giovedì 29 settembre 2016

INTERVENTO IN AULA SULLA MOZIONE PROGETTO "CASA ITALIA"

Signor Presidente, illustri colleghi, rappresentanti del Governo, 
il dibattito odierno verte su una questione assolutamente seria che non necessita di retorica, di populismo o di demagogia. È una questione sulla quale il Parlamento oggi dovrà esprimersi e dovrà farlo, a mio avviso, nella maniera più unitaria possibile per dare un contributo serio, attraverso un atto di indirizzo che costituisca per il Governo una sorta di programma di lavoro.
Dobbiamo tutto questo, serietà di approccio, non soltanto alle vittime del terremoto del 24 agosto ma a tutte le vittime delle calamità naturali - in particolare dei terremoti - che a partire dal terremoto del Belice del 1968 si sono susseguite nel nostro Paese.
Orbene, il 24 agosto è avvenuta questa immane tragedia. La risposta del Paese è stata pronta. Colgo ancora una volta l'occasione per ringraziare tutti coloro i quali si sono prodigati: i rappresentanti delle istituzioni, l'Esercito, la Protezione civile, la Croce Rossa e le associazioni di volontariato. Ma anche la risposta del Governo è stata pronta: già il 25 agosto è stata emanata la dichiarazione dello stato di emergenza con un primo stanziamento di 50 milioni di euro per il pronto intervento e la nomina di Vasco Errani come commissario straordinario per la ricostruzione. Inoltre, è stata individuata la data del 6 settembre per il programma Casa Italia, che non è uno slogan ma rappresenta una strategia complessiva che include non soltanto la messa in sicurezza del patrimonio edilizio, sia esso pubblico o privato, ma anche il raccordo di tutte le misure di prevenzione, non soltanto quelle relative agli immobili ma anche al nostro territorio. È un programma ambizioso, il cui costo è valutato in circa 100 miliardi di investimenti e che necessita sicuramente di diversi decenni per essere espletato. Infine è stata individuata la data del 31 ottobre per la presentazione del progetto compiuto.
Ma il contributo che noi oggi vogliamo dare (di cui nella nostra mozione abbiamo rappresentato i punti principali) è di idee e di disponibilità, attraverso una serie di impegni che suggeriamo al Governo che vanno verso una semplificazione delle procedure di ricostruzione delle aree terremotate ad Amatrice e negli altri paesi interessati per far sì che definiscano, in assoluta sintonia con le comunità locali, non soltanto - per l'appunto - le procedure ma soprattutto le modalità.
Siamo dell'idea che si debba ricostruire com'era e dov'era, certamente rispettando l'ambiente, la qualità e l'identità architettonica preesistente, tutelando il paesaggio, cercando, in una parola sola, di non far disperdere la memoria di quelle popolazioni.
Tra l'altro, questo terremoto ha avuto una caratteristica fondamentale: gli abitanti di quelle aree erano prevalentemente costituiti da persone che si recavano lì periodicamente: trattasi, infatti, prevalentemente di seconde case. Questo terremoto, di fatto, serve a cambiare un approccio che la politica ha sempre avuto nei confronti di queste calamità, superando il tabù della differenziazione tra prime e seconde case.
Abbiamo il dovere di dare una risposta in tempi certi, ma abbiamo anche il dovere di evitare quanto - ahimè - accaduto precedentemente nel nostro Paese. Mi riferisco alle ruberie, alla corruzione, all'attenzione delle mafie che, in casi di questo genere, come torme di sciacalli si avventano alla ricerca di un facile guadagno e di un facile bottino. Ma io, signor Presidente, non ho minimamente paura di questo, perché uno Stato serio non deve mai avere paura di questioni del genere. Ci sono i mezzi e gli strumenti per evitare che avvengano fenomeni di predazione: i mezzi e gli strumenti ci sono e poi, chiaramente, ognuno di noi deve fare il proprio dovere. Il dovere della politica è l'assunzione di responsabilità, senza se, senza ma e senza paure. Il dovere della magistratura e delle Forze dell'ordine è quello di tutelare la legge e, comunque, di farla rispettare.
Ci sarà anche il contributo dell'Autorità anticorruzione anche se, personalmente, appartengo a coloro i quali ritengono che l'Autorità anticorruzione non possa e non debba essere evocata a ogni piè sospinto, ma debba rappresentare una risposta a situazioni emergenziali, una risposta, magari preventiva, nell'individuare modalità che incoraggino la trasparenza e che tutelino la legalità, ma che non possa e non debba mai sostituirsi alla primazia della politica.
Abbiamo il dovere, signor Presidente, di evitare quanto accaduto in vaste aree del Paese in esperienze precedenti. Abbiamo cioè il dovere di evitare che le aree terremotate diventino luoghi di sperimentazione e, magari, un luogo di architetture libere, nei confronti delle quali non ho assolutamente nulla in contrario ma che, in aree del Paese e in esperienze precedenti, hanno creato delle vere discrasie con il linguaggio dei territori e, quindi, le coscienze dei cittadini terremotati. Cittadini terremotati che, in taluni casi, sono stati terremotati due volte: disastrati per la calamità naturale e disastrati per l'intervento operato dallo Stato in materia assolutamente disastroso.
Nella nostra mozione abbiamo individuato i mezzi tecnici. Sono convinto che la legge di stabilità rappresenti una occasione importante. Dobbiamo procedere alacremente alla messa in sicurezza degli edifici pubblici, degli edifici privati, del nostro patrimonio storico artistico e culturale. E dobbiamo procedere in tempi celeri.
Certo è che il Paese non può più aspettare i ritardi della politica e, soprattutto, la distrazione dello Stato.


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