Sig. Ministro,
in Italia, come in ogni altra Nazione, i drammi sociali e familiari conseguenti alla crisi trovano eco ed espressione di dissenso nelle piazze. Accade così che questioni gravi, che non hanno immediata soluzione nelle sedi internazionali, europee e nazionali, della politica, dell'economia e della finanza siano di fatto scaricate - quanto ai loro effetti - sulle spalle degli appartenenti alle forze dell'ordine, chiamate a garantire la sicurezza di tutti, unitamente al diritto di manifestare. Tutto ciò accade in presenza di serie difficoltà nell'intero settore della sicurezza e difesa, determinate dai tagli decisi dalle manovre estive. Riteniamo che le scelte politiche riguardanti la gestione dell'ordine pubblico e della sicurezza non possano sottostare interamente a criteri ragionieristici e contabili. Condividendo, come abbiamo fatto senza incertezze finora, l'importante obiettivo del pareggio di bilancio, siamo altrettanto certi che il sistema sicurezza e difesa non vada messo sullo stesso piano di altri settori dello Stato: esso ha esigenze che in questo momento non possono essere compresse, come ha confermato da ultimo la giornata di sabato 15 a Roma. Per questo Le chiediamo di rivedere insieme i tagli alla sicurezza e difesa disposti in tutto il 2011, ai quali peraltro si aggiunge la prospettazione di altri, nel disegno di legge sulla stabilità. Quanto a quest'ultimo, apprezziamo l'aver già ridotto il taglio originario di circa la metà, unitamente all'assicurazione fornita al Ministro dell'Interno di corrispondere entro l'anno 60 milioni di euro, a integrazione delle risorse per l'ordine pubblico. Leggendo ciò come un primo concreto apprezzamento per la specificità del settore, cerchiamo insieme le doverose compensazioni, ma non proseguiamo sulla strada della linearità del taglio. Le chiediamo - come ulteriore segnale di attenzione - che il Ministero dell'Economia dia esecuzione al Dpcm sulle indennità per le forze dell'ordine, che è stato approvato ormai da mesi dal Consiglio dei Ministri.
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