Istituzione della «Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in
ricordo delle vittime innocenti delle mafie
Intervento in aula
Onorevoli
senatori, il disegno di legge che oggi trattiamo e che stiamo per approvare mi
coinvolge direttamente e personalmente da siciliano. Ricordo ancora quando,
quarant'anni orsono, superato l'esame di maturità, arrivai nella città di
Palermo per iscrivermi all'università. Ricordo cos'era Palermo in quegli anni.
Personalmente, poteva capitare di camminare nelle strade del centro - non nelle
desolate periferie - finanche in piazza Politeama o davanti al teatro Massimo e
assistere a scene incredibili. Quando non si assisteva a scene incredibili,
spesso si udiva nel centro della città il tragico rumore delle armi da fuoco.
Io stesso ricordo - e talvolta mi sovviene con terrore durante la notte - il
rumore terrificante dei kalashnikov che vennero usati per la prima volta
contro le vetrine di una nota gioielleria del centro, per effettuare una
tragica prova balistica (era la prima volta che arrivavano quelle armi in
Sicilia), per poi procedere a un numero enorme di omicidi.
Sappiamo tutti
cosa rappresenti, in termini di male assoluto, la mafia in Sicilia, la
'ndrangheta in Calabria, la camorra in Campania, la sacra corona unita in
Puglia e tutte le mafie nel resto del Paese e anche al di fuori dei confini
nazionali. Sappiamo cosa hanno prodotto in termini di devastazione, di disegualità,
di devastazione (uso ancora questo termine) delle coscienze, della socialità e
in termini di diseconomia.
Sappiamo tutti
quanto sia lungo l'elenco delle vittime, iniziando dal 1893 (omicidio
Notarbartolo) e dal 1909 (omicidio Petrosino). È una serie infinita di vittime
e di omicidi. Ricordare tutti i nomi sarebbe quasi impossibile e supererebbe
non soltanto il tempo a mia disposizione, ma quello di tutti i Gruppi
parlamentari. Ma alcuni nomi vanno ricordati: il procuratore Scaglione, Peppino
Impastato, Piersanti Mattarella, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa e la
moglie Emanuela Setti Carraro, Rocco Chinnici, Fava, Rosario Livatino, Giovanni
Falcone con la moglie Francesco Morvillo, Paolo Borsellino, gli agenti delle
loro scorte, l'avvocato Famà e altri ancora.
Come poi non
ricordare la tragica e lunghissima serie di sindacalisti ammazzati dalla mafia
dal 1945 al 1966: un elenco lunghissimo, quasi impossibile da leggere. Faccio
soltanto alcuni nomi: Scalia, Puntarello, Castiglione, Azoti, Casarrubea,
Placido Rizzotto, Spagnolo, Bongiorno e il mio concittadino Accursio Miraglia,
trucidato a Sciacca il 4 gennaio 1947.
Fino ad oggi
abbiamo lasciato all'iniziativa delle comunità locali, degli enti locali e
delle associazioni il ricordo ogni anno delle vittime della mafia, un ricordo
che serve a tenere vivo nel nostro Paese la memoria, affinché si sviluppi una
coscienza che in ogni cittadino, in ogni ragazzo e in ogni giovane faccia
sorgere forte la volontà di dire no e di opporsi con determinazione a tutte le
mafie.
Sappiamo come
ogni anno il 21 marzo, primo giorno di primavera, giorno che leghiamo alla
memoria di San Benedetto e quindi alla rinascita dell'Europa e del mondo allora
civile rispetto alla barbarie delle invasioni e dell'oscurità seguita alla
caduta dell'impero romano, Libera celebri la giornata della memoria e
dell'impegno, il ricordo delle vittime innocenti della mafia.
Dal 1996, ogni
anno, in una città diversa, viene letto un elenco di circa novecento nomi di
vittime innocenti. In quell'elenco ci sono nomi che ci danno subito un'emozione
fortissima; ci sono delle vittime il cui nome ci dice poco, vittime sconosciute
ai più. Ma proprio per questo, è ancora più forte il dovere di ricordarle tutte
unendole in un unico tragico filo rosso di sangue, di violenza, di terrore.
Quest'anno la giornata si svolgerà a Messina e, in contemporanea, in tanti
luoghi del nostro Paese. E la giornata del ricordo delle vittime, che come
dicevo si svolgerà all'unisono su tutto il territorio nazionale, come sempre
consentirà di rendere vivo il ricordo di quei nomi, di quei sacrifici, di quei
martiri.
Di fronte a un
fenomeno così importante, che coinvolge, scuole, istituzioni, associazioni, i
familiari delle vittime e i singoli cittadini, credo che vada accolto con
grande soddisfazione il lavoro svolto dai colleghi in Commissione affari
costituzionali e il lavoro che oggi stiamo qui svolgendo con un voto che mi
auguro più ampio possibile, perché questo è un provvedimento che merita,
nell'interesse del Paese - e uso questa espressione forse un po' aulica e
desueta - una grande condivisione.
Con questa
legge in tutto il territorio nazionale, presso scuole, università, tribunali,
enti territoriali e in tutte le istituzioni, si potranno svolgere iniziative,
anche in collaborazione con forze dell'ordine, con la magistratura, con
associazioni imprenditoriali, antiracket e antimafia, dirette proprio a far
nascere e coltivare nell'opinione pubblica e nelle giovani generazioni la
memoria delle vittime della mafia, ciò che rappresenta la loro storia.
È giusto che
non si dimentichi, e soltanto con l'istituzionalizzazione di tale giornata si
sancirà un'altra tappa dello Stato nella lotta contro la mafia.
Quella lotta
ha già raggiunto grandi risultati: l'arresto dei latitanti, la disarticolazione
dell'organizzazione su vaste parti del territorio, la confisca dei beni,
l'evidenziare zone grigie di contiguità, l'istituzionalizzazione nel nostro
codice del 41- bis, il codice antimafia, l'istituzione del fondo unico
giustizia. Sono tutte cose già fatte.
Ma è ancora
più importante non soltanto fare queste cose, segnali che la politica ha già
dato, ma soprattutto sottolineare come l'antimafia sia diventata e possa ancora
rappresentare un valore unificante e caratterizzante della nostra identità
nazionale. Si stabilisce quindi che in tutti gli istituti scolastici di ogni
ordine e grado, in occasione della giornata, si promuoveranno, nell'ambito
della propria autonomia e delle rispettive competenze, iniziative volte alla
sensibilizzazione sul valore storico, istituzionale e sociale della lotta alla
mafia e delle vittime della criminalità organizzata.
Emerge
chiaramente, signora Presidente, come tali iniziative rappresenteranno quindi
non soltanto una mera occasione celebrativa, ma l'opportunità per riflettere,
approfondire e discutere di un problema purtroppo ancora attuale e,
soprattutto, si ha la fondata speranza di potere contribuire a promuovere tra
gli studenti e tra i giovani il sentimento della legalità e di appartenenza ad
una patria che accomuna tutti cittadini attraverso valori condivisi.
Signora
Presidente, onorevoli colleghi, sono ormai trascorsi più di venti anni dalle
stragi di Capaci e di via D'Amelio che, con la morte di Giovanni Falcone, di
Francesca Morvillo, di Paolo Borsellino e degli uomini della loro scorta, hanno
segnato la nostra generazione. E oggi più che mai è forte in tutti noi la
consapevolezza che per poter combattere la cultura mafiosa e le sue
manifestazioni è necessario avere contezza della storia e delle radici e
soprattutto far conoscere questa storia e queste radici ai giovani.
Chi non ha memoria del proprio passato è
destinato ad un incerto futuro e proprio noi siamo convinti con determinazione
che questa giornata della memoria contribuirà a far nascere e a far crescere
una nuova generazione di italiani. È per questo che convintamente il Gruppo al
quale appartengo, il Gruppo di Area Popolare, Nuovo Centro Destra e UDC, voterà
convintamente questo disegno di legge.