venerdì 18 marzo 2016

GIORNATA NAZIONALE DELLA MEMORIA E IN RICORDO DELLE VITTIME DI MAFIA: IL MIO INTERVENTO IN AULA

Istituzione della «Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Intervento in aula

   Onorevoli senatori, il disegno di legge che oggi trattiamo e che stiamo per approvare mi coinvolge direttamente e personalmente da siciliano. Ricordo ancora quando, quarant'anni orsono, superato l'esame di maturità, arrivai nella città di Palermo per iscrivermi all'università. Ricordo cos'era Palermo in quegli anni. Personalmente, poteva capitare di camminare nelle strade del centro - non nelle desolate periferie - finanche in piazza Politeama o davanti al teatro Massimo e assistere a scene incredibili. Quando non si assisteva a scene incredibili, spesso si udiva nel centro della città il tragico rumore delle armi da fuoco. Io stesso ricordo - e talvolta mi sovviene con terrore durante la notte - il rumore terrificante dei kalashnikov che vennero usati per la prima volta contro le vetrine di una nota gioielleria del centro, per effettuare una tragica prova balistica (era la prima volta che arrivavano quelle armi in Sicilia), per poi procedere a un numero enorme di omicidi.
Sappiamo tutti cosa rappresenti, in termini di male assoluto, la mafia in Sicilia, la 'ndrangheta in Calabria, la camorra in Campania, la sacra corona unita in Puglia e tutte le mafie nel resto del Paese e anche al di fuori dei confini nazionali. Sappiamo cosa hanno prodotto in termini di devastazione, di disegualità, di devastazione (uso ancora questo termine) delle coscienze, della socialità e in termini di diseconomia.
Sappiamo tutti quanto sia lungo l'elenco delle vittime, iniziando dal 1893 (omicidio Notarbartolo) e dal 1909 (omicidio Petrosino). È una serie infinita di vittime e di omicidi. Ricordare tutti i nomi sarebbe quasi impossibile e supererebbe non soltanto il tempo a mia disposizione, ma quello di tutti i Gruppi parlamentari. Ma alcuni nomi vanno ricordati: il procuratore Scaglione, Peppino Impastato, Piersanti Mattarella, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro, Rocco Chinnici, Fava, Rosario Livatino, Giovanni Falcone con la moglie Francesco Morvillo, Paolo Borsellino, gli agenti delle loro scorte, l'avvocato Famà e altri ancora.
Come poi non ricordare la tragica e lunghissima serie di sindacalisti ammazzati dalla mafia dal 1945 al 1966: un elenco lunghissimo, quasi impossibile da leggere. Faccio soltanto alcuni nomi: Scalia, Puntarello, Castiglione, Azoti, Casarrubea, Placido Rizzotto, Spagnolo, Bongiorno e il mio concittadino Accursio Miraglia, trucidato a Sciacca il 4 gennaio 1947.
Fino ad oggi abbiamo lasciato all'iniziativa delle comunità locali, degli enti locali e delle associazioni il ricordo ogni anno delle vittime della mafia, un ricordo che serve a tenere vivo nel nostro Paese la memoria, affinché si sviluppi una coscienza che in ogni cittadino, in ogni ragazzo e in ogni giovane faccia sorgere forte la volontà di dire no e di opporsi con determinazione a tutte le mafie.
Sappiamo come ogni anno il 21 marzo, primo giorno di primavera, giorno che leghiamo alla memoria di San Benedetto e quindi alla rinascita dell'Europa e del mondo allora civile rispetto alla barbarie delle invasioni e dell'oscurità seguita alla caduta dell'impero romano, Libera celebri la giornata della memoria e dell'impegno, il ricordo delle vittime innocenti della mafia.
Dal 1996, ogni anno, in una città diversa, viene letto un elenco di circa novecento nomi di vittime innocenti. In quell'elenco ci sono nomi che ci danno subito un'emozione fortissima; ci sono delle vittime il cui nome ci dice poco, vittime sconosciute ai più. Ma proprio per questo, è ancora più forte il dovere di ricordarle tutte unendole in un unico tragico filo rosso di sangue, di violenza, di terrore. Quest'anno la giornata si svolgerà a Messina e, in contemporanea, in tanti luoghi del nostro Paese. E la giornata del ricordo delle vittime, che come dicevo si svolgerà all'unisono su tutto il territorio nazionale, come sempre consentirà di rendere vivo il ricordo di quei nomi, di quei sacrifici, di quei martiri.
Di fronte a un fenomeno così importante, che coinvolge, scuole, istituzioni, associazioni, i familiari delle vittime e i singoli cittadini, credo che vada accolto con grande soddisfazione il lavoro svolto dai colleghi in Commissione affari costituzionali e il lavoro che oggi stiamo qui svolgendo con un voto che mi auguro più ampio possibile, perché questo è un provvedimento che merita, nell'interesse del Paese - e uso questa espressione forse un po' aulica e desueta - una grande condivisione.
Con questa legge in tutto il territorio nazionale, presso scuole, università, tribunali, enti territoriali e in tutte le istituzioni, si potranno svolgere iniziative, anche in collaborazione con forze dell'ordine, con la magistratura, con associazioni imprenditoriali, antiracket e antimafia, dirette proprio a far nascere e coltivare nell'opinione pubblica e nelle giovani generazioni la memoria delle vittime della mafia, ciò che rappresenta la loro storia.
È giusto che non si dimentichi, e soltanto con l'istituzionalizzazione di tale giornata si sancirà un'altra tappa dello Stato nella lotta contro la mafia.
Quella lotta ha già raggiunto grandi risultati: l'arresto dei latitanti, la disarticolazione dell'organizzazione su vaste parti del territorio, la confisca dei beni, l'evidenziare zone grigie di contiguità, l'istituzionalizzazione nel nostro codice del 41- bis, il codice antimafia, l'istituzione del fondo unico giustizia. Sono tutte cose già fatte.
Ma è ancora più importante non soltanto fare queste cose, segnali che la politica ha già dato, ma soprattutto sottolineare come l'antimafia sia diventata e possa ancora rappresentare un valore unificante e caratterizzante della nostra identità nazionale. Si stabilisce quindi che in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, in occasione della giornata, si promuoveranno, nell'ambito della propria autonomia e delle rispettive competenze, iniziative volte alla sensibilizzazione sul valore storico, istituzionale e sociale della lotta alla mafia e delle vittime della criminalità organizzata.
Emerge chiaramente, signora Presidente, come tali iniziative rappresenteranno quindi non soltanto una mera occasione celebrativa, ma l'opportunità per riflettere, approfondire e discutere di un problema purtroppo ancora attuale e, soprattutto, si ha la fondata speranza di potere contribuire a promuovere tra gli studenti e tra i giovani il sentimento della legalità e di appartenenza ad una patria che accomuna tutti cittadini attraverso valori condivisi.
Signora Presidente, onorevoli colleghi, sono ormai trascorsi più di venti anni dalle stragi di Capaci e di via D'Amelio che, con la morte di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo, di Paolo Borsellino e degli uomini della loro scorta, hanno segnato la nostra generazione. E oggi più che mai è forte in tutti noi la consapevolezza che per poter combattere la cultura mafiosa e le sue manifestazioni è necessario avere contezza della storia e delle radici e soprattutto far conoscere questa storia e queste radici ai giovani.
Chi non ha memoria del proprio passato è destinato ad un incerto futuro e proprio noi siamo convinti con determinazione che questa giornata della memoria contribuirà a far nascere e a far crescere una nuova generazione di italiani. È per questo che convintamente il Gruppo al quale appartengo, il Gruppo di Area Popolare, Nuovo Centro Destra e UDC, voterà convintamente questo disegno di legge.

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