sabato 3 marzo 2012

INTERVENTO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DEL 23 FEBBRAIO

LEGISLATURA 16^ SEDUTA 591 DI GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO 2012

Signor Presidente, onorevoli colleghi, ricorrono in questi giorni i primi 100 giorni del Governo Monti con un bilancio che giudichiamo sostanzialmente positivo per quel che riguarda alcune delle cose fatte. Alcuni risultati vanno evidenziati: il sostanziale blocco della crescita del debito, l'allentamento delle spinte speculative dei mercati con il conseguente raffreddamento dello spread e una riforma delle pensioni, che seppur dura e contenente elementi che andrebbero rivisti e attenuanti, contribuisce sensibilmente alla tenuta dei conti e che è stata accolta sin qui quasi senza proteste.
Lascio soltanto immaginare ai colleghi la campagna mediatica al grido di macelleria sociale e le manifestazioni oceaniche architettate dai sindacati se disposizioni del genere le avesse proposte il Governo precedente.
Ma per venire ad oggi, con il nostro voto, approviamo definitivamente l'annuale decreto-legge cosiddetto milleproroghe. Ricordo a me stesso che, quando il Presidente Monti annunciò tale decreto-legge, ebbe a dire che il nome milleproroghe era ormai improprio in quanto l'Esecutivo aveva selezionato solo poche proroghe che apparivano indispensabili, all'incirca un'ottantina.
Ebbene, ricordo al Governo che la verità non va spesso a braccetto con la storia. Giova ricordare che nel «milleproroghe» del Governo Berlusconi per il 2011, le proroghe inizialmente proposte erano 76; poi via via, durante l'iter dei lavori parlamentari e dei lavori d'Aula, quel provvedimento e questo provvedimento si sono ampliati, si sono arricchiti, fino ad arrivare a circa 170-180 proroghe. Niente di nuovo dunque.
Ricordo anche che oggi su questo provvedimento è stata posta la fiducia, la sesta complessivamente e la quarta in quest'Aula. E devo dire che qualche collega ha correttamente fatto osservare come tutto ciò sia sostanzialmente sottaciuto.
Devo ricordare che, a fronte del «milleproroghe» dell'anno scorso, il Presidente della Repubblica aveva giustamente preso carta e penna denunciando la presenza di norme strane e denunciando anche il troppo frequente ricorso alla fiducia, in quanto comprimente pesantemente il dibattito e in quanto veniva sostanzialmente minato il rapporto di leale collaborazione tra Governo e Parlamento. Eppure, anche questo Governo procede nell'incalzare della crisi per decreto-legge. Ormai solo i trattati internazionali e la legge comunitaria seguono un percorso ordinario. Anche la legge di semplificazione, che doveva essere presentata come disegno di legge, è stata, invece, inoltrata sotto forma di decreto-legge.
Sostanzialmente, quindi, anche per ricordare a me stesso e per ribadire la verità delle cose, è giusto fare questi passaggi che ci portano comunque ora ad esprimere un giudizio positivo su quanto sin qui fatto dal Governo e sul provvedimento sul quale esprimeremo un voto positivo.
Infatti, dobbiamo segnalare che questo provvedimento si è sostanzialmente arricchito e vi è una serie di norme. Ne voglio ricordare qualcuna, anche per capire di cosa stiamo parlando: la norma che riguarda l'assunzione di 835 funzionari per l'attività amministrativa dell'Agenzia delle entrate, la proroga della stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili coinvolti in percorsi di stabilizzazione già avviati, le disposizioni per quei lavoratori in congedo per assistere i figli con gravi disabilità e, infine, il conseguimento del requisito contributivo per il raggiungimento della pensione.
Sono inserite anche delle disposizioni dirette a potenziare il programma triennale della pesca con una spesa prevista, per il 2012, di ulteriori 6 milioni di euro.
E devo anche ricordare una norma di particolare rilevanza, ossia la proroga del sostegno, anche se per un solo anno, in favore dei cittadini italiani espulsi dalla Libia nel 1970, così come devo anche ricordare il lavoro svolto, specie in questo ramo del Parlamento, alla Camera dei deputati, in favore dei lavoratori cosiddetti esodati. Anche questi hanno avuto una risposta, seppur parziale. Ma, a tal proposito, devo sottolineare che ci saremmo aspettati dal Governo un maggiore coraggio in favore di tali lavoratori, specie di quei dipendenti di aziende totalmente partecipate dallo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). E mi riferisco, in particolare, a quella parte di lavoratori che guardano anche oggi con preoccupazione al loro immediato futuro, ad esempio una parte dei cosiddetti esodati di Poste italiane i quali, seppure a fronte di un continuo e concreto impegno della loro azienda - sottolineo ancora una volta totalmente partecipata dallo Stato - aspettano ancora oggi coerenti risposte.
Ci saremmo aspettati che venisse affrontata la questione dei lavoratori della scuola, così come andava accolta la richiesta avanzata dall'ANCI in favore della proroga dei termini per l'accorpamento dei piccoli comuni.
In ultimo, siamo parzialmente delusi per la totale chiusura nei confronti dell'eventuale proroga della legge n. 185 del 2008 contenente misure a favore del settore ippico, oggi completamente al collasso. Tale atteggiamento, nel particolare, causerà una crisi economica e occupazionale grave, mentre altri settori dei giochi e delle scommesse, come ad esempio quelli delle slot-machine, trasudano denaro.
Questa è una brutta pagina ma sono convinto che il Governo nell'immediatezza riuscirà a riparare, anche perché dobbiamo ricordare che tali competenze coinvolgono la sfera del Ministero dell'economia e delle finanze e ricordo a me stesso che proprio quel dicastero è nelle dirette responsabilità del Premier.
In ogni caso, valutiamo complessivamente in maniera positiva il provvedimento perché lo riteniamo utile e necessario e confermiamo pertanto il nostro appoggio al Governo.
Tuttavia, dobbiamo fare alcune precisazioni perché oggi, via, via ci avviamo verso una fase sempre più politica in cui le misure che saranno adottate non incideranno più direttamente su conti e deficit, in relazione ai quali l'Europa ci chiede risposte concrete, immediate, ma si muovono in un'area, quella dello sviluppo, in cui i Paesi comunitari sono lasciati liberi di agire.
Questo è, quindi, più propriamente, uno spazio politico, uno spazio in cui il Governo tecnico ha bisogno di un forte raccordo con i partiti e con le maggioranze parlamentari. In questa direzione affiancheremo il Governo al fine di continuare quell'opera di ammodernamento e di risanamento del Paese da noi iniziata, ponendo una particolare attenzione, in linea con le caratteristiche delle nostre politiche, a quella coesione sociale che consideriamo un valore irrinunciabile che va mantenuto a qualsiasi costo.
I nostri colleghi della sinistra e dell'Italia dei Valori probabilmente sorrideranno, ma voglio loro ricordare che durante la crisi dei subprime, nel 2008, mentre negli Stati Uniti e in taluni Stati europei le famiglie perdevano la casa non essendo più in grado di pagare i mutui a tasso variabile, in Italia il Governo approntava idonee misure sia sul fronte dei mutui che su quello del sostegno alle banche.
Siamo stati anche contestati per aver proposto lo scudo fiscale, ma ricordo a me stesso che abbiamo fatto rientrare ingenti risorse che non avremmo, probabilmente, mai più visto; che queste risorse sono oggi oggetto di tassazione; che lo scudo è stato copiato da altri Paesi europei e infine che quasi tutte le entrate che ne sono derivate sono state utilizzate per finanziare ammortizzatori sociali.
Tra l'altro, sia ben chiaro che abbiamo la coscienza pulita; è ormai ben chiaro a tutti come l'aggressione mediatica contro il nostro Paese e contro il presidente Berlusconi sia stata organizzata da potenti lobby internazionali interessate a contrastare, tra l'altro, la politica di sicurezza energetica del nostro Paese e che hanno tentato di destabilizzare l'Italia eterodirigendo una campagna propagandistica senza precedenti, basata su menzogne, falsità e diffamazione.
Nulla di nuovo, colleghi, basta ricordare a noi stessi Il giorno della civetta di Sciascia dove lettere anonime, scandali e motivi passionali venivano sapientemente utilizzati per stornare le vere ragioni degli eventi e i veri responsabili degli stessi.
Dobbiamo, quindi, dare atto al grande senso di responsabilità di chi, pur in presenza di una maggioranza parlamentare, mai venuta meno nelle Camere, si è fatto da parte offrendo, per il bene del Paese, la leale e fattiva collaborazione propria e di tutto il Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Certamente, tale appoggio e tale sostegno non sono, evidentemente, a scatola chiusa; occorre dare segnali forti al Paese per rilanciare lo sviluppo: occorrono segnali alla piccola e media impresa; bisogna favorire gli investimenti, specie quelli strutturali, interrompendo la litania di misure depressive; occorre affrontare la problematica dei ritardi con cui la pubblica amministrazione onora i propri debiti nei confronti dei fornitori; occorre favorire il credito e, a tal proposito, individuare misure che separino il credito dalla finanza. Infatti, non si può riservare la massima severità ai cittadini normali e poi pensare tranquillamente che al mondo della finanza internazionale tutto debba essere permesso. È inammissibile che la BCE finanzi le banche con pacchetti di centinaia di miliardi di euro, mentre per rilanciare il credito a queste si permette di utilizzarli per rientrare nei parametri di Basilea 3 o per acquisire titoli ad alto rendimento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Così come dobbiamo stare molto attenti in sede comunitaria. Va bene sposare alcune linee di indirizzo e alcune politiche però, attenzione, e lo dico proprio a un Governo totalmente filoeuropeista: non sempre gli interessi dell'Italia sono quelli dell'Unione europea. Faccio alcuni esempi: stiamo trattando in questi giorni l'ingresso della Croazia nell'Unione e lo stesso sarà fatto per la Slovenia; ma al di là di recriminazioni storiche che appartengono, tutto sommato, al passato, come le diatribe sui risarcimenti dovuti, sarà opportuno ricordare che, se non mettiamo mano all'articolo 18 e se non leviamo di mezzo la burocrazia inutile, tutto il Veneto produttivo varcherà la frontiera.
Ricordo anche che il Parlamento europeo ha appena approvato un accordo euromediterraneo con il Marocco che consentirà l'accesso illimitato dei prodotti ortofrutticoli ed ittici di quel Paese, di fatto mettendo in ginocchio il Mezzogiorno d'Italia.
Allora dico al Governo che noi con attenzione continueremo questo percorso di leale sostegno, il nostro voto di oggi, così come il voto di fiducia espresso nella mattinata, stanno a dimostrarlo.
 La collaborazione continuerà, ma continuerà nell'interesse del Paese e seguendo le direttrici della nostra politica (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

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