola la sua pensione lorda annuale a partire dal suo montante contributivo annuale); nei confronti dei dipendenti pubblici non opera l’incentivo della permanenza al lavoro fino a 70 anni (ad eccezione dei magistrati, degli avvocati, dei procuratori dello Stato e dei professori universitari ordinari), impedendo loro di incentivare ed aumentare l’importo della pensione con parametri applicati fino a 70 anni, contravvenendo anche al principio tutelato costituzionalmente (ex articolo 38, comma 2) dell’adeguatezza della prestazione; si ravvisa inoltre una evidente disparità anche tra i lavoratori appartenenti alla stessa categoria del settore privato: la tutela reale, prevista dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, è applicata soltanto ai lavoratori occupati in aziende con più di quindici dipendenti, che possono utilizzare la flessibilità in uscita fino ai 70 anni, mentre restano invece esclusi i lavoratori privati occupati in aziende con meno di quindici dipendenti che possono dunque
essere licenziati al raggiungimento dell’età pensionabile di 66 anni; l’articolo 24, comma 15-bis, prevede lo « sconto » di due anni per il diritto alla pensione anticipata da 66 a 64 anni soltanto nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti del settore privato, mentre restano esclusi i dipendenti pubblici, i lavoratori autonomi del settore privato e quelli iscritti alla gestione separata,
in spregio al principio dell’uniformità; l’articolo 24, comma 11, consente ai lavoratori assunti dal 1° gennaio 1996 di conseguire la pensione anticipata all’età di 63 anni, anziché a 66 anni, a condizione
che abbiano maturato un importo mensile della prima rata di pensione pari a 2,8 volte l’assegno sociale, con un evidente danno poiché i dipendenti che in 20 anni di lavoro possono raggiungere un importo pensionistico così alto sono soltanto le alte qualifiche con una retribuzione mensile di oltre 4.500 euro; l’articolo 24, comma 20, ha abrogato l’istituto dell’esonero per i pubblici dipendenti (disciplinato dal decreto-legge 112 del 25 giugno 2008, articolo 72), che invece rappresentava una sorta di aspettativa a metà stipendio per il dipendente che, tra l’altro, poteva svolgere in modo continuativo ed esclusivo attività di volontariato; la riforma ha penalizzato gravemente anche il personale del comparto difesa-sicurezza del paese: la circolare n. 37/2012 dell’INPS dispone il venir meno della pensione di anzianità contributiva massima (prevista dal decreto legislativo 657 del 1997). Ciò rappresenta un profondo « vulnus » nei confronti delle Forze di polizia, in considerazione della specificità ancora in atto del loro rapporto d’impiego e delle obiettive peculiarità delle funzioni che svolgono nel e per il Paese; per quanto riguarda la questione dei lavoratori cosiddetti esodati il cui rapporto di lavoro si è risolto entro il 31 dicembre 2011, in ragione di accordi individuali o in applicazione di accordi collettivi di incentivo all’esonero, essi potrebbero veder respinta la domanda di pensione dall’INPS per mancanza di adeguate risorse finanziarie, in conseguenza del limite massimo numerico imposto dal Governo; con la riforma previdenziale sono stati abrogati i requisiti agevolati che prevedevano per tali attività, uno « sconto » a determinate condizioni sull’età pensionabile e sull’anzianità contributiva –:
quali iniziative anche normative il Ministro interrogato ritenga opportuno adottare, in considerazione di quanto esposto in premessa, in modo da definire in modo equo ed armonico le disposizioni contenute nella riforma previdenziale ed impedire che siano ulteriormente penalizzate le situazioni previdenziali dei pubblici dipendenti. 

VERGOGNOSE LE PAROLE DI LOMBARDO A LO BELLO

SICILIA: MARINELLO (PDL), VERGOGNOSE LE PAROLE DI LOMBARDO A LO BELLO - AgenParl - Agenzia Parlamentare per l'informazione politica ed economica

"Le dichiarazioni del presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, verso Ivan Lo Bello sono inaccettabili, vergognose, pericolose. Massima solidarieta' al vicepresidente di Confindustria, da sempre impegnato in prima fila nella lotta alla criminalita' organizzata. Verso Lombardo, colpevole di aver trascinato la Regione Sicilia in una situazione drammatica, non troviamo giustificazione alcuna". E' quanto dichiara il deputato del Pdl, Giuseppe Marinello.

martedì 10 luglio 2012

TAGLI ALLA GIUSTIZIA: UN FAVORE ALLA MAFIA


REAZIONI

Tagli alla giustizia, partiti: «È stata usata l'accetta»

Samperi (Pd): «Occasione persa». Marinello (Pdl): «Favore a mafia».



La scure della Guardasigillli Paola Severinosu tribunali (37 su 166), procure (38 su 166) e sezioni distaccate (tutte e 220) non è piaciuta a Pd e Pdl.
Secondo il pidiellino Giuseppe Marinello, «è gravissimo l'atteggiamento del ministro Severino: non considerare che alcune zone sono fortemente caratterizzate dalla presenza della criminalità organizzata rappresenta, di fatto, il più grande favore fatto alla mafia sin dai tempi della trattativa a oggi».
La democratica Marilena Samperi, invece,  ha parlato di «occasione mancata: ci saremmo aspettati un lavoro di bisturi mentre, ancora una volta, vediamo usare l'accetta. Con un'azione così draconiana si rischia seriamente di mettere in discussione il buon funzionamento del sistema giustizia e provocarne la paralisi».
LO STRANO CASO DEL TRIBUNALE DI CHIAVARI. Tra le cancellazioni più discusse c'é quella del tribunale di Chiavari, appena costruito. Gabriella Mondello (Udc) l'ha definita «un grave danno per i cittadini e per le comunità del Tigullio». Sulla stessa lunghezza d'onda Michele Scandroglio (Pdl): «È uno scandalo che siano stati spesi 13,5 milioni di euro per costruire una nuova sede del tribunale che non verrà utilizzata».
Vannino Chiti (Pd) e Ida D'Ippolito (Udc) hanno chiesto di salvare il tribunale di Lamezia Terme, zona ad alto rischio 'ndrangheta.
PIEMONTE E FRIULI IN RIVOLTA. Per difendere il tribunale di Tolmezzo, invece, è sceso in campo il governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo (Pdl): «Da parte del governo c'é una chiusura, andremo allo scontro».
Il leghista Roberto Cota, infine, ha difeso gli uffici giudiziari piemontesi che, ha sottolineato, «non sono né inutili né inefficienti: il taglio viene fatto senza tener conto di quelle che sono le caratteristiche del territorio».

martedì 3 luglio 2012

I LAVORATORI DELLA SPO srl: UNA QUESTIONE URGENTE DA AFFRONTARE

Nei prossimi giorni il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Antonio Catricalà costituirà una task-force interministeriale, con la partecipazione dell'amministrazione comunale di Palermo, che si occuperà, oltre che di alcune problematiche legate alle emergenze della città, anche della vicenda relativa alla società Gesip spa, creata dal comune di Palermo, da Italia Lavoro SpA e dall'agenzia del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per lo sviluppo dei servizi a favore dell'occupazione, con il duplice obiettivo di rispondere alle esigenze di servizio di Palermo e di aprire nuove opportunità d'impiego per le fasce più deboli del mercato del lavoro;

la SPO srl - servizi per l'occupazione è una società a socio unico GESIP ed è stata ente promotore e gestore, da marzo 2004 ad aprile 2010, del progetto del comune di Palermo denominato «Piano per l'occupabilità dei soggetti svantaggiati dell'area metropolitana di Palermo», con l'utilizzazione di circa 3.200 soggetti (ex Pip) impiegati in attività di supporto in diversi settori della Pubblica Amministrazione, (tra cui istituzioni scolastiche, presìdi ospedalieri, uffici regionali e assessorati); i 90 lavoratori di SPO srl hanno sottoscritto, dal 2004, contratti di collaborazione a progetto senza alcuna interruzione delle attività lavorativa fino al mese di aprile 2010. I Co.Co.pro, però, erano tali sono formalmente poiché i lavoratori venivano utilizzati come dei veri e propri lavoratori dipendenti avendo, ad esempio, l'obbligo di recarsi presso la sede della società secondo un preciso orario di lavoro, di concordare le ferie con l'amministratore unico della stessa o di presentare il certificato medico in caso di malattia;

la maggior parte dei lavoratori appartenenti a questa categoria ha presentato ricorso al giudice del lavoro avverso la SPO srl per il riconoscimento dello status di lavoratore dipendente a tempo indeterminato e per l'ottenimento del trattamento economico non riconosciuto;

con una legge della regione Sicilia, votata il 30 aprile 2010, è stato avviato un percorso di stabilizzazione per i 3.200 lavoratori ex Pip (amministrati da SPO), mentre i contratti dei collaboratori a progetto non sono stati oggetto di rinnovo;  questi ultimi, che avevano garantito la gestione del bacino «emergenza Palermo» fino al 30 marzo 2010, sono stati esclusi ingiustificatamente, a seguito della disposizione contenuta nella legge finanziaria 2010 della regione siciliana, dal transito al soggetto regionale individuato per il bacino, di comune appartenenza, ex Pip; il personale di SPO srl ha maturato, nel corso degli anni, una notevole esperienza professionale in vari ambiti e, ad oggi, si ritrova in una situazione di precarietà e nell'impossibilità di rientrare nel mercato del lavoro -:

se non ritenga necessario ed opportuno inserire la problematica relativa ai lavoratori della SPO srl tra le questioni urgenti che saranno definite dal tavolo tecnico interministeriale;

quali siano i tempi per la definizione, nell'ambito dei lavori della task-force interministeriale, di misure concrete al fine di trovare una soluzione adeguata che favorisca il reinserimento nel contesto lavorativo dei soggetti rappresentati in premessa, adottando gli opportuni provvedimenti, urgenti ed improcrastinabili, ed interventi volti a stabilizzarne la situazione lavorativa. 

http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=56095&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+SCRITTA%27

MEDAGLIA AL MERITO DIPLOMATICO CONFERITAMI DALLA REPUBBLICA DI TAIWAN

Sono fiero e orgoglioso di condividere con voi questa gioia.  Medaglia al merito diplomatico conferitami dal Ministro degli Affari Esteri...