Signor Presidente, illustri
colleghi, rappresentanti del Governo,
il dibattito odierno verte su una
questione assolutamente seria che non necessita di retorica, di populismo o di
demagogia. È una questione sulla quale il Parlamento oggi dovrà esprimersi e dovrà
farlo, a mio avviso, nella maniera più unitaria possibile per dare un
contributo serio, attraverso un atto di indirizzo che costituisca per il
Governo una sorta di programma di lavoro.
Dobbiamo tutto questo, serietà di approccio, non soltanto alle
vittime del terremoto del 24 agosto ma a tutte le vittime delle calamità
naturali - in particolare dei terremoti - che a partire dal terremoto del
Belice del 1968 si sono susseguite nel nostro Paese.
Orbene, il 24 agosto è avvenuta questa immane tragedia. La
risposta del Paese è stata pronta. Colgo ancora una volta l'occasione per
ringraziare tutti coloro i quali si sono prodigati: i rappresentanti delle
istituzioni, l'Esercito, la Protezione civile, la Croce Rossa e le associazioni
di volontariato. Ma anche la risposta del Governo è stata pronta: già il 25
agosto è stata emanata la dichiarazione dello stato di emergenza con un primo
stanziamento di 50 milioni di euro per il pronto intervento e la nomina di
Vasco Errani come commissario straordinario per la ricostruzione. Inoltre, è
stata individuata la data del 6 settembre per il programma Casa Italia, che non
è uno slogan ma rappresenta una strategia
complessiva che include non soltanto la messa in sicurezza del patrimonio
edilizio, sia esso pubblico o privato, ma anche il raccordo di tutte le misure
di prevenzione, non soltanto quelle relative agli immobili ma anche al nostro
territorio. È un programma ambizioso, il cui costo è valutato in circa 100
miliardi di investimenti e che necessita sicuramente di diversi decenni per
essere espletato. Infine è stata individuata la data del 31 ottobre per la
presentazione del progetto compiuto.
Ma il contributo che noi oggi vogliamo dare (di cui nella nostra
mozione abbiamo rappresentato i punti principali) è di idee e di disponibilità,
attraverso una serie di impegni che suggeriamo al Governo che vanno verso una
semplificazione delle procedure di ricostruzione delle aree terremotate ad
Amatrice e negli altri paesi interessati per far sì che definiscano, in
assoluta sintonia con le comunità locali, non soltanto - per l'appunto - le
procedure ma soprattutto le modalità.
Siamo dell'idea che si debba ricostruire com'era e dov'era,
certamente rispettando l'ambiente, la qualità e l'identità architettonica
preesistente, tutelando il paesaggio, cercando, in una parola sola, di non far
disperdere la memoria di quelle popolazioni.
Tra l'altro, questo terremoto ha avuto una caratteristica
fondamentale: gli abitanti di quelle aree erano prevalentemente costituiti da
persone che si recavano lì periodicamente: trattasi, infatti, prevalentemente
di seconde case. Questo terremoto, di fatto, serve a cambiare un approccio che
la politica ha sempre avuto nei confronti di queste calamità, superando il tabù
della differenziazione tra prime e seconde case.
Abbiamo il dovere di dare una risposta in tempi certi, ma abbiamo
anche il dovere di evitare quanto - ahimè - accaduto precedentemente nel nostro
Paese. Mi riferisco alle ruberie, alla corruzione, all'attenzione delle mafie
che, in casi di questo genere, come torme di sciacalli si avventano alla
ricerca di un facile guadagno e di un facile bottino. Ma io, signor Presidente,
non ho minimamente paura di questo, perché uno Stato serio non deve mai avere
paura di questioni del genere. Ci sono i mezzi e gli strumenti per evitare che
avvengano fenomeni di predazione: i mezzi e gli strumenti ci sono e poi,
chiaramente, ognuno di noi deve fare il proprio dovere. Il dovere della
politica è l'assunzione di responsabilità, senza se, senza ma e senza paure. Il
dovere della magistratura e delle Forze dell'ordine è quello di tutelare la
legge e, comunque, di farla rispettare.
Ci sarà anche il contributo dell'Autorità anticorruzione anche se,
personalmente, appartengo a coloro i quali ritengono che l'Autorità
anticorruzione non possa e non debba essere evocata a ogni piè sospinto, ma
debba rappresentare una risposta a situazioni emergenziali, una risposta,
magari preventiva, nell'individuare modalità che incoraggino la trasparenza e
che tutelino la legalità, ma che non possa e non debba mai sostituirsi alla
primazia della politica.
Abbiamo il dovere, signor Presidente, di evitare quanto accaduto
in vaste aree del Paese in esperienze precedenti. Abbiamo cioè il dovere di
evitare che le aree terremotate diventino luoghi di sperimentazione e, magari,
un luogo di architetture libere, nei confronti delle quali non ho assolutamente
nulla in contrario ma che, in aree del Paese e in esperienze precedenti, hanno
creato delle vere discrasie con il linguaggio dei territori e, quindi, le
coscienze dei cittadini terremotati. Cittadini terremotati che, in taluni casi,
sono stati terremotati due volte: disastrati per la calamità naturale e
disastrati per l'intervento operato dallo Stato in materia assolutamente
disastroso.
Nella nostra mozione abbiamo individuato i mezzi tecnici. Sono
convinto che la legge di stabilità rappresenti una occasione importante.
Dobbiamo procedere alacremente alla messa in sicurezza degli edifici pubblici,
degli edifici privati, del nostro patrimonio storico artistico e culturale. E
dobbiamo procedere in tempi celeri.
Certo è che il Paese non può più aspettare i ritardi della
politica e, soprattutto, la distrazione dello Stato.