Commemorazione delle vittime del terremoto del 24 agosto 2016
676ª Seduta Senato della Repubblica
Signor Presidente,
onorevoli colleghi,
dopo l'ennesima
tragedia e i momenti di dolore che hanno colpito il popolo italiano, i numerosi
appelli alla comune responsabilità necessitano di risposte concrete ed
immediate. Tutto il Paese si è stretto in un grande abbraccio di solidarietà
attorno alle popolazioni colpite. La società tutta e la macchina dei soccorsi,
come sempre, hanno risposto in modo egregio mobilitando risorse umane,
strumentali ed economiche che solo popoli generosi come quello italiano riescono
a garantire.
Ne approfitto pertanto
per ringraziare le autorità locali, la Protezione civile, i Vigili del fuoco,
le Forze di polizia e il Corpo di polizia di Roma Capitale, le Forze armate e i
volontari, per l'impegno e la dedizione manifestata nell'opera di soccorso,
ciascuno con ruoli e compiti differenti ma tutti animati da un sincero spirito
solidale e comunitario. Ora tocca alle istituzioni dare la risposta più
importante. La risposta sarà davvero efficace se si porrà al centro di
qualsiasi progetto o campagna la parola «prevenzione».
Ma che non sia più una
parola usata per spot estemporanei e poi richiusa in un cassetto. Prevenzione
vuol dire investire soldi, molti purtroppo per il ritardo accumulato dal nostro
Paese, per garantire un reale adeguamento antisismico delle opere edilizie, in
primis di quelle che si trovano nelle fasce territoriali a più elevato rischio
sismico. La prevenzione necessita di una mappatura certosina degli edifici
esistenti in modo tale da costruire un fascicolo del fabbricato, una sorta di
carta d'identità dell'edificio. Sono oltre 900.000 i fabbricati abitativi che
si trovano nelle aree di massimo rischio e circa 93 miliardi è il costo
stimato. Fino ad oggi si è puntato sull'adeguamento sismico volontario
attraverso la detrazione del 65 per cento per i lavori di antisismica, per il
momento in vigore fino al 31 dicembre 2016, per le prime case e gli edifici
produttivi ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosità. Questa misura,
signor Ministro, certamente utile, dovrà essere rafforzata ed estesa, ma non
potrà rimanere l'unica azione messa in campo come risposta ad anni di ritardo.
Dobbiamo fornire una risposta seria ed adeguata e non lo dobbiamo solo alle
vittime di Amatrice e del Centro Italia, ma a tutte le vittime dei passati
eventi calamitosi, dal Belice all'Irpinia, dall'Umbria all'Aquila e all'Emilia,
a tutti coloro che dopo eventi del genere non solo hanno perso dei cari ma
hanno visto le loro abitazioni e i loro paesi cadere in pezzi; territori e
popolazioni che oggi, anche a 48 anni di distanza, signor Ministro, aspettano
una risposta e la chiusura di questa drammatica parentesi del loro vissuto.
Fondamentale, tanto
quanto la prevenzione, è ora la fase di ricostruzione: le istituzioni coinvolte
in questo lungo e complicato processo si devono adoperare affinché sia seria e
tutti i centri colpiti tornino a vedere la luce lì dove sono sprofondati. Solo
così la forza di queste comunità silenziose non verrà dispersa, solo così un
giorno le campane potranno ritornare a suonare a festa.
Simbolo della
ricostruzione può essere la scuola elementare di Amatrice: la Protezione civile
di Trento ha costruito in tempo record un edificio modulare che ha consentito a
più di duecento bambini di iniziare puntualmente l'anno scolastico. Ora
dovranno ricevere simile attenzione anche tutti quegli scolari che negli altri
paesi saranno costretti a tornare alle lezioni in prefabbricati, tende e
strutture attrezzate. L'attenzione e la vicinanza alle popolazioni nel lungo
periodo sarà uno dei fattori decisivi per la rinascita. I riflettori non
dovranno accendersi solo in occasione delle visite istituzionali, ma dovranno
garantire l'informazione puntuale e la stretta vigilanza sullo svolgimento
delle fasi della ricostruzione.
A livello centrale, il
Parlamento, in accordo con il Governo, deve immaginare misure e strumenti
affinché tali tragedie non si ripetano più: serve lo stanziamento di risorse
importanti, da utilizzare secondo criteri efficaci e con la supervisione
coordinata di strutture locali e centrali. La magistratura procederà anche con
tutti gli accertamenti opportuni per verificare che nel passato siano stati
rispettati i parametri nella costruzione degli edifici pubblici. Già oggi sul
territorio opera il commissario per la ricostruzione, cui è stato assegnato un
compito gravoso e di grandi responsabilità. Proprio il commissario deve essere
messo nelle condizioni di poter lavorare con mezzi rapidi, in accordo con i
rappresentanti delle istituzioni locali e senza essere ostacolato dai cavilli
della burocrazia. Solo se ciascuno dedicherà ogni energia al compito ricevuto,
il lavoro di squadra potrà riconsegnare alle popolazioni colpite una nuova
normalità e potremo dire di aver onorato la memoria di tutti i caduti in questa
terribile calamità e in quelle che l'hanno preceduta.
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