Decreto sviluppo in itinere. Entro lunedì 6 giugno si presentano gli emendamenti alle commissioni riunite Bilancio e Finanze di Montecitorio, che saranno votati a partire dall'8 giugno. Poi dal 13 giugno il decreto, che scade il 12 luglio, sarà in aula alla Camera per la conversione in legge.
Cosa entrerà nel provvedimento? Previsto un alleggerimento della riscossione coattiva e uno stop alle ganasce fiscali per importi al di sotto dei 2mila euro, una modifica delle norme sul diritto di superficie sulle spiagge per non incorrere negli strali dell'Europa.
Sì anche alla riformulazione dei meccanismi del credito d'imposta, in particolare per la ricerca. È certa anche la revisione della possibilità per le banche, il cosiddetto "ius variandi", di modificare cioè unilateralmente le condizioni contrattuali con le imprese (escluse le "micro") e le semplificazioni sugli appalti sotto la soglia di gara per aumentare la trasparenza, prevedendo, per esempio, la rotazione tra imprese.
I relatori, Giuseppe Marinello (Pdl) per la Bilancio e Maurizio Fugatti (Lega) per la Finanze, hanno confermato che questi sono i temi emersi dalla discussione generale che si é chiusa ieri 1 giugno nelle Commissioni riunite. Il sottosegretario all'Economia, Alberto Giorgetti, ha detto che il decreto non è blindato. «Quello che possiamo modificare per renderlo più efficace e virtuoso - ha spiegato - non abbiamo problemi a farlo. Vediamo la presentazione degli emendamenti nelle prossime ore. Naturalmente le modifiche dovranno essere fatte nei limiti posti dal Capo dello Stato e dalle procedure della Camera».
Tra le modifiche in arrivo al decreto Sviluppo, in primis un emendamento sulle cosiddette "ganasce fiscali", bocciate giorni fa anche dallo stesso ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. L'obiettivo, spiegano fonti della maggioranza, è quello di escludere dalle ganasce i "beni strumentali d'impresa" e di salvaguardare la prima casa. Diretta conseguenza del voto bipartisan espresso ieri dalla commissione Finanze della Camera, che ha approvato una risoluzione che impegna il governo a introdurre «elementi di flessibilità» nella riscossione coattiva delle tasse verso gli imprenditori che «dimostrino» di non poter rispettare le scadenze «per una temporanea difficoltà» legata alla congiuntura negativa». C'è anche la possibilità di concedere al debitore un nuovo piano di rateazione, in caso di mancato pagamento di una o più rate. Da rivedere anche le norme sulla riscossione di importi inferiori a 2mila euro: l'agente della riscossione sarà tenuto semplicemente a inviare al debitore solleciti di pagamento «evitando» le ganasce fiscali.
I relatori, Giuseppe Marinello (Pdl) per la Bilancio e Maurizio Fugatti (Lega) per la Finanze, hanno confermato che questi sono i temi emersi dalla discussione generale che si é chiusa ieri 1 giugno nelle Commissioni riunite. Il sottosegretario all'Economia, Alberto Giorgetti, ha detto che il decreto non è blindato. «Quello che possiamo modificare per renderlo più efficace e virtuoso - ha spiegato - non abbiamo problemi a farlo. Vediamo la presentazione degli emendamenti nelle prossime ore. Naturalmente le modifiche dovranno essere fatte nei limiti posti dal Capo dello Stato e dalle procedure della Camera».
Tra le modifiche in arrivo al decreto Sviluppo, in primis un emendamento sulle cosiddette "ganasce fiscali", bocciate giorni fa anche dallo stesso ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. L'obiettivo, spiegano fonti della maggioranza, è quello di escludere dalle ganasce i "beni strumentali d'impresa" e di salvaguardare la prima casa. Diretta conseguenza del voto bipartisan espresso ieri dalla commissione Finanze della Camera, che ha approvato una risoluzione che impegna il governo a introdurre «elementi di flessibilità» nella riscossione coattiva delle tasse verso gli imprenditori che «dimostrino» di non poter rispettare le scadenze «per una temporanea difficoltà» legata alla congiuntura negativa». C'è anche la possibilità di concedere al debitore un nuovo piano di rateazione, in caso di mancato pagamento di una o più rate. Da rivedere anche le norme sulla riscossione di importi inferiori a 2mila euro: l'agente della riscossione sarà tenuto semplicemente a inviare al debitore solleciti di pagamento «evitando» le ganasce fiscali.
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