lunedì 14 novembre 2016

CAMBIAMENTI CLIMATICI: MISSIONE A MARRAKECH

Nel corso della XXI Conferenza delle Parti (COP21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tenutasi a Parigi lo scorso dicembre, si è adottato un Accordo con il quale per la prima volta quasi tutta la membership ha sottoscritto pubblici impegni di riduzione delle emissioni clima alteranti. Il combinato disposto di dette riduzioni dinamizza un contesto che finora era stato rigidamente suddiviso fra un ridotto gruppo di Stati (identificati con i membri OCSE) con determinati obblighi e il resto della comunità internazionale esonerato dagli stessi.
Fra le più importanti misure decise dall’Accordo rientra la fissazione dell'obiettivo di contenimento del riscaldamento entro 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, con l’impegno ad operare attivamente per un ulteriore abbassamento della soglia a 1,5°C. Inoltre, in applicazione del principio delle “responsabilità comuni ma differenziate”, i Paesi industrializzati dovranno continuare a "guidare il cammino", per raggiungere il picco massimo delle emissioni di origine antropica al più presto, per poi realizzare una situazione di neutralità delle emissioni nella seconda parte del secolo.
L’Accordo è entrato in vigore il 4 novembre, con una tempistica senza precedenti, a dimostrazione dell’impegno collettivo nella lotta al cambiamento climatico. La Conferenza delle Parti di Marrakech (7-18 novembre), svolgerà quindi anche la funzione di prima riunione delle Parti dell’Accordo. Il deposito dello strumento di ratifica dell’Italia avverrà in questi giorni, dopo un iter brevissimo, anch’esso a dimostrazione della forte volontà politica.
 L’adozione dell’Accordo ha anche stimolato i negoziati in altri ambiti: la Conferenza delle Parti del Protocollo di Montreal tenutasi a Kigali in ottobre ha stabilito una tabella di marcia per la progressiva riduzione della produzione ed utilizzo degli idrofluorocarburi (HFC), gas che non hanno un impatto sullo strato di ozono stratosferico, ma con elevato potenziale di riscaldamento globale. L’Assemblea dell’ICAO, tenutasi anch’essa lo scorso ottobre, ha approvato due risoluzioni in materia di protezione ambientale che tracciano un quadro con diverse misure, dalla riduzione delle emissioni acustiche al miglioramento della qualità dell'aria, alla creazione di un sistema di riduzione e compensazione delle emissioni di anidride carbonica, basato sia su innovazione tecnologica, carburanti alternativi, ottimizzazione di rotte e procedure operative degli aeroplani, sia su misure di mercato.
 A differenza della CoP di Parigi, dalla CoP22 l’attenzione si concentrerà su diversi deliverables, affinché il “Paris work programme” sia completato entro il 2018. In particolare, secondo l’Italia e l’UE, devono essere fatti sostanziali passi avanti riguardo il meccanismo di loss and damage (revisione del Warsaw International Mechanism) e Capacity Builiding (definizione dei terms of reference del Paris Committee on Capacity Building). Particolare attenzione sarà posta altresì sulla trasparenza (Paris transparency framework) e soprattutto sulla finanza del clima, relativamente alla quale è stato pubblicato ad ottobre un esaustivo report che indica che l’obiettivo dei 100 miliardi annui a partire dal 2020 verrà ampiamente raggiunto.

 Sarà inoltre sottolineato il ruolo della Global Climate Action Agenda, un esercizio mirato a stimolare e coordinare tutti i portatori di interesse a tutti i livelli per una rapida riduzione delle emissioni e per aiutare i Paesi più vulnerabili nella lotta ai cambiamenti climatici.

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