lunedì 19 dicembre 2016

SEGUIAMO LE PAROLE DEL PAPA: CERCHIAMO DI ENTRARE NELLA VERA ESSENZA DEL NATALE

Sul modello di Maria e di Giuseppe rendiamoci disponibili ad accogliere il Figlio di Dio nella nostra vita concreta e a seguire con fiducia la volontà del Padre celeste. 
E’ l’invito rivolto dal Papa a migliaia di fedeli presenti questa domenica in piazza S. Pietro per l’Angelus. Da Francesco anche l’invito, in questa settimana che ci separa dal Natale a fermarci in silenzio davanti al presepe per cogliere veramente la grazia di amore che questa festa rappresenta

La vicinanza di Dio all’umanità è il tema della quarta e ultima domenica di Avvento. Il Papa invita a guardare alle due persone che più di altre sono state coinvolte in questo “mistero di amore che si compie nel Natale”: Maria e il suo sposo Giuseppe.
La Vergine ha concepito Gesù per opera dello Spirito Santo, rimarca Francesco, “il Figlio di Dio viene nel suo seno per diventare uomo e Lei lo accoglie”. Così, in modo unico, “Dio si è avvicinato all’essere umano prendendo la carne da una donna”: è quanto succede “anche a noi in modo diverso”, spiega il Papa. “Dio si avvicina con la sua grazia per entrare nella nostra vita e offrirci in dono il suo Figlio”: “E noi che cosa facciamo? Lo accogliamo, lo lasciamo avvicinarsi oppure lo rifiutiamo, lo cacciamo via? Come Maria, offrendo liberamente sé stessa al Signore della storia, gli ha permesso di cambiare il destino dell’umanità, così anche noi, accogliendo Gesù e cercando di seguirlo ogni giorno, possiamo cooperare al suo disegno di salvezza su noi stessi e sul mondo. Maria ci appare dunque come modello a cui guardare e sostegno su cui contare nella nostra ricerca di Dio, nella nostra vicinanza a Dio, in questo lasciare che Dio si avvicini a noi e nel nostro impegno per costruire la civiltà dell’amore”.

Al fianco di Maria, altro protagonista del Vangelo di oggi, è San Giuseppeche, “da solo”, ricorda il Papa citando il testo di Matteo, non può darsi una spiegazione della gravidanza di Maria. Proprio allora “nel momento del dubbio e dell’angoscia”, sottolinea Francesco, Dio lo illumina con un Suo messaggero che annuncia: “ Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”:
“Così, di fronte all’evento straordinario, che certamente suscita nel suo cuore tanti interrogativi, si fida totalmente di Dio che gli si avvicina e, seguendo il suo invito, non ripudia la sua promessa sposa ma la prende con sé e sposa Maria. Accogliendo Maria, Giuseppe accoglie consapevolmente e con amore Colui che in lei è stato concepito per opera mirabile di Dio, a cui nulla è impossibile. Giuseppe, uomo umile e giusto (cfr v. 19), ci insegna a fidarci sempre di Dio, che ci si avvicina: quando Dio ci si avvicina dobbiamo fidarci. Giuseppe ci insegna a lasciarci guidare da Lui con volontaria obbedienza..”

Mediante la loro fede dunque Maria e Giuseppe ”per primi hanno accolto Gesù” e così “ci introducono al mistero del Natale”: l’una ci “aiuta a metterci nell’atteggiamento di disponibilità per accogliere il Figlio di Dio nella nostra carne”, l’altro “ci sprona a cercare sempre la volontà di Dio e a seguirla con fiducia”. Entrambi si sono fatti “avvicinare da Dio” e noi, si chiede ancora il Papa, facciamo lo stesso davanti al mistero del Natale che festeggia l’Emmanuele, il “Dio con noi”?: “E' il Dio che si avvicina. Io gli apro la porta, al Signore, quando sento una ispirazione interiore, quando sento che mi chiede di fare qualcosa di più per gli altri, quando mi chiama alla preghiera? Dio-con-noi, Dio che si avvicina. Questo annuncio di speranza, che si compie a Natale, porti a compimento l’attesa di Dio anche in ciascuno di noi, in tutta la Chiesa, e in tanti piccoli che il mondo disprezza, ma che Dio ama e a cui Dio si avvicina loro. quando sento una ispirazione interiore, quando sento che mi chiede di fare qualcosa di più per gli altri, quando mi chiama alla preghiera? Dio-con-noi, Dio che si avvicina. Questo annuncio di speranza, che si compie a Natale, porti a compimento l’attesa di Dio anche in ciascuno di noi, in tutta la Chiesa, e in tanti piccoli che il mondo disprezza, ma che Dio ama e che Dio si avvicina loro”.

https://www.avvenire.it/papa/pagine/angelus-del-18-dicembre-2016

mercoledì 14 dicembre 2016

FARMACIE RURALI: NEL DDL NOVITA' PER I PICCOLI COMUNI

Le comprensibili delusione e rabbia per l’esito degli emendamenti a favore delle farmacie rurali e a basso fatturato, del tutto ignorati (contrariamente ad aspettative che, in ragione del lungo cammino delle proposte emendative e dei sostanziali via libera già incassati in sede istituzionale, erano delle quasi certezze) al momento dell’approvazione della legge di bilancio 2017 potrebbero essere temperate, e molto, da altre misure sul settore contenute nell’AS 2541, ovvero il disegno di legge a tutela e valorizzazione dei piccoli comuni.
Si tratta di due emendamenti all’articolo 2 del disegno di legge, a prima firma del presidente della stessa Commissione Giuseppe Marinello (Ap), espressamente dedicati alle farmacie dei piccoli comuni.

Il primo, rubricato con il n. 2.8, prevede testualmente che, allo scopo di migliorare l’efficienza e la qualità del servizio essenziale di assistenza farmaceutica nei piccoli comuni, “le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano forniscono alle ASL apposite direttive affinché in questi comuni i medicinali normalmente oggetto di distribuzione diretta da parte delle ASL stesse vengano distribuiti dalle farmacie convenzionate, con le modalità e alle condizioni stabilite dagli accordi regionali stipulati ai sensi di quanto previsto dall’articolo 8, comma 1, lettera a) del decreto-legge n. 347 del 2001, convertito nella legge n. 405 del 2001 e successive modificazioni”.

L’altro emendamento, contrassegnato dal n. 2.9, dispone invece che le Regioni e le Aziende sanitarie stipulino “accordi con i comuni interessati e le farmacie ivi ubicate per l’erogazione dei servizi di cui al decreto legislativo 153/2009”, quelli, cioè, della cosiddetta “farmacia dei servizi”.

La ratio delle misure correttive chieste da Marinello (che denotano sensibilità e attenzione verso le farmacie rurali) è del tutto in linea con le aspettative della categoria: in buona sostanza, infatti, gli emendamenti prevedono che – a prescindere dalle scelte compiute a livello di Regione e di Asl – farmaci e altri servizi passino di default attraverso le farmacie del territorio.

http://www.rifday.it/2016/12/13/farmacie-rurali-novita-positive-nel-ddl-la-tutela-dei-piccoli-comuni/

giovedì 8 dicembre 2016

LAVORI DI SISTEMAZIONE AL VIADOTTO BELICE

Aperto il cantiere per la messa in sicurezza del “Viadotto Belice”, lungo la strada statale 115, che unisce i comuni di Sciacca, Menfi e Castelvetrano, e le province di Agrigento e Trapani.
Il finanziamento delle necessarie opere a protezione dell’importante infrastruttura è il frutto dell’interlocuzione con le istituzioni nazionali, di incontri e confronti con i sindaci di Sciacca, Castelvetrano e della zona che ho avuto in commissione Ambiente del Senato. C'è voluto tanto tempo e pazienza, tanti incontri, ma la messa in sicurezza era ed è necessaria.
I lavori si inquadrano in un progetto più ampio di miglioramento della statale 115, strada che merita grandi attenzioni. Ci sono tratti su cui si è intervenuto, ci sono ponti disastrati che sono in corso di sostituzione con nuove e più moderne infrastrutture. Ci sono tratti su cui ancora bisogna investire per rendere sempre più sicura questa fondamentale arteria.
Le opere sono state aggiudicate dall’Anas, per un importo di circa due milioni e mezzo di euro. Sono previsti lavori di messa in sicurezza del viadotto, compreso il rifacimento dei cordoli, la sostituzione dei giunti di dilatazione e il ripristino della pavimentazione stradale.

martedì 29 novembre 2016

DANNI DEL MALTEMPO: A CALTABELLOTTA CROLLA UN PEZZO DI MONTAGNA



“La bomba d’acqua che si e’ abbattuta, colpendo varie zone della Sicilia occidentale, sta mettendo in ginocchio moltissime città tra cui in particolare i comuni di Ribera, Caltabellotta e Sciacca.
I danni all’agricoltura sono ingenti, cosi’ come pesanti sono le conseguenze sulla viabilità con infrastrutture colpite gravemente dall’alluvione. A Sciacca tantissime strade cittadine sono allagate, mentre pezzi della SS 115 sono chiusi al traffico.
Allagamenti ed ingenti danni si registrano anche
per la struttura ‘Verdura Resort’ e la strada di collegamento Sciacca-Caltabellotta è chiusa per una frana.
Ma è la cittadina di Caltabellotta che mi ha impressionato (le foto lo documentano) e ieri ho incontrato il sindaco Segreto e alcuni assessori per fare la conta dei danni.
Siamo di fronte ad un’emergenza che da un lato impone di agire nel piu’ breve tempo possibile per ripristinare i collegamenti ed iniziare a fare i conti dei danni per proclamare lo stato d’emergenza.
Cio’ anche alla luce del’eccezionalità delle
precipitazioni, che in poco tempo sono state pari a quelle di tutto un anno.


lunedì 14 novembre 2016

CAMBIAMENTI CLIMATICI: MISSIONE A MARRAKECH

Nel corso della XXI Conferenza delle Parti (COP21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tenutasi a Parigi lo scorso dicembre, si è adottato un Accordo con il quale per la prima volta quasi tutta la membership ha sottoscritto pubblici impegni di riduzione delle emissioni clima alteranti. Il combinato disposto di dette riduzioni dinamizza un contesto che finora era stato rigidamente suddiviso fra un ridotto gruppo di Stati (identificati con i membri OCSE) con determinati obblighi e il resto della comunità internazionale esonerato dagli stessi.
Fra le più importanti misure decise dall’Accordo rientra la fissazione dell'obiettivo di contenimento del riscaldamento entro 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, con l’impegno ad operare attivamente per un ulteriore abbassamento della soglia a 1,5°C. Inoltre, in applicazione del principio delle “responsabilità comuni ma differenziate”, i Paesi industrializzati dovranno continuare a "guidare il cammino", per raggiungere il picco massimo delle emissioni di origine antropica al più presto, per poi realizzare una situazione di neutralità delle emissioni nella seconda parte del secolo.
L’Accordo è entrato in vigore il 4 novembre, con una tempistica senza precedenti, a dimostrazione dell’impegno collettivo nella lotta al cambiamento climatico. La Conferenza delle Parti di Marrakech (7-18 novembre), svolgerà quindi anche la funzione di prima riunione delle Parti dell’Accordo. Il deposito dello strumento di ratifica dell’Italia avverrà in questi giorni, dopo un iter brevissimo, anch’esso a dimostrazione della forte volontà politica.
 L’adozione dell’Accordo ha anche stimolato i negoziati in altri ambiti: la Conferenza delle Parti del Protocollo di Montreal tenutasi a Kigali in ottobre ha stabilito una tabella di marcia per la progressiva riduzione della produzione ed utilizzo degli idrofluorocarburi (HFC), gas che non hanno un impatto sullo strato di ozono stratosferico, ma con elevato potenziale di riscaldamento globale. L’Assemblea dell’ICAO, tenutasi anch’essa lo scorso ottobre, ha approvato due risoluzioni in materia di protezione ambientale che tracciano un quadro con diverse misure, dalla riduzione delle emissioni acustiche al miglioramento della qualità dell'aria, alla creazione di un sistema di riduzione e compensazione delle emissioni di anidride carbonica, basato sia su innovazione tecnologica, carburanti alternativi, ottimizzazione di rotte e procedure operative degli aeroplani, sia su misure di mercato.
 A differenza della CoP di Parigi, dalla CoP22 l’attenzione si concentrerà su diversi deliverables, affinché il “Paris work programme” sia completato entro il 2018. In particolare, secondo l’Italia e l’UE, devono essere fatti sostanziali passi avanti riguardo il meccanismo di loss and damage (revisione del Warsaw International Mechanism) e Capacity Builiding (definizione dei terms of reference del Paris Committee on Capacity Building). Particolare attenzione sarà posta altresì sulla trasparenza (Paris transparency framework) e soprattutto sulla finanza del clima, relativamente alla quale è stato pubblicato ad ottobre un esaustivo report che indica che l’obiettivo dei 100 miliardi annui a partire dal 2020 verrà ampiamente raggiunto.

 Sarà inoltre sottolineato il ruolo della Global Climate Action Agenda, un esercizio mirato a stimolare e coordinare tutti i portatori di interesse a tutti i livelli per una rapida riduzione delle emissioni e per aiutare i Paesi più vulnerabili nella lotta ai cambiamenti climatici.

giovedì 10 novembre 2016

ATTIVITA' ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI IN SICILIA: INTERVENTO IN AULA

Relazione territoriale della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati sulla Regione Siciliana

Signor Presidente, 
tratterò in un unico intervento ambedue le relazioni della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti: la relazione territoriale sulla Regione Veneto e la relazione territoriale sulla Regione Siciliana.
Per quanto riguarda il Veneto, viene fuori una fotografia interessante, perché sicuramente si tratta di una Regione che da decenni ha saputo curare con grande attenzione il settore, disegnando quindi una sorta di eccellenza dal punto di vista territoriale, con un sistema di raccolta secco-umido che interessa il 99 per cento dei Comuni. Ma quello che viene fuori - ed è molto interessante - è che la potenzialità complessiva degli impianti esistenti in Veneto è quasi doppia rispetto al fabbisogno regionale del trattamento dell'organico. Pertanto in questa Regione è venuta su una sorta di filiera industriale al servizio anche di altri territori del Paese. Questo è un dato molto interessante, perché di fatto in alcuni casi, che sono peraltro ben identificati e registrati, questa situazione determina o crea delle criticità.
In effetti delle criticità ci sono, iniziando dalla Città metropolitana e dalla Provincia di Venezia, dove vengono identificati ben 240 siti contaminati e dove ci sono ben 439 siti da bonificare. Questa criticità viene fuori in Provincia di Verona, dove la situazione peggiore è in una zona, peraltro bellissima, della Valpolicella, nel Comune di Pescantina e nel sito cosiddetto di Ca' Filissine, dove si è venuta a creare una situazione drammatica dovuta alla continua perdita di una vecchia discarica, con inquinamento delle falde ed inquinamento dei suoli, in una situazione di grave abbandono da parte della società che gestiva tale impianto e che ha riversato la criticità sulle comunità. Questa criticità è registrata anche in provincia di Vicenza, in provincia di Treviso e in provincia di Rovigo, dove la centrale termoelettrica di Porto Tolle, che - come noi sappiamo - è una centrale di proprietà dell'ENEL ed è peraltro una delle più grandi d'Europa, ha continuato per anni a funzionare mediante l'utilizzo di olio combustibile denso.
Un'altra problematica che riguarda il Veneto è quella relativa alla questione dei fanghi di depurazione, che sono provenienti anche dal trattamento delle acque reflue urbane e che pare siano prodotti largamente in eccesso rispetto all'effettiva esigenza del mercato e pertanto vengono spesso distribuiti in maniera illecita.
Ora, in questa panoramica che ho voluto sintetizzare, seppur in una Regione che ha e vanta dei numeri e dei dati sicuramente significativi, sono venute fuori delle gravi irregolarità. Comunque, quello che bisogna sottolineare è che si tratta di irregolarità e talvolta di illeciti che comunque non vedono mai la presenza della criminalità organizzata.
Situazione assolutamente diversa, invece, nell'altra relazione territoriale, quella sulla Regione Siciliana. In quel caso dobbiamo registrare un ottimo lavoro compiuto dalla Commissione, una notevole quantità di dati acquisiti e una serie di approfondimenti assolutamente interessanti, da cui emerge che in Sicilia, nell'arco dei decenni, si è determinato un quadro normativo confuso e contraddittorio, che ha creato una serie di stratificazioni molto spesso confliggenti tra loro e che, di fatto, non hanno mai chiuso alcuni capitoli, ma hanno fatto sopravvivere complesse situazioni legislative e gestionali. Vi è la sovrapposizione di ATO, di ARO, di SRR, che crea una grande confusione, disastrosa per la gestione dei servizi, disastrosa dal punto di vista dell'equilibrio finanziario dei Comuni e, alla fine, disastrosa per i cittadini. Assunzioni, clientele, nuovo precariato, mancanza di strategie, situazioni addirittura paradossali, in cui gli amministratori delle società di ambito, le cosiddette ATO, caratterizzate dal massimo delle clientele e della cattiva politica, sono stati, poi, nominati liquidatori delle stesse società, in conflitto giuridico con il ruolo precedente e, addirittura, le medesime persone sono state identificate come presidenti delle SRR.
Il tutto disegna, a mio avviso, una situazione di gravi scorrettezze, talvolta di illegalità, caratterizzata da insolvenza economica e da gravi diseconomie. Si aggiunga a ciò una burocrazia lenta, una guida politica della Regione Siciliana poco autorevole, soprattutto in questi ultimi quattro anni, ritardi nell'esame delle richieste dei nuovi impianti o degli ampliamenti degli impianti già esistenti, ritardi che, peraltro, si registrano a discapito sia delle società pubbliche che di quelle private.
In parole povere, la Regione Siciliana, di fatto, nell'arco degli anni ha cambiato più volte indirizzo: si è passati da un indirizzo politico del 2002 nel quale si tendeva principalmente alla valorizzazione energetica dei rifiuti. Successivamente, cambiando il governo, il Presidente della Regione e la maggioranza, si è passati a un altro indirizzo, ossia alla valorizzazione delle frazioni umide, individuando la frazione secca, da indirizzare verso il riciclo, e quella umida, che doveva essere lavorata, trasformata e utilizzata. A tal fine si è prodotto un piano regionale dei rifiuti, che trovava attuazione in una posta di bilancio considerevole, circa 100 milioni di euro, che dovevano essere impiegati per la costruzione di tali impianti. Negli ultimi anni vi è stato un nuovo cambio di maggioranza, di Presidente della Regione e di indirizzo di gestione; si è arrivati a definanziare gli impianti che erano già stati individuati e che servivano per il trattamento. Il governo regionale ha chiesto nuove fasi di emergenza, utilizzando le quali si è andati in deroga alla legge sugli appalti; si è proceduto all'ampliamento delle discariche esistenti, sia pure pubbliche, e alla gestione di gare in assoluta deroga, tra l'altro identificando commissioni di gara su nomina fiduciaria di natura esclusivamente politica, con componenti che oggi appaiono assolutamente imbarazzanti.
Questo è il quadro in sintesi. Tutto questo ha creato e crea un'enorme confusione e, dove c'è enorme confusione, dove la burocrazia non funziona, dove c'è una classe politica incapace a gestire, si annida spesso il malaffare, documentato in numerosissime inchieste e anche dai dati della Commissione d'inchiesta. Dietro il malaffare spesso si annidano non solo la cattiva politica e la cattiva burocrazia, ma in alcuni casi anche la criminalità organizzata.
Questo è lo spaccato di quanto è avvenuto in Sicilia e di quanto continua ad avvenire, in un fallimento totale che è stato suggellato negli ultimi quattro anni di governo dell'attuale presidente Crocetta, e soprattutto degli assessori, cui era deputata tale attività di controllo e gestione.
Per arrivare alle conclusioni del mio intervento, mi rivolgo con un appello al Governo che vedo qui agitarsi in Aula: a mio avviso è arrivato il momento di una grande assunzione di responsabilità. A dire la verità, l'abbiamo già registrata negli ultimi mesi con un cambio di passo e con un'attenzione elevata alla problematica e alla criticità siciliana, il che si deve alla guida politica del ministro Galletti e all'azione mirabile degli uffici (in particolare del direttore generale Grillo), ma è ora necessario operare l'ulteriore passaggio verso un'assunzione di responsabilità diretta da parte dello Stato e a un commissariamento definitivo nei confronti della Regione Siciliana, con l'assunzione da parte dello Stato di tutti i poteri sostitutivi che la legge prevede e consente. Infatti, un governo regionale, con una classe politica e una classe dirigente che hanno dimostrato la totale assoluta incapacità e inadeguatezza, non può continuare a gestire il disastro.
L'invito che allora rivolgo al Governo è di avere coraggio, perché questo chiedono oggi i siciliani nella stragrande maggioranza. Bisogna quindi procedere a un commissariamento esterno, che si avvalga degli uffici del governo territorialmente competenti, in particolare delle prefetture, che individui quelle strategie che consentano di gestire questa fase di grande difficoltà e consentano alla Sicilia di uscire progressivamente da questa fase emergenziale, cercando di mantenere dritta la rotta verso un obiettivo che deve essere identificato e che allo stato non intravediamo, proprio per le politiche contraddittorie che hanno caratterizzato la gestione dell'intero settore dal 2002 a oggi.
Questo è in sintesi il giudizio politico che diamo. Siamo grati, ancora una volta, alla Commissione per avere acquisito una quantità enorme di dati che oggi ci consentono di arrivare a queste conclusioni. Certamente, nell'ambito dei lavori in Commissione si poteva scendere più nel particolare, si potevano fare alcuni approfondimenti e qualche focus in più: ad esempio sulle gestioni criminali o sulle gestioni dissennate delle ATO (le autorità d'ambito), come sulla questione dei subappalti, o sulla questione incresciosa di società pubbliche o in house che, a loro volta, si servono di fornitori non iscritti nelle white list. Sono tutte realtà che si sarebbe potuto approfondire, ma il dato che a noi oggi interessa è registrare la relazione nel suo valore complessivo e partire da questi dati per trarre le debite conseguenze. 

mercoledì 9 novembre 2016

GLI ELETTORI AMERICANI HANNO SCELTO DONALD TRUMP

#DonaldTrump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America e la sua elezione dimostra chiaramente che i sondaggi e le opinioni di giornalisti, opinionisti, pseudo esperti politici, economisti e tuttologi infilati dentro contenitori televisivi conta zero.
Io non ho fatto parte e non faccio parte di quella folla che come in una partita di calcio si è schierata da una parte o dall’altra a seconda delle notizie che riportavano i giornali.
Per i giornali e le TV un giorno Trump era cattivo perché non rispettava le donne, altro giorno era buono perché rispettava i reduci, e la Clinton era brava perché faceva del bene ai poveri altro giorno era sotto inchiesta etc… come se l’elezione di un presidente degli Stati Uniti non dipendesse dalla “pancia” della gente” dagli umori dei dimenticati, dai malati senza assistenza sanitaria, dalle minoranze etniche bistrattate, dal tasso di disoccupazione, dalla delinquenza e dal bisogno di sicurezza di una Nazione intera. No, un candidato (secondo i nostri opinionisti)  era giudicabile solo sulla base della propria storia privata.  (Se valesse per tutti, in Italia molti non sarebbero candidabili).
E mi sono divertito ad osservare il provincialismo di certi politici italiani che, dimenticando il proprio ruolo istituzionale e presi dalla frenesia dell’esprimere un’opinione a tutti i costi si sono lasciati andare persino a giudizi ad personam su tutti i mezzi di comunicazione possibili (dalla carta stampata ai social) dimenticando che gli unici deputati ad esprimere un’opinione, gli unici che conoscevano veramente la realtà delle cose erano gli elettori americani.  
E gli elettori americani hanno votato, democraticamente, ed hanno eletto Donald Trump alla guida del Paese alla faccia dei catastrofisti che in questi mesi hanno affollato TV e giornali prospettando scenari apocalittici e nazioni alla deriva economica e sociale.
Ebbene, io non credo che con questo voto l’America  passerà da simbolo di sogni, da Paese delle opportunità, da Paese civile a Nazione comprimaria, perché se milioni di americani hanno espresso in tutta tranquillità la loro preferenza verso un candidato piuttosto che un altro, (cosa che in molte nazioni, e non solo africane, non si fa!) questo fa di loro un Paese forte.
Ora, io credo che per esprimere un parere su una questione bisogna che su quell’argomento si conosca tutto (o quasi). E siccome non faccio parte della schiera dei tuttologi e non ho la frenesia del “passaggio” in TV o del trafiletto sul giornale ho preferito osservare. 
E devo ammetterlo, mi sono divertito!

Mi piacerebbe vedere la faccia di quei politici italiani che fino a ieri si lasciavano andare ad un “speriamo che vinca una donna” quando si troveranno davanti il Presidente degli Stati Uniti (perché questo è Donald Trump, volente o nolente). Magari diranno che sono stati interpretati male, che non volevano offendere nessuno, che poter esprimere un giudizio è segno di democrazia. 
Ma in Democrazia c’è anche il diritto di potere stare zitto. E in molti avrebbero dovuto farlo!

venerdì 4 novembre 2016

UNA BELLA SETTIMANA DI LAVORO CONCLUSA CON OTTIMI RISULTATI

Questa settimana, malgrado sia stata breve per i lavori in Commissione Ambiente che ho l'onore di presiedere, ha portato a risultati eccezionali su vari fronti. E ne sono orgoglioso!
Abbiamo portato a casa un importante lavoro sull'adeguamento delle infrastrutture idriche.
Infatti c'è stato il via libera dell'Assemblea del Senato a tre mozioni su questo importante settore. La prima mozione, a mia prima firma, impegna tra l'altro il Governo a salvaguardare le attività poste in essere prima dalla struttura tecnica commissariale e successivamente dai competenti dipartimenti del ministero delle Politiche agricole, in modo da assicurare la continuità ed il completamento delle iniziative tese a chiudere i contenziosi in atto, a selezionare le opere irrigue di rilevanza nazionale di nuova programmazione e a valutare progetti di investimento per l'autosufficienza energetica degli enti irrigui nazionali.
Abbiamo ascoltato il grido d'allarme dell'Anci Sicilia sulla disastrosa gestione dei rifiuti in Sicilia messa in atto (o sarebbe meglio dire, NON messa in atto) dal Governo Crocetta.
Una delegazione dell’Anci Sicilia è stata ascoltata in Commissione Ambiente del Senato. Nel corso dell’incontro la delegazione – composta dal Presidente regionale dell’Anci, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e dal sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola – ha posto l’attenzione sul tema dello smaltimento dei rifiuti in Regione. Con dovizia di particolari è stato illustrato lo stato disastroso della gestione dei rifiuti in Sicilia, causato dall’assenza di un piano regionale serio e da un quadro normativo affastellatosi nell’arco degli anni che ha creato una serie di sovrastrutture gestionali che si sono caratterizzate per sprechi e inefficienze. 
Ma questo lo sapevamo e in merito ci eravamo già attivati. Di sicuro non ci fermeremo.
E infine (ma non per ultimo) abbiamo dato seguito al lavoro svolto dalla commissione sulla Valle del Belice approvando una risoluzione. La Commissione ha ravvisato l’esigenza non più prorogabile di concludere l’annosa vicenda della ricostruzione post sismica, ivi inclusa la realizzazione di un programma di bonifiche ambientali per lo smaltimento dell’amianto e dell’eternit delle baracche. 
Elementi valutati dalla Commissione durante il sopralluogo effettuato il 30 maggio scorso. Occasione che è servita ad incontrare i sindaci della Valle del Belìce e vedere quali piani di intervento servano per mettere in sicurezza il territorio, anche dal rischio idrogeologico.
Un altro aspetto importante che la Commissione pone al governo riguarda un piano di interventi per la viabilità generale e in particolare, quelle intercomunali, provinciali e interpoderali, che ad oggi risultano inadeguate e non idonee per favorire lo sviluppo di queste aree interne. Per ultimo, definire definitivamente la ricostruzione, il cui ammontare è stato quantificato e individuato dal Ministero delle Infrastrutture in accordo con il coordinamento dei sindaci del Belice.

Insomma è stata una bella settimana!

TRE MOZIONI SULL'ADEGUAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE IDRICHE

L'Aula del Senato approva tre mozioni che puntano all'adeguamento delle infrastrutture idriche italiane. La prima di queste mozioni, firmata dal senatore di Ap Giuseppe Marinello, impegna il governo "a salvaguardare le attività poste in essere prima dalla struttura tecnica commissariale e successivamente dai competenti dipartimenti del Ministero delle politiche agricole, al fine di assicurare la continuità ed il completamento delle iniziative tese a chiudere i contenziosi in atto, a selezionare le opere irrigue di rilevanza nazionale di nuova programmazione, a valutare progetti di investimento per l'autosufficienza energetica degli enti irrigui nazionali; e ad avviare, nel rispetto delle competenze regionali, una seria riflessione sul modello di governo dei consorzi di bonifica al fine di garantire una gestione più trasparente".
La mozione del M5S impegna, invece, il governo a "contenere la proliferazione normativa che preclude un'efficace attività dei consorzi; a fornire indicazioni di indirizzo generale per rendere più omogenee le legislazioni regionali e rafforzare la qualità dei processi di produzione agricola; a sollecitare le Regioni, nel rispetto del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, affinché provvedano a un riordino normativo che definisca le competenze dei vari enti operanti sul territorio e consentano un'efficiente bonifica per la difesa del suolo".
 Quella messa a punto dai senatori di Sinistra Italiana-Sel impegna il governo ad avviare "un monitoraggio completo delle opere necessarie alla rete infrastrutturale idrica, segnalando in particolar modo le opere avviate ma non completate; a garantire, per la cantierizzazione degli interventi, l'impiego immediato delle risorse disponibili nel piano irriguo nazionale, portando le risorse disponibili per il periodo di 2014-2020 a circa 800 milioni di euro; a dare priorità agli interventi nei territori interessati da fenomeni di siccità, con particolare riguardo alle regioni del Sud Italia; ad integrare l'implementazione del risparmio idrico tra i criteri centrali degli interventi; a procedere ad una riorganizzazione del sistema dei consorzi di bonifica".

L'ANCI SICILIA CHIEDE SOSTEGNO PER LA DISASTROSA GESTIONE DEI RIFIUTI

Si è tenuta questa mattina un’audizione di una delegazione dell’Anci Sicilia in Commissione Ambiente del Senato. Nel corso dell’incontro la delegazione – composta dal Presidente regionale dell’Anci, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e dal sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola – ha posto l’attenzione sul tema dello smaltimento dei rifiuti in Regione. 
“Con dovizia di particolari – spiega il Presidente della Commissione, Giuseppe Marinello – è stato illustrato lo stato disastroso della gestione dei rifiuti in Sicilia, causato dall’assenza di un piano regionale serio e da un quadro normativo affastellatosi nell’arco degli anni che ha creato una serie di sovrastrutture gestionali che si sono caratterizzate per sprechi e inefficienze”. 
Nel corso dell’audizione, prosegue Marinello, “è stata anche inoltrata la richiesta al Ministro competente di valutare misure straordinarie che possano consentire agli Enti locali e alla Regione di poter avviare la fase di definitiva soluzione dello stato emergenziale. 
Nell’immediato l’Anci ha chiesto alla classe politica di farsi carico di proposte emendative alla legge di bilancio che mirino a risolvere le questioni relative alle maggiori spese sostenute dai Comuni a seguito delle ordinanze presidenziale dal giugno 2016 che incidono pesantemente sugli equilibri finanziari degli Enti locali. 
L’obiettivo è quindi ottenere lo scomputo di tali maggiori spese ai fini del patto di stabilità, creando le condizioni per poter consentire a un considerevole numero di Comuni di evitare il dissesto finanziario”.

http://www.ncdsenato.net/nuovocentrodestra/sicilia-marinello-ap-anci-chiede-sostegno-per-far-fronte-a-disastrosa-gestione-rifiuti/

venerdì 28 ottobre 2016

INTERVENTO IN AULA SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015
INTERVENTO IN AULA
Signor Presidente, 
signor Ministro, 
abbiamo già ascoltato una serie di interventi e siamo pronti a condividerne e sottoscriverne alcuni. Tra l'altro, mi complimento con il relatore perché la sua esposizione del provvedimento è stata assolutamente chiara e comprensibile a tutti.
Il dibattito di questa mattina si sta articolando con qualche ragionamento aulico e anche ridondante; viceversa abbiamo ascoltato degli interventi assolutamente catastrofisti, che a mio avviso non si confanno al merito del provvedimento, ma soprattutto non rendono atto di quello che ha fatto il nostro Governo e soprattutto lei che in questi anni nelle trattative internazionali con gli altri Paesi dell'Unione europea (tra l'altro sono testimone di trattative anche con Paesi non facenti parte dell'Unione europea) ha sempre avuto un ruolo da protagonista, soprattutto di chi guarda al futuro con intelligenza e lungimiranza.
Abbiamo sentito parlare di scomparsa della biodiversità, di distruzione della fauna globale (a proposito di fauna globale, sappiamo come lo stock delle risorse ittiche sia in rapida caduta non solo nel Mediterraneo, ma anche negli oceani), di diminuzione di tutte le risorse sistemiche che permettono la vita di tutte le specie e anche dell'uomo.
A dire la verità, c'è un tema che a me sta molto a cuore in materia di cambiamenti climatici ed è relativo alle dirette conseguenze che tra l'altro subiamo noi italiani nel Mediterraneo, in particolare noi siciliani, che è quello dell'enorme numero dei migranti ambientali e climatici. Dico questo proprio qui in quest'Aula, sperando di cogliere l'attenzione dei colleghi - che peraltro rispetto - della Lega Nord e di altri partiti che sul tema della immigrazione a mio avviso talvolta sono un po' distratti o addirittura un po' faciloni. Il tema dei migranti climatici è fondamentale: ci sono più migranti climatici che migranti da guerra o da altri fenomeni. Quanto sta accadendo nel Centro Africa o nell'Africa subsahariana trova come unica soluzione (e così sarà per i prossimi decenni) la strada della migrazione, che non è un fenomeno nuovo, in quanto nella sua storia l'uomo conosce da millenni il tema della migrazione.
Le popolazioni del Nord, quando c'erano le piccole glaciazioni, scappavano verso i Paesi mediterranei: questo dà ragione delle invasioni barbariche. I popoli dei Paesi scandinavi scapparono in quel periodo attraverso i mari verso altri lidi. Questo è un fenomeno che ciclicamente interessa l'umanità, ed è un fenomeno, nel caso dei migranti climatici dovuti all'innalzamento delle temperature, nei confronti del quale noi popolazioni europee abbiamo un debito: il debito dello sfruttamento che per secoli ha garantito alle popolazioni occidentali e dopo del Nord America un tenore di vita e di crescita che sicuramente è stato compiuto utilizzando le risorse e le materie prime di altri Paesi che non solo sono stati deprivati di quelle risorse e materie prime, ma che oggi ne stanno subendo le conseguenze.
Ed è proprio per questo motivo che noi plaudiamo all'iniziativa del Governo: perché, al di là della ratifica di oggi, che rende atto dello stanziamento del Fondo verde per il clima, la ratifica che andiamo ad approvare in perfetta continuità con quanto fatto a Durban, a Doha e a Parigi, con l'accordo di Marrakech entrerà nel vivo ed entrerà assolutamente nella direzione di un accordo globale di tutti i Paesi. L'obiettivo è quello di un accordo solidale che riesca a controbilanciare l'interesse dei Paesi forti più industrializzati con i Paesi deboli, e che riuscirà in un certo qual modo anche ad abolire quel differenziale di convenienza che si è creato in altri Paesi che nel passato non avevano aderito a questi accordi internazionali e che di fatto ha penalizzato le economie dei Paesi occidentali e anche le economie dei Paesi trasformatori come il nostro.
Signor Ministro, non voglio assolutamente dilungarmi, perché ancora altri dopo di me interverranno e seguiranno anche le dichiarazioni di voto. Sicuramente bene ha fatto il nostro Governo: l'Italia è stata protagonista in Europa, e chi era a Parigi ha toccato con mano il ruolo del nostro Paese, in particolare in quell'occasione. Continuiamo su questa strada, perché credo che questo sia nell'interesse non soltanto nostro, non soltanto del nostro Paese, ma soprattutto delle future generazioni.

mercoledì 26 ottobre 2016

BOLLETTE ACQUA, GARANTITI 50 LITRI AL GIORNO AI POVERI

Arriva “la tariffa sociale” per chi, tra le tante bollette e imposte, non ce la fa a pagare l’acqua. Il decreto sul bonus acqua, pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale, prevede che le fasce di popolazione più povere possano usufruire gratuitamente di un quantitativo minimo vitale di acqua al giorno per ogni persona del nucleo familiare. Un modo di permettere a chiunque di continuare a bere, lavarsi, cucinare anche in caso di morosità.
Come si legge nel provvedimento, che sarà pienamente operativo tra 4-5 mesi, coloro che sono impossibilitati a pagare la bolletta perché “versano in condizioni di documentato stato di disagio economico-sociale” non si vedranno staccare l’acqua anche se morosi. 
Ad essi sarà infatti in ogni caso garantito “il quantitativo minimo vitale pari a 50 litri per abitante al giorno”. Il quantitativo è stato stabilito tenendo conto di quanto indicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità
Avrà diritto al beneficio chi ha un indicatore Isee non superiore a 7.500 euro, che può arrivare a un massimo di 20.000 euro per le famiglie con più di tre figli a carico. Si tratta, secondo le prime stime, di circa cinque milioni di utenti morosi, che saranno individuati dall’Autorità per l’energia (Aeegsi). 
Oltre ai 50 litri gratis per gli utenti che versano in condizioni disagiate, il decreto stabilisce che a tutti sia garantito l’accesso al quantitativo minimo vitale a tariffa agevolata.
Agli utenti che invece non pagano le bollette ma non rientrano nelle categorie disagiate, verrà sospesa la fornitura dell’acqua. Cosa che, tuttavia, avverrà solo se l’importo delle fatture non pagate sarà complessivamente superiore al corrispettivo annuo relativo al volume della fascia agevolata stabilita all’Autorità. Inoltre, sarà possibile sospendere la fornitura solo dopo che gli utenti avranno ricevuto una regolare messa in mora e solo nel caso in cui il deposito cauzionale, qualora versato, non sia sufficiente a coprire il debito.

sabato 22 ottobre 2016

SARA' UNA SETTIMANA INTENSA

Sarà una settimana piena di impegni (come sempre) ma continueremo a monitorare il "caso Licata". Mercoledì avremo in Audizione un esperto ambientale e consulente della Commissione parlamentare sugli illeciti relativi al ciclo dei rifiuti, sul ddl 2323 (fanghi depurazione agricoltura) e alle 14.30 Audizione del Prefetto e del Questore di Agrigento sull'affare assegnato n. 853 (demolizione edilizia abusiva).
Dalle 15.00 in poi: 
ddl 1836 (aree industriali dismesse) - relatore: Marinello
parere alla 10ª Commissione
ddl 2001 (disposizioni per l'albo degli statistici) - relatore: Dalla Zuanna - parere alla 2ª Commissione
ddl 2535 (produzione vitivinicola) - relatore: Marinello 
E altre cose!

 

giovedì 20 ottobre 2016

AUDIZIONE DEL SINDACO DI LICATA IN COMMISSIONE AMBIENTE


"Questa mattina in Commissione abbiamo ascoltato il sindaco di Licata in tema di demolizione dell'edilizia abusiva. Abbiamo espresso ampia solidarieta' e comprensione verso il suo operato e gli abbiamo dato rassicurazioni della massima vicinanza alla comunità licatese. 
Non bisogna abbandonare gli amministratori locali, che devono sentire il sostegno delle Istituzioni, cosi' come dobbiamo essere al fianco delle comunità locali, che non devono sentire sulle loro spalle il peso di decisioni cosi' importanti. Siamo determinati a procedere senza esitazioni e ascolteremo in Commissione, tra gli altri, anche il Presidente della Regione Siciliana e il Procuratore di Agrigento". 

venerdì 14 ottobre 2016

A PALERMO LA PRIMA EDIZIONE DI GRANOTILL

L’associazione Semina Diretta 2.0  presenta GraNOtill dayconvegno nazionale sull’uso della Semina diretta nella coltivazione del grano duro, in programma sabato 15 ottobre all’Università degli Studi di Palermo (Aula Magna G. P. Ballatore viale delle Scienze edificio 4), dalle 10:00 alle 13:00. Un incontro unico nel suo genere, pensato per richiamare l’attenzione sulle opportunità e i vantaggi offerti dall’applicazione della semina diretta, un sistema di coltivazione che non prevede aratura ed è in grado di ridurre il consumo di suolo, di conservare la fertilità del terreno, e di limitare le emissioni di CO2. Saranno presentati gli studi prodotti dal comitato operativo di Semina Diretta 2.0, integrati dagli interventi di importanti esponenti del mondo accademico, industriale e istituzionale.
Saranno presenti: On. Giuseppe Francesco Maria Marinello, Presidente della 13ª Commissione permanente territorio, ambiente, beni ambientali del Senato della Repubblica; Dott. Gaetano Cimò, Dirigente Generale del Dipartimento dell’agricoltura Regione Sicilia; Prof. Roberto Lagalla,Consigliere di Amministrazione del CNR; Dott. Salvatore FiorePresidente Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Palermo; Prof. Dario Giambalvo, Università di Palermo; Prof. Biagio Pecorino Università di Catania; Prof. Emanuele Schimmenti Università di Palermo; Dott. Marco Frasson, Azienda Frasson; Dott. Lino Falcone Associazione Semina diretta 2.0. Modera il Prof. Carlo Grignani Presidente della Società Italiana di Agronomia.

venerdì 7 ottobre 2016

EUROPA: TRE DATE FONDAMENTALI, UNA SI CELEBRA OGGI!

Tre sono le date fondamentali per la nascita di quella che oggi è l'Europa ed il pensiero occidentale.
La battaglia di Poitiers combattuta l'11 di ottobre del 732 tra l'esercito arabo-berbero musulmano di Al-Andalus, comandato dal suo governatore, Abd al-Raḥmān b. ʿAbd Allāh al-Ghāfiqī, e quello dei Franchi di Carlo Martello, maggiordomo di palazzo (equivalente a capo dell'esecutivo e dell'esercito) dei re merovingi.


La guerra austro turca e l'assedio di Vienna (1683/1699): Il sultano Mehmet IV affidò la guida del suo esercito a Kara Mustafa con l'obiettivo di occupare Vienna e penetrare in Europa. Per la seconda volta (dopo l'assedio di Vienna del 1529) i turchi tentarono di conquistare la capitale austriaca e per la seconda volta vennero sconfitti. Il fallimento dell'assedio condusse alla controffensiva asburgica nel corso della quale i turchi furono cacciati dal regno d'Ungheria e la tripartizione della medesima finì a favore dell'Austria. 

E quella che si festeggia oggi, ovvero la battaglia di Lepanto.
All'alba del 7 ottobre 1571, aveva inizio, nelle acque di Lepanto, porto della costa ionica situato di fronte al Peloponneso e non distante da Corfù, una delle più grandi battaglie navali della storia, frutto glorioso degli sforzi della Cristianità controriformistica.
Non pare affatto fuori luogo ricordarne oggi l'anniversario, e ricordarlo nel modo più serio inquadrando l'evento nella situazione del Mediterraneo negli anni immediatamente precedenti e seguenti (fino ad oggi) così da comprenderlo meglio e da poterlo valutare nella sua portata e nel suo significato.

Infatti, cosa sarebbe successo e avremmo l'Europa che conosciamo oggi se una di queste battaglie fosse stata persa?

martedì 4 ottobre 2016

UN BELL'ARTICOLO DI GIANFRANCO MORRA

Non ci può essere religione senza proselitismo. Se credi sul serio nei tuoi valori devi farli conoscere, senza imporli con la forza


Una profonda lezione ci è giunta dal viaggio nel Caucaso di Sua Santità Francesco I. Egli aveva annunciato che i vescovi ortodossi avrebbero partecipato alla Santa Messa nella capitale della Georgia, Tbilisi. Invece i vescovi ortodossi non si sono presentati. Inimicizia, maleducazione? Anzi, profonda religiosità. Il Papa aveva detto: «C'è un grosso peccato contro l'ecumenismo. Non si deve mai fare proselitismo». Forse gli ortodossi, pur nel rispetto e anche nella amicizia coi cattolici, considerano inadeguato l'uso che Bergoglio fa delle parole «proselitismo» ed «ecumenismo».
Il proselitismo è la volontà di convertire e di portare gli altri alla propria fede. Non esiste una sola religione che non lo voglia. La fede è la consapevolezza di avere ricevuto una rivelazione che trasforma nell'intimo. Sarebbe narcisismo tenerla per sé, senza parteciparla agli altri: unus christianus nullus christianus. Almeno così la pensava Gesù: «Andate e ammaestrate (euntes docete) tutte le genti (Mt 28,19); «costringili a venire (compelle intrare) perché la mia casa sia piena» (Lc 14, 23).
Certo Bergoglio voleva condannare la violenza, che spesso il proselitismo si è tirata dietro. Ma il proselitismo, quello giusto non quello che impone di «ammazzare gli infedeli» o che nel Sudamerica schiavizzava gli indigeni, è un elemento necessario in ogni religione. Così la pensava anche S. Francesco, il cui viaggio in Egitto viene oggi travisato come dialogo tra religioni diverse. Durante la V crociata egli si imbarcò ad Ancona insieme con i guerrieri, assistette sconcertato alla presa di Damietta e si recò dal sultano Malik al-Kamil (nipote del Saladino) per predicargli il Vangelo e convertirlo. Faceva dunque proselitismo.
Anche l'ecumenismo è un elemento costante in tutte le grandi religioni, che hanno superato i limiti del tribalismo o del nazionalismo. Ma cosa significa questa parola, oggi tanto usata da aver perso un chiaro ed esplicito significato? Deriva dal greco, l'oikouméne è la terra abitata. Ecumenico è ciò che riguarda il mondo intero. Il cristianesimo è da sempre ecumenico: è stata la prima grande globalizzazione religiosa, la sua fede ha cercato di estendersi in ogni parte del mondo. Proselitismo ed ecumenismo sono le due facce della stessa moneta.
Ma dopo il Concilio Vaticano II il termine è stato banalizzato e travisato. Uno dei documenti di quel Concilio, che fu totalmente pastorale, è il «Decreto sull'ecumenismo» che proponeva di «riconciliare tutti i cristiani nella Chiesa di Cristo, una e unica». Riconciliare, non mescolare o confondere. Da un lato i cattolici, dall'altro i «fratelli separati» (cristiani non cattolici). Ma il Postconcilio ha travisato questo progetto, che, in un Occidente sempre più storicista e relativista, rischia di tradursi in un indifferentismo religioso.
Il centro principale di questo pasticcio è stato Assisi con i suoi incontri spettacolari »interreligiosi». Fu lì che nel 1985 nacque l'idea di mettere in scena, nella suggestiva Basilica di Francesco, l'uno vicino all'altro preti di tutte le religioni che invocavano Dio. Papa Wojtyla capì che in tal modo l'ecumenismo degenerava in uno zibaldone e fece una intelligente distinzione: «Non siamo qui per pregare insieme, ma insieme per pregare”. E ognuno prega a modo suo, il suo modo di pregare mostra il suo modo di credere (card. Newman: ordo orandi, ordo credendi).
Purtroppo l'ecumenismo è divenuto un pasticcio e oggi le religioni non di rado si mescolano indifferentemente anche nei luoghi di culto e spesso le chiese divengono, in parte e a tempo, delle moschee. Ma ogni credente ha la sua religione e la sua preghiera, e considera la propria come l'unica pienamente valida.
Nel 1454, appena occupata Costantinopoli dai turchi, il papa Pio II propose di fare una crociata per liberarla. Si recò ad Ancona, da dove dovevano partire le navi veneziane con i crociati. E dove lo raggiunse Nicolò Cusano. Non se fece niente e morirono entrambi. Il grande filosofo aveva mostrato che nelle diverse religioni c'è, in forma diversa, lo stesso bisogno di assoluto, che è di tutti gli uomini e degli uomini soltanto. E che si realizza nella varietà dei riti (non est nisi una religio in rituum varietate). Non pensò mai di mescolarli.
Se ecumenismo significa incontro, rispetto, dialogo, collaborazione tra le religioni diverse per finalità di bene, Bergoglio ha ragione e lo sapevamo da tempo. Ma non servono macedonie di frutta mista, melting pot, sconfessione del passato, buonismo di comodo, fideismo senza cultura o apertura sconclusionata verso un nuovo confuso e spettacolare. Una innovazione senza la tradizione è un salto nel vuoto o nel pieno di una cultura anticristiana, che sommerge la religione facendo finta di ammirarla purché divenga ripetizione subalterna delle sue favole e dei suoi luoghi comuni.
Nova et vetera: senza il nuovo (che non è il quotidiano) c'è sclerosi, senza il vecchio (che non è il passato) c'è superficialità: «Insegna le medesime cose che ti sono state insegnate. Parla con nomi nuovi, ma non dire novità»(Vincenzo di Lérins, Commonitorio, I, 23; Edizioni Paoline).

http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=2120368&codiciTestate=1&sez=hgiornali&testo=&titolo=Non%20ci%20può%20essere%20religione%20senza%20proselitismo.%20Se%20credi%20sul%20serio%20nei%20tuoi%20valori%20devi%20farli%20conoscere,%20senza%20imporli%20con%20la%20forza

lunedì 3 ottobre 2016

A PALERMO PER LE GIORNATE "NO SMOG MOBILITY"

No smog mobility il 6 e il 7 ottobre a Palermo

"Avete cambiato olio e freni. A ottobre cambiate anche aria". È questo lo slogan della sesta edizione di No smog mobility, l'unica rassegna siciliana sulla mobilità sostenibile che si terrà nel capoluogo siciliano giovedì 6 e venerdì 7 ottobre. 
Nata da un’idea dei giornalisti Gaspare Borsellino e Dario Pennica (rispettivamente direttori dell'agenzia di stampa Italpress e di Sicilia Motori), la rassegna è organizzata da Gadema Consulting e Stratos Dmp, con il supporto di A2A, Bosch, Sicily By car, e Unicredit.
Il programma di giovedì 6 ottobre. Avrà due momenti distinti: alle 12, all'interno della Cittadella universitaria di viale delle Scienze, avverrà la cerimonia di piantumazione degli alberi che costituiranno il Bosco No Smog Mobility, mentre alle ore 17 inizierà il convegno con un incontro su "Mobilità sostenibile. Il presente e il futuro dei trasporti in Sicilia", ospitato dal Museo delle Macchine e dei Motori, all'interno della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Palermo (viale delle Scienze). 
Alla tavola rotonda, dopo i saluti istituzionali del rettore dell'Università di Palermo, Fabrizio Micari e del sindaco Leoluca Orlando, parteciperanno Maurizio Carta, preside della Scuola Politecnica, gli assessori all'Energia e all'Ambiente, Vania Contraffatto e Maurizio Croce, il sottosegretario all'ambiente Barbara Degani, il direttore strategie e innovazione A2A, Lorenzo Giussani, il preside di Asstra Sicilia, Claudio Iozzi, il sottosegretario ai Trasporti, Simona Vicari, il presidente della Commissione Ambiente al Senato, Giuseppe Marinello e il responsabile della segreteria tecnica del ministero dell'Ambiente Carlo Maria Medaglia. Il convegno sarà moderato da Italo Cucci, direttore editoriale di Italpress.


MEDAGLIA AL MERITO DIPLOMATICO CONFERITAMI DALLA REPUBBLICA DI TAIWAN

Sono fiero e orgoglioso di condividere con voi questa gioia.  Medaglia al merito diplomatico conferitami dal Ministro degli Affari Esteri...