La consultazione pubblica del
Senato
sul pacchetto "Economia
circolare"
Sala
Caduti di Nassiriya, martedì 17 maggio 2016, ore 11
Onorevole Presidente, Autorità, egregi Colleghi, gentili Ospiti
Il dossier sull'economia circolare rappresenta una delle priorità dell'azione dell'Unione europea,
anche alla luce del recente accordo
internazionale raggiunto alla Conferenza
delle Parti di Parigi, lo scorso dicembre.
Il contenimento dell'uso delle risorse ambientali e il loro impiego
sostenibile nelle migliori condizioni di efficienza produttiva rappresentano
elementi cruciali nell'ambito della strategia internazionale volta al
contenimento dell'incremento medio della temperatura globale entro il limite di
1,5 gradi centigradi.
In tale contesto, il paradigma dell’economia circolare si
contrappone quello all'approccio tradizionale dell'economia lineare, basato
su un modello che prevede la produzione di un bene, il suo utilizzo e, alla
fine, il suo conferimento in discarica, quando non il suo abbandono.
Tale approccio risulta ormai obsoleto e comporta un elevato spreco
di risorse con un forte impatto ambientale.
Il modello
dell'economia circolare mira invece a perseguire modalità di sviluppo più
etiche, poiché rispettose dell'ambiente e di ciò che sarà il lascito alle
future generazioni: un modello economico nel quale le risorse vengono
utilizzate all’insegna di criteri sostenibili sotto il profilo ambientale,
mantenendo quanto più a lungo possibile il valore dei prodotti, dei materiali e
delle risorse e riducendo al minimo la produzione dei rifiuti, all'insegna
della circolarità dell'impiego dei fattori produttivi.
Le misure del
pacchetto propongono quindi un approccio
integrato, che va ben oltre il focus
sui rifiuti, e includono azioni volte a promuovere l’economia circolare in ogni
fase della catena del valore, dalla produzione alla riparazione e ai prodotti
secondari, coinvolgendo tutti gli attori, sia dal lato della produzione che del
consumo.
Ciò nella
consapevolezza che l’aspetto ambientale dell'economia non è un semplice
risvolto di un processo di trasformazione produttiva, ma costituisce l'altra
faccia della medaglia ed è, al contempo, il contesto in cui lo stesso processo
di trasformazione si inserisce.
Il dossier
dell’economia circolare è all’ordine del giorno della Commissione ambiente del
Senato da circa un anno e mezzo. Sono già state approvate due risoluzioni di
indirizzo al Governo e di orientamento del dialogo politico con le Istituzioni
europe: la prima approvata nel 19
novembre 2014;la seconda nel luglio
2015.
Il 2 dicembre 2015,
la Commissione europea ha presentato la comunicazione e le quattro proposte di
modifica della direttiva, che oggi costituiscono il pacchetto"economia
circolare".
Nell'ambito
dell'esame del pacchetto"economia circolare", la Commissione ambiente
del Senato ha avviato - sulla base delle disposizioni regolamentari vigenti - una
procedura di consultazione pubblica, i cui risultati vengono oggi discussi. Il
fine di questa consultazione è quello di rappresentare gli interessi nazionali
nell'ambito del dialogo politico e nel processo decisionale europeo.
Si è quindi
proceduto ad acquisire informazioni e valutazioni delle parti interessate su
ciascuna delle proposte in esame, per l'elaborazione del contributo da
trasmettere alla Commissione europea.
La consultazione si
è articolata, da un lato, in un ciclo di audizioni in Commissione con il
deposito di contributi da parte dei soggetti auditi e, dall'altro, nella
somministrazione di questionari sui
cinque documenti di cui si compone il pacchetto. La consultazione è rimasta
aperta - dal 1° febbraio al 31 marzo 2016 - ai contributi di tutti coloro che
intendessero partecipare al processo decisionale europeo con osservazioni sul
merito delle proposte legislative.
I cittadini, le
autorità pubbliche, le imprese, le Università, i centri di ricerca e tutti gli
altri soggetti governativi e non governativi interessati sono stati invitati, a
seguito della pubblicazione di un Bando
sul sito web della Commissione ambiente, a esprimere le proprie riflessioni
su alcune questioni relative al contenuto e all'impatto previsto del piano di azione
e di ciascuna delle quattro proposte di direttiva.
Nell'ambito della
consultazione, si sono svolte 21 audizioni informali in Ufficio di Presidenza
integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari, mentre 30 sono stati i
portatori di interesse che hanno risposto ai questionari, 17 sono le memorie
depositate in audizione e 8 i documenti trasmessi, per un totale di 55
contributi.
La natura dei
contributi è risultata articolata poiché hanno partecipato soggetti ed enti sia
pubblici che privati; sia rappresentativi di interessi collettivi che portatori
di interessi di categoria. In particolare:
·
2
Regioni (Emilia Romagna e Lombardia)
·
10
Fondazioni, Università, Centri studi, Società di consulenza
·
25
Federazioni e Associazioni rappresentative di categorie produttive
·
9
Consorzi
·
2
Associazioni di consumatori
·
5
Imprese private
·
2
Cittadini.
I contributi
pervenuti sono stati analizzati per essere presi in considerazione in sede di
predisposizione della risoluzione che - una volta approvata dalla Commissione
ambiente del Senato - sarà trasmessa alla Commissione europea nel quadro del
dialogo politico e costituirà atto di indirizzo al Governo per i negoziati in
sede di Consiglio dell'Unione europea.
Va, in proposito, sottolineato che le consultazioni pubbliche svolte a
livello nazionale non si sovrappongono a quelle promosse dalla Commissione
europea, ma le integrano e le arricchiscono con la valutazione dell'impatto
delle politiche dell'Unione europea sui territori.
Una volta approvata la risoluzione, è intenzione della Commissione che mi
onoro di presiedere di rappresentare, in audizione a Brussel dinnanzi alla
Commissione ambiente del Parlamento europeo, presieduta dall’onorevole LA VIA, i
contenuti di quanto elaborato in sede nazionale, al fine di trasmettere il
senso della presenza istituzionale e la riconoscibilità della posizione
nazionale, oltre la semplice trasmissione materiale della risoluzione.
Nel merito dei contenuti occorre sottolineare che il contributo
nazionale all'insieme di misure contenute nel pacchetto dell'economia circolare
consentirà all'Italia di esprimere contenuti qualificati - per conoscenze
tecnologiche e sensibilità ambientale - in grado di supportare il processo di
circolarizzazione dell'economia.
La complessa revisione
operata dalle proposte di modifica delle direttive incide su una pluralità di
norme nazionali in materia di rifiuti. La ridefinizione degli obiettivi per la
gestione dei rifiuti dovrà essere attentamente recepita nella normativa
nazionale ai diversi livelli istituzionali ed essere integrata nei sistemi
nazionali di gestione dei rifiuti, finendo per incidere positivamente sull'assetto del territorio.
Dalle risposte
pervenute nell’ambito della consultazione sono emersi i seguenti profili di
criticità:
·
attenzione
non adeguata al tema della raccolta differenziata, che non viene resa
obbligatoria;
·
esigenza
di maggiore chiarezza nelle definizioni, con particolare riferimento a quelle
di "rifiuti urbani", "sottoprodotti" ed "end of waste";
·
necessità
di maggiore chiarezza, in relazione ai profili attuativi, sul ruolo dei
soggetti coinvolti nell'economia circolare, soprattutto in relazione alla
responsabilità estesa del produttore e ai costi di gestione.
Inoltre, con
riferimento ai profili applicativi in ambito nazionale delle proposte del
pacchetto, sono state evidenziate le seguenti criticità:
·
mancanza
di sistemi adeguati di gestione dei rifiuti;
·
scarsa
operatività del Sistri;
·
carente
applicazione della normativa vigente;
·
assenza
di indirizzi chiari per l'azione degli operatori di settore;
·
obsolescenza
di alcune disposizioni;
·
limitazione
della raccolta differenziata a cinque categorie di rifiuti, con risultati non
omogenei a livello territoriale;
·
scarsa
chiarezza del quadro informativo, tale da ingenerare difficoltà per i cittadini
nella gestione dei rifiuti.
Come ho accennato,
la trattazione del dossier dell'economia circolare ha inoltre costituito
l'occasione per la sperimentazione pur nell'attuale assetto istituzionale e
regolamentare - di nuove procedure volte a dare consistenza alle previsioni
della riforma costituzionale - che assegna al Senato un ruolo di collegamento
tra le istanze locali e regionali e le istituzioni europee.
In ciò valorizzando
il ruolo di indirizzo politico della Commissione permanente, che ha costituito
una piazza ideale (nel senso dell’agorà
greca) in cui rappresentare in maniera trasparente le istanze dei portatori di
interesse.
In occasione della
Conferenza interparlamentare "Energia, innovazione ed economia
circolare", tenutasi a L'Aja il 3 e 4 aprile 2016, la consultazione
pubblica promossa dal Senato è stata apprezzata quale best practice dagli altri Parlamenti dell'Unione europea e intermini lusinghieri si è espresso anche il
Commissario europeo per l'Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, Karmenu
Vella.
Ciò a dimostrazione
della capacità della buona Politica di generare meccanismi virtuosi di
rappresentatività, in grado di esprimere in maniera integrata i diversi livelli
istituzionali, attraverso un sistema di facilitazione verticale che permette di
rappresentarne le istanze, grazie a procedure partecipate e democratiche.
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