Nel corso della XXI Conferenza delle Parti (COP21)
della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici,
tenutasi a Parigi lo scorso dicembre, si è adottato un Accordo con il quale per
la prima volta quasi tutta la membership
ha sottoscritto pubblici impegni di riduzione delle emissioni clima alteranti.
Il combinato disposto di dette riduzioni dinamizza un contesto che finora era
stato rigidamente suddiviso fra un ridotto gruppo di Stati (identificati con i
membri OCSE) con determinati obblighi e il resto della comunità internazionale
esonerato dagli stessi.
Fra le più importanti misure decise dall’Accordo
rientra la fissazione dell'obiettivo di contenimento del riscaldamento entro
2°C rispetto ai livelli pre-industriali, con l’impegno ad operare attivamente
per un ulteriore abbassamento della soglia a 1,5°C. Inoltre, in applicazione
del principio delle “responsabilità comuni ma differenziate”, i Paesi
industrializzati dovranno continuare a "guidare il cammino", per
raggiungere il picco massimo delle emissioni di origine antropica al più presto,
per poi realizzare una situazione di neutralità delle emissioni nella seconda
parte del secolo.
L’Accordo è entrato in vigore il 4 novembre, con
una tempistica senza precedenti, a dimostrazione dell’impegno collettivo nella
lotta al cambiamento climatico. La Conferenza delle Parti di Marrakech (7-18
novembre), svolgerà quindi anche la funzione di prima riunione delle Parti
dell’Accordo. Il deposito dello strumento di ratifica dell’Italia avverrà in
questi giorni, dopo un iter
brevissimo, anch’esso a dimostrazione della forte volontà politica.
L’adozione dell’Accordo ha anche stimolato i
negoziati in altri ambiti: la Conferenza delle Parti del Protocollo di Montreal
tenutasi a Kigali in ottobre ha stabilito una tabella di marcia per la
progressiva riduzione della produzione ed utilizzo degli idrofluorocarburi
(HFC), gas che non hanno un impatto sullo strato di ozono stratosferico, ma con
elevato potenziale di riscaldamento globale. L’Assemblea dell’ICAO, tenutasi
anch’essa lo scorso ottobre, ha approvato due risoluzioni in materia di
protezione ambientale che tracciano un quadro con diverse misure, dalla
riduzione delle emissioni acustiche al miglioramento della qualità dell'aria,
alla creazione di un sistema di riduzione e compensazione delle emissioni di
anidride carbonica, basato sia su innovazione tecnologica, carburanti
alternativi, ottimizzazione di rotte e procedure operative degli aeroplani, sia
su misure di mercato.
A differenza della CoP di Parigi, dalla CoP22 l’attenzione
si concentrerà su diversi deliverables,
affinché il “Paris work programme”
sia completato entro il 2018. In particolare, secondo l’Italia e l’UE, devono
essere fatti sostanziali passi avanti riguardo il meccanismo di loss
and damage (revisione del Warsaw
International Mechanism) e Capacity Builiding (definizione dei terms of reference del Paris Committee on Capacity Building).
Particolare attenzione sarà posta altresì sulla trasparenza (Paris
transparency framework) e soprattutto sulla finanza del clima, relativamente alla quale è stato pubblicato ad
ottobre un esaustivo report che
indica che l’obiettivo dei 100 miliardi annui a partire dal 2020 verrà
ampiamente raggiunto.
Sarà inoltre sottolineato il ruolo della Global
Climate Action Agenda, un esercizio mirato a stimolare e coordinare
tutti i portatori di interesse a tutti i livelli per una rapida riduzione delle
emissioni e per aiutare i Paesi più vulnerabili nella lotta ai cambiamenti
climatici.
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