Signor Presidente, colleghi, Ministri del nostro Governo,
il
provvedimento in esame guarda con grande interesse al Mezzogiorno
d'Italia e rappresenta un segnale importante di attenzione a quella
questione meridionale che negli ultimi decenni, nel dibattito pubblico
del nostro Paese, è stata sempre considerata un argomento desueto e
addirittura da stralciare dall'agenda politica e culturale. Non si è
capito invece che la questione meridionale oggi è la questione del
Paese. Quando il Meridione d'Italia si ferma o, peggio ancora, arretra
(come è accaduto negli ultimi decenni), si ferma e arretra il PIL
dell'Italia e il Paese nel suo complesso.
Il decreto-legge al nostro esame contiene norme
di semplificazione, ma contiene anche stanziamenti su alcune importanti
direttrici. Voglio citarne due in particolare: la prima mira a stanziare
risorse per creare nuova imprenditorialità e un'altra interessante
direttrice è finalizzata a generare fenomeni attrattivi per nuovi
investimenti. A questo riguardo l'individuazione delle ZES, le Zone
economiche speciali, rappresenta un segnale interessante. Ci sono anche
altre misure meritevoli di attenzione di cui parlerò in dettaglio
successivamente.
Non posso parimenti trascurare le misure che
recano un impatto ambientale sul Meridione, di mio particolare interesse
per la Commissione che presiedo, specialmente la parte dedicata
all'ILVA e agli interventi di bonifica, che devono riguardare non solo
lo stabilimento industriale ma anche i territori circostanti. Tali
misure danno la possibilità di utilizzare concretamente le somme
confiscate alla proprietà per intervenire con una serie di iniziative
che contribuiscano alla bonifica e al risanamento dell'intera area.
Infine, credo che sia molto importante,
all'articolo 12, l'attenzione dedicata alle università, attraverso
l'identificazione dei costi standard per il finanziamento delle stesse.
Devo però fare alcune notazioni: in materia di
nuova imprenditoria guardo con grande interesse il concetto che viene
espresso all'articolo 1. Pur riguardando il Sud, questa parte a mio
avviso deve essere perfezionata, al di là della conversione in legge del
decreto‑legge al nostro esame, attraverso una serie di provvedimenti
attuativi sui quali va prestata la massima attenzione, perché devono
sfuggire alla demagogia che molto spesso ha riguardato questa materia,
specie quando si parla di terreni e di proprietà incolte o abbandonate.
Credo che, come ho detto in precedenza, un
grande interesse abbia la questione delle Zone economiche speciali e a
questo proposito mi devo complimentare con la relatrice, la senatrice
Simona Vicari, proprio perché questa parte del provvedimento è stata
particolarmente migliorata durante il lavoro della Commissione bilancio.
Per quanto riguarda le misure dedicate all'agricoltura, credo vadano
citate con grande interesse le strategie di lotta ecocompatibile - e
quindi ecologicamente sostenibile - nei confronti dei danni causati da
un coleottero alle coltivazione del carrubo in Sicilia, i danni causati
dal batterio della xylella fastidiosa nel settore olivicolo oleario e
quelli derivanti dalla diffusione della botrytis cinerea nel settore
vitivinicolo. Questi sono dei segnali di grande attenzione nei confronti
del mondo agricolo che a mio avviso non vanno assolutamente
sottovalutati, così come non va sottovalutata anche la possibilità di
ripristinare e mettere in sicurezza le autostrade A24 e A 25, sconvolte
dagli eventi sismici degli ultimi anni.
Nel complesso possiamo dire che si tratta di un
provvedimento che guarda a diversi settori e che offre una serie di
segnali utili. Sicuramente si sarebbe potuto fare di più e di meglio: a
mio avviso sarebbe servito maggiore coraggio in alcune materie
tralasciate dal provvedimento in esame e, vista anche l'emergenza
siccità oggi presente in tutto il Paese, si sarebbe potuto e dovuto fare
di più in materia di infrastrutture irrigue. Mi rivolgo al signor
ministro De Vincenti: si sarebbe potuto fare di più proprio in questo
settore. In questa legislatura abbiamo una grave colpa e una grave
responsabilità, che sono quelle di avere depotenziato gli istituti che
avevano come mission il rafforzamento delle infrastrutture
irrigue. Mi riferisco in particolare alla gestione commissariale ex
Agensud, che è stata soppressa, attribuendone le competenze al Ministero
delle politiche agricole alimentari e forestali. In maniera frettolosa e
erronea, infatti, Governo e Parlamento non hanno stabilito le modalità
del passaggio di tali competenze. Pertanto in questi passaggi si sono
persi ingenti finanziamenti e le modalità applicative previste dalla
legislazione precedente, commettendo un vero e proprio crimine nei
confronti di questo settore sensibile. Oggi abbiamo decine di opere
incompiute, di invasi che non riescono ad essere utilizzati, il sistema
delle interconnessioni irrigue non è stato completato e viene
abbandonato a se stesso. Abbiamo, infine, centinaia di contenziosi che
stanno arrivando al Ministero delle politiche agricole alimentari e
forestali su questa materia, che è assolutamente strategica per la
ripresa economica di intere aree del Mezzogiorno. La carenza di tali
provvedimenti si nota ancora di più in un anno particolarmente insidioso
e siccitoso come quello in corso.
Sto dicendo questo per lasciare agli atti la testimonianza di un vulnus
che abbiamo arrecato nei confronti del sistema irriguo e, in
particolare, dei sistemi idrici necessari all'agricoltura, che a mio
avviso sono da ascrivere totalmente a chi ha gestito il Ministero delle
politiche agricole alimentari e forestali in questi anni. Voglio però
lasciare agli atti anche una parziale soddisfazione per il provvedimento
in esame, che in ogni caso rappresenta un segnale positivo di
attenzione nei confronti dell'economia del Mezzogiorno e, proprio per
quel che ho detto in premessa, nei confronti dell'economia nazionale.
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