giovedì 27 luglio 2017

Conversione in legge del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno

Signor Presidente, colleghi, Ministri del nostro Governo, 
il provvedimento in esame guarda con grande interesse al Mezzogiorno d'Italia e rappresenta un segnale importante di attenzione a quella questione meridionale che negli ultimi decenni, nel dibattito pubblico del nostro Paese, è stata sempre considerata un argomento desueto e addirittura da stralciare dall'agenda politica e culturale. Non si è capito invece che la questione meridionale oggi è la questione del Paese. Quando il Meridione d'Italia si ferma o, peggio ancora, arretra (come è accaduto negli ultimi decenni), si ferma e arretra il PIL dell'Italia e il Paese nel suo complesso.
Il decreto-legge al nostro esame contiene norme di semplificazione, ma contiene anche stanziamenti su alcune importanti direttrici. Voglio citarne due in particolare: la prima mira a stanziare risorse per creare nuova imprenditorialità e un'altra interessante direttrice è finalizzata a generare fenomeni attrattivi per nuovi investimenti. A questo riguardo l'individuazione delle ZES, le Zone economiche speciali, rappresenta un segnale interessante. Ci sono anche altre misure meritevoli di attenzione di cui parlerò in dettaglio successivamente.
Non posso parimenti trascurare le misure che recano un impatto ambientale sul Meridione, di mio particolare interesse per la Commissione che presiedo, specialmente la parte dedicata all'ILVA e agli interventi di bonifica, che devono riguardare non solo lo stabilimento industriale ma anche i territori circostanti. Tali misure danno la possibilità di utilizzare concretamente le somme confiscate alla proprietà per intervenire con una serie di iniziative che contribuiscano alla bonifica e al risanamento dell'intera area.
Infine, credo che sia molto importante, all'articolo 12, l'attenzione dedicata alle università, attraverso l'identificazione dei costi standard per il finanziamento delle stesse.
Devo però fare alcune notazioni: in materia di nuova imprenditoria guardo con grande interesse il concetto che viene espresso all'articolo 1. Pur riguardando il Sud, questa parte a mio avviso deve essere perfezionata, al di là della conversione in legge del decreto‑legge al nostro esame, attraverso una serie di provvedimenti attuativi sui quali va prestata la massima attenzione, perché devono sfuggire alla demagogia che molto spesso ha riguardato questa materia, specie quando si parla di terreni e di proprietà incolte o abbandonate.
Credo che, come ho detto in precedenza, un grande interesse abbia la questione delle Zone economiche speciali e a questo proposito mi devo complimentare con la relatrice, la senatrice Simona Vicari, proprio perché questa parte del provvedimento è stata particolarmente migliorata durante il lavoro della Commissione bilancio. Per quanto riguarda le misure dedicate all'agricoltura, credo vadano citate con grande interesse le strategie di lotta ecocompatibile - e quindi ecologicamente sostenibile - nei confronti dei danni causati da un coleottero alle coltivazione del carrubo in Sicilia, i danni causati dal batterio della xylella fastidiosa nel settore olivicolo oleario e quelli derivanti dalla diffusione della botrytis cinerea nel settore vitivinicolo. Questi sono dei segnali di grande attenzione nei confronti del mondo agricolo che a mio avviso non vanno assolutamente sottovalutati, così come non va sottovalutata anche la possibilità di ripristinare e mettere in sicurezza le autostrade A24 e A 25, sconvolte dagli eventi sismici degli ultimi anni.
Nel complesso possiamo dire che si tratta di un provvedimento che guarda a diversi settori e che offre una serie di segnali utili. Sicuramente si sarebbe potuto fare di più e di meglio: a mio avviso sarebbe servito maggiore coraggio in alcune materie tralasciate dal provvedimento in esame e, vista anche l'emergenza siccità oggi presente in tutto il Paese, si sarebbe potuto e dovuto fare di più in materia di infrastrutture irrigue. Mi rivolgo al signor ministro De Vincenti: si sarebbe potuto fare di più proprio in questo settore. In questa legislatura abbiamo una grave colpa e una grave responsabilità, che sono quelle di avere depotenziato gli istituti che avevano come mission il rafforzamento delle infrastrutture irrigue. Mi riferisco in particolare alla gestione commissariale ex Agensud, che è stata soppressa, attribuendone le competenze al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. In maniera frettolosa e erronea, infatti, Governo e Parlamento non hanno stabilito le modalità del passaggio di tali competenze. Pertanto in questi passaggi si sono persi ingenti finanziamenti e le modalità applicative previste dalla legislazione precedente, commettendo un vero e proprio crimine nei confronti di questo settore sensibile. Oggi abbiamo decine di opere incompiute, di invasi che non riescono ad essere utilizzati, il sistema delle interconnessioni irrigue non è stato completato e viene abbandonato a se stesso. Abbiamo, infine, centinaia di contenziosi che stanno arrivando al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali su questa materia, che è assolutamente strategica per la ripresa economica di intere aree del Mezzogiorno. La carenza di tali provvedimenti si nota ancora di più in un anno particolarmente insidioso e siccitoso come quello in corso.
Sto dicendo questo per lasciare agli atti la testimonianza di un vulnus che abbiamo arrecato nei confronti del sistema irriguo e, in particolare, dei sistemi idrici necessari all'agricoltura, che a mio avviso sono da ascrivere totalmente a chi ha gestito il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali in questi anni. Voglio però lasciare agli atti anche una parziale soddisfazione per il provvedimento in esame, che in ogni caso rappresenta un segnale positivo di attenzione nei confronti dell'economia del Mezzogiorno e, proprio per quel che ho detto in premessa, nei confronti dell'economia nazionale.

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