ROMA
Un ulteriore micro-aumento progressivo delle aliquote contributive dei lavoratori autonomi, pari ad altri 0,15 punti percentuali a regime nel 2016, per garantire le risorse necessarie per il salvagente previdenziale ai lavoratori «esodati» e, fino al 2017, anche ai «precoci». Con tanto di clausola di salvaguardia: se, una volta definita la platea dei beneficiari, le risorse dovessero rivelarsi insufficienti, si potrebbe fare leva su un aumento dei contributi a carico delle imprese per gli ammortizzatori sociali. Con questo risultato, in gran parte non gradito al ministro Elsa Fornero, nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera si è chiusa, ma solo apparentemente e non senza tensioni tra i ministeri del Lavoro e del Tesoro e nei partiti che sostengono il Governo, l'estenuante partita sulla copertura ai correttivi pensionistici al milleproroghe.
Il decreto ieri ha ricevuto l'ok, in sede referente, delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera e da lunedì sarà all'esame dell'Aula. E proprio in Aula a Montecitorio, o al più tardi nel passaggio del testo al Senato, la partita è destinata a riaprirsi visto che Fornero si è detta apertamente contraria a un nuovo aumento delle aliquote sugli autonomi, contenuto in un emendamento riformulato dai relatori con l'assenso del Tesoro. E anche il Pdl, prima con Giuliano Cazzola («la riforma Fornero è la giusta direzione») e poi con i vertici del gruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto e Massimo Corsaro, chiedono di trovare una copertura diversa: «basta colpire gli autonomi». Soddisfazione invece per la soluzione trovata è stata espressa dal Pd con Cesare Damiano.
La contrarietà manifestata, fin dalla tarda serata di giovedì, dal ministro Fornero non riguarda l'obiettivo di salvaguardare casi specifici di lavoratori cosiddetti «esodati» e anche precoci ma la lo strumento di finanziamento individuato. Secondo Fornero, e i tecnici del Lavoro, la copertura va individuata con misure di fiscalità generale facendo in modo che chi ha di più contribuisca in favore di chi ha meno.
Ecco allora che in Aula alla Camera o al Senato potrebbe rispuntare un aumento del contributo di solidarietà sulle pensioni più alte. Un'opzione che era stata accantonata nella tarda serata di giovedì quando ha cominciato a prendere corpo la versione riformulata dell'emendamento dei relatori, Gianclaudio Bressa (Pd) e Gioacchino Alfano (Pdl) in cui è stato inserito il nuovo aumento progressivo dell'aliquota contributiva su artigiani, commercianti e coltivatori diretti a partire dal 2013: si parte con un +0,01 a cui nel 2014 si aggiunge un altro +0,04%, che lievita di un ulteriore 0,05% sia nel 2015 che nel 2016 «fino a conseguire un incremento complessivo di 0,15 punti percentuali».
L'emendamento approvato ieri contiene anche due novità sul salvagente per «esodati» e «precoci». Nel primo caso, oltre a quanto già proposto dai relatori (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) si stabilisce che potranno essere esclusi dalle nuove regole previdenziali targate Fornero-Monti anche i lavoratori che hanno firmato degli accordi collettivi di incentivo all'esodo stipulati da organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale. Per i «precoci» "under 62" che opteranno per il pensionamento con il solo canale contributivo (42 anni e 1 mese per gli uomini e 41 anni e 1 mese per le donne) viene garantito l'azzeramento delle penalizzazioni con un'anzianità contributiva maturata a tutto il 31 dicembre 2017, inclusi i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l'assolvimento degli obblighi di leve, infortunio, malattia e Cassa integrazione ordinaria. È saltata invece la deroga per il personale della scuola (l'emendamento dei relatori è stato ritirato).
Infine, accolto un emendamento di Giuseppe Francesco Marinello (Pdl) che posticipa dal 30 giugno al 30 settembre 2012 la scadenza entro cui le Casse di previdenza professionali possono mettersi in regola con i saldi previdenziali e bilanci tecnici in equilibrio su 50 anni. «Il Governo – sottolinea Andrea Camporese, presidente dell'Adepp – ha detto anche di voler rivedere con decreto i criteri per la tenuta dei bilanci e su questo diamo la nostra piena disponbilità a cooperare».
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