mercoledì 10 giugno 2015

IL MINISTRO GALLETTI ELOGIA IL LAVORO FATTO SULLE AREE MARINE PROTETTE

Indagine conoscitiva “Flussi migratori in Europa attraverso l’Italia, nella prospettiva della riforma del sistema europeo comune d’asilo e della revisione dei modelli di accoglienza”
Grazie onorevole presidente,
mi rendo conto che dinanzi ad una tragedia di enormi proporzioni come quella dei migranti, con migliaia di perdite di vite umane, gli aspetti ambientali possano apparire meno rilevanti.
Tuttavia credo che la nostra forza, la forza delle nostre democrazie, della nostra civiltà sia quella di non rinunciare ai nostri valori. La tutela dell’ambiente per noi e soprattutto per le prossime generazioni è uno di questi valori. Sta a noi la capacità di difenderlo anche in presenza di una situazione inedita e gravissima. Vengo quindi al merito dei temi da lei sollevati. Le implicazioni di carattere ambientale connesse al fenomeno dei migranti, vanno inquadrate nel particolare contesto di fragilità dell’eco-sistema del Mediterraneo, già sottoposto, quale bacino semichiuso, a rilevantissime pressioni antropiche.
L’area interessata dalle rotte dei barconi dei profughi costituisce uno degli esempi più importanti per la biodiversità da un punto di vista internazionale. Non è un caso, infatti, che nel canale di Sicilia siano state individuate, più aree EBSA (Ecologically or Biologically Significant Marine Areas), cioè aree più speciali e significative per gli aspetti ecologici e biologici, riconosciute dalla Convenzione mondiale per la biodiversità, adottata a Rio de Janeiro nel 1992 nel corso del summit mondiale delle Nazioni Unite su “Ambiente e Sviluppo”.
Nello scorso mese di maggio, inoltre, sono stati approvati due emendamenti al Disegno di legge “collegato ambientale”, attualmente in corso di esame presso le Camere proposti dal Sen. Marinello e volti, oltre ad una più rapida istituzione delle aree marine protette, a valorizzare la peculiare specificità naturalistica di ecosistemi sommersi quali il “Banco di Graham” (che include l’isola Ferdinandea), il “Banco Terribile”, il “Banco di Pantelleria” e il “Banco Avventura”, tutti localizzati nel Canale di Sicilia e caratterizzati da una elevata biodiversità, o, nel caso del Banco di Graham, da fenomeni vulcanici e idrotermali.
Tuttavia, per difendere efficacemente e salvaguardare la biodiversità marina, è necessario prima capire dove intervenire, ed è qui che emerge la rilevanza “internazionale” delle aree marine di importanza ecologica e biologica. E questo vuol dire, allo stesso tempo, accettare l’idea che alcune zone identificate sulla base di stringenti criteri predeterminati, siano inevitabilmente da privilegiare, nelle azioni di tutela e di conservazione, rispetto ad altre.
E questo è appunto il discorso che avevo introdotto, riferendomi alla particolare vulnerabilità, dal punto di vista ambientale, e della corrispondente esigenza di tutela, delle aree marine ricadenti nel Mediterraneo meridionale, interessate al fenomeno della migrazione di clandestini provenienti dalle coste nord-africane.
Ma è anche importante comprendere nella sua componente quantitativa il “fenomeno” dei migranti che comporta l’abbandono, e il rischio concreto del loro affondamento, sia in mare aperto, cioè in acque internazionali, che lungo le coste nazionali, cioè in acque territoriali, dei battelli utilizzati.
IL TESTO CPMPLETO DEL DISCORSO QUI: http://www.minambiente.it/comunicati/il-testo-dellaudizione-del-ministro-galletti-al-comitato-schengen-sui-fenomeni-migratori

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