Non è piaciuta al Pdl il j'accuse del presidente dell'antimafia regionale Lillo Speziale contro il governo Berlusconi, per la politica "due pesi e due misure" che premierebbe le regioni a guida centrodestra per penalizzare quelle con governi meno graditi a Roma come la Sicilia, utilizzando in modo diseguale l'erogazione dei Fondi Fas .
I deputati nazionali Giuseppe Marinello, Vincenzo Fontana, Vincenzo Garofalo, Nino Germanà, Enzo Gibiino, Nino Minardo, Alessandro Pagano e Salvo Torrisi in una nota replicano al deputato regionale Pd e ne contestano le considerazioni svolte l'altro ieri all'Ars in sede di Finanziaria.
Un intervento definito «disperato tentativo di addossare ad altri le proprie colpe, inefficienze, inadeguatezze. Forse l'intendimento dell'on. Speziale era quello di utilizzare la sua notevole qualifica, di presidente della Commissione regionale antimafia, ma per talune vicende non siamo noi, né lui, a dovere parlare». Analizzati i numeri principali del Bilancio, gli otto parlamentari affrontano l'aspetto politico «partendo dall'on. Speziale, le cui parole sono quelle già sentite, in tante occasioni. Una sorta di lamento vetero assistenzialista che prova a nascondere i problemi irrisolti e la mancanza di idee e di forza per provvedere al rilancio della nostra Regione. Le doglianze degli esponenti del presidente Lombardo sembrerebbero un disco rotto - scrivono nella nota - solito testo e solita musica, recitate da solisti diversi. Anche questo non a caso perché Lombardo, nel tentativo di rimanere attaccato a una poltrona ottenuta con oltre 900.000 voti del Pdl e poi consumata nei trasversalismi di accordi poco chiari con la sinistra, è già arrivato a comporre quattro diversi governi all'interno della stessa legislatura. E ora si appresta a farne uno nuovo che forse non vedrà luce perché da Roma le indicazioni dei leader del Pd vorrebbero una svolta, almeno a parole. Parole che sono indigeste ai responsabili regionali del Pd, e sul perché bisognerebbe approfondire. Prendiamo atto dell'anomalia, davvero singolare, che oggi sostengano Lombardo quelle forze del Pd, dalla Finocchiaro a Lumia, che tre anni fa nel corso della campagna elettorale accusavano Lombardo di essere la sintesi del peggio possibile. Che cosa abbia determinato il cambiamento di idea sull'uomo e sul politico francamente resta un mistero. Fatto è che il quadro di totale instabilità ha portato in questi tre anni a quattro rotazioni di direttori nei vari assessorati, con una sequenza infinita di ricorsi ai tribunali amministrativi e conseguenti ripensamenti da parte dello stesso Lombardo, il quale ha creato un nocumento non sanabile perché all'interno degli assessorati non è stato possibile, per ragioni del tutto evidenti, quella continuità amministrativa necessaria perché da un'idea scaturisse un provvedimento e da quest'ultimo la realizzazione di cose concrete. L'incapacità da parte del governo Lombardo di mettere nel circuito di spesa i fondi europei è nota, e altrettanto famigerata la spregiudicatezza con la quale in questi anni il governatore ha aumentato le poltrone disponibili per assessori esterni, capi di gabinetto, esperti, tutte persone pagate con contratti particolarmente onerosi, a carico delle casse pubbliche com'è ovvio».
Secondo i deputati del Pdl, c'è una dissoluzione della forza parlamentare dell'Mpa, abbandonato in Calabria come in Puglia o in Campania da quelli che erano i referenti locali. "Il grande progetto politico che doveva costituire una sorta di forza a trazione meridionalista è naufragata, non per colpa di Berlusconi, il quale in un momento di congiuntura economica ha comunque avanzato misure notevoli per la Sicilia, ma solo perché il metodo Lega (Bossi) è molto diverso dal metodo Lombardo (Raffaele).
Oggi l'Mpa si rifugia in Sicilia, prende tutto quello che può per armare una compagine politica da attrezzare solo in ragione del vecchio modo di creare consenso elettorale".
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.