giovedì 30 novembre 2017

IL PRESSAPOCHISMO DI MORANDO NELL'ESAME DEGLI EMENDAMENTI

"Ho ascoltato con attenzione la replica del viceministro Morando e, seppur condivisibile nell'impostazione politica, non posso non rilevare nel suo intervento una serie di inesattezze. 

Durante i lavori sulla legge di Bilancio numerosi emendamenti sono stati esaminati con pressapochismo ed in maniera sciatta, proposte che, ad esempio, avrebbero potuto produrre effetti positivi sia sul piano economico, con la creazione di nuovi posti di lavoro ed un aumento deciso del Pil, e sia sul piano ambientale. 

Mi riferisco a due emendamenti in particolare, a quello sull'equity crowdfunding e a quello sul bonus per l'acquisto di elettrodomestici a basso consumo energetico. 

Il primo avrebbe consentito alle Piccole e Medie Imprese italiane di raccogliere, attraverso i gestori di portali on-line vigilati dalla Consob, capitale di debito presso investitori professionali. Il tutto con un aumento di gettito fiscale di 120 milioni di euro per ciascun anno dal 2018 al 2027, pari a 1,2 miliardi di euro in un decennio, senza, peraltro, prevedere alcun aggravio per le casse dello Stato. 

Riguardo il secondo emendamento non solo avrebbe consentito il rinnovo del parco di elettrodomestici in Italia, con l'acquisto di più nuovi e perciò più performanti, ma avrebbe anche permesso all'Italia di dare un segnale importante rispetto all'adempimento del nostro Paese verso gli obblighi sulla riduzione di emissioni. 

L'impressione che quindi si ricava da tutto il lavoro svolto in queste settimane è che il viceministro Morando ed il governo abbiano agito in maniera confusionaria e gli stessi lavori di oggi non fanno che confermano questa impressione. 

L'auspicio è che alla Camera queste sbavature vengano meno e si possa fare una lettura più attenta degli emendamenti e delle proposte presentate".

giovedì 23 novembre 2017

MARITTIMI E OPERAI DELL'AGRICOLTURA ESENTATI DALL'INNALZAMENTO DELL'ETA' PENSIONISTICA

Dal Governo è giunto un importante atto di giustizia sociale che amplia la categoria dei cosiddetti lavori gravosi, esentando così dall'innalzamento della pensione a 67 anni gli operai dell'agricoltura, della zootecnia, i marittimi ed i pescatori dipendenti o costituiti in cooperativa.
Si tratta di un riconoscimento dal grandissimo valore sociale, che viene incontro alle nostre richieste che da anni avevamo formulato.
Non possiamo quindi che essere soddisfatti della decisione presa oggi dal Governo!

mercoledì 22 novembre 2017

LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO: DOVEROSO COINVOLGERE TAIWAN

Il 15 novembre scorso è stata presentata al Senato una Mozione – firmata dai Senatori Giuseppe Francesco Marinello, Fabiola Anitori, Franco Conte, Mario Dalla Tor, Roberto Formigoni, Marcello Gualdani, Pippo Pagano e Salvatore Torrisi – che impegna il Governo a sostenere la partecipazione pragmatica e costruttiva di Taiwan alla Convenzione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile (UNFCCC) e alle riunioni della Conferenza tra le Parti (COP) la cui ultima si è svolta a Bonn dal 6 al 17 novembre. Il primo firmatario della Mozione è il Senatore Giuseppe Francesco Marinello, Presidente della 13ª Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato. Lo abbiamo intervistato sul contenuto e le motivazioni della Mozione volta a sostenere gli sforzi di Taiwan su questi temi cruciali per l’intero Pianeta.

Presidente Marinello, quali sono le ragioni della Mozione da lei promossa?

Il riscaldamento globale e il cambiamento climatico rappresentano due fenomeni che affliggono tutta l’umanità, nessuno escluso. Sulla base di tali incontrovertibili constatazioni l’ONU, negli ultimi 23 anni, ha sviluppato una strategia, volta al miglioramento della cooperazione internazionale per affrontare queste tematiche, formulata nella Convenzione delle Nazioni Unite per il Cambiamento Climatico (UNFCCC). L’idea di fondo è strategica ed è finalizzata ad includere il più ampio numero di Paesi per combattere fenomeni di carattere globale. Un’impostazione ribadita dagli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs) del 2015, che recitano esplicitamente che nessun Paese sarebbe stato messo da parte. Tuttavia, se si guarda alla situazione di Taiwan, è evidente che stiamo lasciando indietro qualcuno e ciò avviene, purtroppo, per motivi del tutto estranei – dunque inaccettabili – alla natura dei citati accordi e delle conclamate e conseguenti azioni operative.
In che senso le Nazioni Unite stanno “lasciando indietro” Taiwan? Perché dovrebbe essere inclusa nei consessi che ha citato?
La questione generale è nota ed è da sempre dibattuta: la Risoluzione delle Nazioni Unite del 1971, che assegnò a Pechino il seggio appartenuto dal 1945 alla Repubblica di Cina, Paese fondatore delle stesse N.U., non ha risolto – per la perdurante interdizione cinese – il problema della mancata rappresentanza di Taiwan e dei suoi 23 milioni di abitanti. Ciò premesso, a partire dal 1995 – anno della prima riunione della COP-, Taiwan ha potuto partecipare alle relative attività come “organizzazione non governativa” o come osservatore. Questo significa che, nonostante Taiwan sia un paese sovrano, retto da trasparenti istituzioni democratiche e rappresentative – quel “Rule of Law” proprio degli Stati di diritto, radicalmente diverso dal “Rule by Law” dei regimi totalitari – e nonostante che sia oggi la 22ª maggiore economia del mondo, la sua posizione è costretta ai margini per le “ragioni” politiche che conosciamo. Già solo tenendo in considerazione questi elementi è facile capire come questo ostracismo sia irragionevole, ingiusto e fuori dalla realtà. Ma la situazione appare ancor più paradossale se si guarda ad altri dati, legati alle questioni ambientali.
A quali dati si riferisce?
Mi riferisco al fatto che Taiwan è il 21° maggior emissore mondiale di Ossido di Carbonio. Si tratta, poi, di un Paese densamente popolato che affronta regolarmente fenomeni climatici estremi – si pensi ai tifoni e ai terremoti. Per cui, se si vuole discutere di questioni climatiche, credo che siano a tutti evidenti e doverose le ragioni per includere Taiwan nelle discussioni. Inoltre, come se non bastasse, bisogna tenere in conto gli sforzi che i Governi di Taipei hanno messo in campo negli ultimi anni, se non decenni, rispettando scrupolosamente le direttive e le strategie stabilite dalle Nazioni Unite. Pur non essendo tenuta a rispettare gli accordi sulle questioni ambientali, da ultimo quello di Parigi, Taiwan si è impegnata a ridurre le emissioni dei gas serra al 50% dei livelli attuali, entro il 2030. Un processo che passerà anche attraverso lo smantellamento delle proprie centrali nucleari e l’aumento dell’energia, proveniente da fonti rinnovabili, al 20% (cinque volte il livello attuale) entro il 2050. Uno sforzo enorme, se si considera che Taiwan soddisfa il 98% del suo fabbisogno energetico per mezzo delle importazioni. A questo si aggiunga il fatto che, lo scorso settembre, il Governo di Taipei ha presentato la sua SDG (anche questa non richiesta dall’ONU), con la quale sono stati riassunti gli innumerevoli progetti volti a raggiungere gli obiettivi citati, e anche i numerosi programmi di cooperazione internazionale per promuovere lo sviluppo sostenibile di alcune economie emergenti in Asia, Africa e America Latina.
In poche parole: nonostante Taiwan venga esclusa dalla comunità internazionale, per imposizioni politiche completamente estranee alle tematiche ambientali, si sta affermando come uno dei Paesi più virtuosi, in Asia-Pacifico, proprio sul terreno delle profonde riforme e innovazioni necessarie per la salvaguardia climatica. È palese che si tratta di una situazione a dir poco assurda.
A questo punto, perché escludere Taiwan? E perché ritiene che questa esclusione sia ingiustificata?
L’esclusione di Taiwan, come ho già ricordato, rimanda all’esclusione del Paese dalle Nazioni Unite e dalle sue Agenzie specializzate. Si tratta, lo ripeto, del prodotto di pressioni politiche piegandosi alle quali l’ONU è entrato, e rimane, in contraddizione proprio con i principi fondanti che essa stessa promuove, che sono alla base della sua costituzione e motivo della sua esistenza.
Si pensi a quanto accaduto, quest’anno, all’Assemblea Mondiale della Sanità dove, dopo 8 anni di proficua partecipazione, Taiwan non ha potuto partecipare per il diktat di Pechino esplicitamente motivato dal diverso e sgradito colore del nuovo Governo taiwanese. Ovvero, una plateale motivazione politica di parte quando proprio lo Statuto dell’AMS/OMS esclude, tassativamente, le discriminazioni politiche essendo la salute un bene primario da tutelare al di sopra di ogni differenza di nazionalità, religione, idea politica e condizione economica. Le malattie, i virus, le epidemie non conoscono né frontiere né ideologie, ma all’AMS/OMS la pensano diversamente…fino al punto, un mese fa, di nominare (poi rimangiandosi la nomina a seguito di furibonde proteste) “Ambasciatore di buona volontà” il dittatore dello Zimbabwe, Mugabe, inquisito dalla Corte Penale Internazionale, ora in crisi terminale dopo 37 anni di regime che ha letteralmente distrutto il suo Paese.
Messi da parte questi aspetti grotteschi, dobbiamo prendere atto di una situazione molto complessa, che inevitabilmente rimanda ad ambiguità dettate dalla necessità di trovare un equilibrio tra realpolitik e principi. Secondo noi promotori della Mozione – che si inserisce nel quadro della più generale Mozione pro-Taiwan già approvata dal Senato il 27 giugno scorso e alla quale Geopolitica.info ha dato risalto – per quanto concerne le tematiche ambientali le ambiguità vanno tolte dal tavolo, perché tutte le parti in campo avrebbero molto da guadagnare. Bisogna trovare la formula più adatta; siamo convinti che sia giusto, utile e importante lavorare per una soluzione che porti Taiwan al tavolo delle trattative. I primi a riceverne effetti positivi saranno certamente i taiwanesi ma, con loro, anche l’intera comunità internazionale. Perché, lo ribadisco, le questioni ambientali riguardano tutti, nessuno escluso, e continuare a marginalizzare la 22ª economia del mondo, che sta mettendo in campo politiche rigorose e futuristiche, non credo proprio che sia ragionevole.
http://www.geopolitica.info/intervista-al-senatore-marinello-doveroso-coinvolgere-taiwan-nella-lotta-al-cambiamento-climatico/

giovedì 16 novembre 2017

#FAIDAFILTRO: Appello delle associazioni ambientaliste: Noi ci siamo!



#FAIDAFILTRO, APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE


Questa mattina le associazioni ambientaliste Marevivo, Legambiente, Lav, Lipu, Greenpeace, WWF, MedSharks presenteranno l’appello #Faidafiltro, per chiedere al presidente del Senato Pietro Grasso e a tutti i Senatori di approvare al più presto la proposta di legge per la messa al bando delle microplastiche nei cosmetici, già licenziata dalla Camera un anno fa.
Per l’occasione saranno anche presentati i risultati preliminari dell’indagine sulla microplastica contenuta nei prodotti cosmetici in vendita in Italia realizzata dall’associazione MedSharks con il supporto tecnico del CNR ISMAC, Università di Lecce e RomaTre.
L’indagine rientra nell’ambito del progetto di sensibilizzazione sui rifiuti marini Clean Sea Life, progetto co-finanziato dal programma LIFE della Commissione Europea e ha come capofila il Parco Nazionale dell’Asinara.
L’appello #Faidafiltro è stato già firmato da decine di personalità del mondo della ricerca, dello spettacolo, dello sport, da aziende della green economy, istituzioni, aree marine protette.
Saranno presenti: Rosalba Giugni, presidente Marevivo,Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente, Eleonora de Sabata, MedSharks/Clea Sea Life,
Giuseppe Marinello, presidente commissione ambiente al Senato, Ermete Realacci, presidente commissione ambiente Camera.

"Come si ricorderà, sono stato relatore del testo illustrato alle Commissioni riunite “Industria, commercio, turismo” e “Territorio, ambiente, beni ambientali” del Senato (testo della legge S.2582)".


Roma 16 novembre 2017

lunedì 13 novembre 2017

IL MIO IMPEGNO CONTINUA: ARGOS

A decorrere dal 1º gennaio 2018 è istituita presso la Gestione prestazioni temporanee ai lavoratori, dipendenti, una indennità mensile di disoccupazione, denominata "Assicurazione a retribuzione graduale per l'occupazione stagionale (ARGOS)", avente la funzione di fornire una tutela di sostegno al reddito ai soggetti che svolgono un lavoro di tipo stagionale non agricolo nel periodo di non occupazione.
Si considerano lavoratori stagionali non agricoli coloro i quali sono assunti a termine per lo svolgimento delle attività di quelle definite dagli avvisi comuni e dai contratti collettivi nazionali stipulati dalle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative definiti e di quelle definite tali secondo le normative di settore vigenti alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
L'ARGOS sostituisce la Nuova prestazione di assicurazione sociale per l'impiego (NASpI) introdotta dall'articolo 1 del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22, con riferimento agli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1º gennaio 2018 subiti dai lavoratori.
L'ARGOS è riconosciuta ai lavoratori dipendenti stagionali non agricoli di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo, residenti in Italia, che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione.

MEDAGLIA AL MERITO DIPLOMATICO CONFERITAMI DALLA REPUBBLICA DI TAIWAN

Sono fiero e orgoglioso di condividere con voi questa gioia.  Medaglia al merito diplomatico conferitami dal Ministro degli Affari Esteri...