Un correttivo semplice, che riporta fra le competenze esclusive dello Stato quelle su «ambiente ed ecosistema» e cancella il rischio di ricreare sul versante ambientale il pasticcio che la riforma prova a risolvere sui temi delle infrastrutture e delle reti di trasporto ed energia.
L’emendamento è nato all’interno della stessa maggioranza ed è firmato da Giuseppe Marinello, senatore dell’Ncd e presidente della commissione Ambiente di Palazzo Madama. Il correttivo, che nei giorni scorsi era stato chiesto anche da deputati del Pd (per esempio Enrico Borghi, della commissione Ambiente della Camera) e da 19 associazioni ambientaliste, da Wwf a Italia Nostra, dal Touring club a Legambiente, dovrebbe quindi rientrare tra i «possibili ritocchi» d’Aula su cui anche il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ha manifestato nei giorni scorsi l’apertura del Governo. La questione, apparentemente tecnica, è in realtà cruciale, perché se non viene corretta rischia di vanificare una fetta importante del riordino già approvato in prima commissione al Senato per superare le paralisi prodotte dal federalismo costituzionale nato nel 2001
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