mercoledì 1 febbraio 2017

INTERVENTO IN DISCUSSIONE GENERALE SULLA PROTEZIONE CIVILE

Signor Presidente, 
evidentemente non illustrerò il provvedimento, perché questo è un compito che spettava ai due relatori, i senatori Caleo e Collina, e credo l'abbiano svolto proficuamente. Né evidentemente voglio fare un intervento lungo e complesso. Vorrei invece limitarmi a una serie di considerazioni. Ho ascoltato alcuni degli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto ed ho sentito dei ragionamenti assolutamente fuori tema: chi ha confuso questo momento parlamentare con un momento di sindacato ispettivo, con un momento di denunzia politica oppure con una sorta di atto di indirizzo; chi ha utilizzato il dibattito politico con argomenti retorici e talvolta demagogici o addirittura per creare allarmismo. Credo che questa materia sia assolutamente seria e una materia di tale serietà, a mio avviso, deve essere affrontata dal legislatore in maniera composta. Ci stiamo occupando di una legge delega che razionalizzi, modernizzi e omogeneizzi il sistema di protezione civile che, come tutti sappiamo, è nato nel 1992 e rappresenta una delle eccellenze del nostro Paese. È evidente, tuttavia, che dal 1992 a oggi si sono susseguiti - ahimè - innumerevoli accadimenti calamitosi; soprattutto, dal 1992 a oggi la macchina, che ha funzionato, necessita non di un restyling ma di alcuni importanti cambiamenti.
Questo è essenzialmente il significato del disegno di legge e questo è il lavoro che hanno svolto prevalentemente i colleghi nell'altro ramo del Parlamento. Sappiamo, infatti, che soprattutto l'altro ramo del Parlamento ha lavorato alacremente a questo provvedimento. In Senato abbiamo avuto, in effetti, poco tempo: le due Commissioni, 1ª e 13a, hanno effettuato una serie di audizioni e un'attività di approfondimento, ma evidentemente i tempi, non della politica, ma del Paese hanno determinato che questo testo arrivasse in Assemblea come un provvedimento d'urgenza per giungere a una rapida definizione.
Se perdiamo di vista questi elementi essenziali torniamo alla retorica, all'allarmismo, alla demagogia. Poiché, come dicevo innanzi, la questione è di portata notevole ed è assolutamente seria, è di tutta evidenza che non solo noi non possiamo permetterlo, ma anche il Paese non può permetterselo.
Partendo da queste considerazioni, ritengo che il disegno di legge abbia sostanzialmente una serie di meriti. Ha il merito di omogeneizzare un sistema, di stabilire una serie di principi e priorità, dando, a mio avviso, alla Protezione civile quei compiti che essa ha in sé. Nel corso di questi anni, infatti, si è fatta un po' di confusione e si è tracimato rispetto al ruolo della Protezione civile. Essenzialmente la Protezione civile interviene di fronte alle grandi calamità, a tutela della vita umana e, nel momento dell'emergenza, anche a tutela delle attività produttive; ma, superato e affrontato il momento dell'emergenza, sono altre le istituzioni che devono provvedere al ripristino e al ritorno alla normalità. Credo che il provvedimento vada essenzialmente in questa direzione.
Signor Presidente, in questo provvedimento si differenziano le responsabilità, i livelli di gestione amministrativa e i livelli autorizzativi; soprattutto si investe di un importante ruolo il Presidente del Consiglio pro tempore, assegnando allo stesso un'attività di indirizzo e di coordinamento, da svolgere avvalendosi del Dipartimento della protezione civile e delle funzioni e delle strutture della Presidenza del Consiglio.
Ci sono altri punti qualificanti in questo provvedimento di legge, come il coinvolgimento dell'università e degli istituti di ricerca e di questo si è parlato poco. Evidentemente, oggi il sistema di previsione dei grandi rischi e delle calamità naturali non è quello né di quaranta o cinquant'anni fa, né del 1992. 
Tra l'altro, oggi i mezzi messi a disposizione dalle nuove tecnologie, dalla ricerca e dall'università, non solo per affrontare l'emergenza, ma anche per gestirla meglio e per poter poi procedere alacremente al ripristino della normalità, sono più evoluti. È di tutta evidenza, quindi, che questo sistema deve essere omogeneizzato e integrato con il sistema della protezione civile.
Il provvedimento ha anche il merito di definire il sistema di funzionamento a regime anche dal punto di vista finanziario, attribuendo dotazioni in sede di legge di stabilità e definendo le procedure per l'eventuale integrazione, garantendo i fondamentali requisiti di trasparenza e tracciabilità dei flussi finanziari.
Devo però fare una considerazione tutta politica. Noi stiamo operando sicuramente bene cercando di approvare alacremente il disegno di legge in esame. Tuttavia, sappiamo bene che, per diventare operativo, il provvedimento necessita di decreti attuativi e misure che, una volta emanate dal Consiglio dei ministri, dovranno passare al vaglio delle competenti Commissioni parlamentari prima di arrivare a una reale ed effettiva applicazione. Tutto questo impone evidentemente al Parlamento di fare in fretta, ma bene, e al Governo una seria assunzione di responsabilità.
In quest'Aula abbiamo ascoltato il presidente Gentiloni Silveri prendere impegni anche nello specifico. Poiché sappiamo essere il presidente Gentiloni Silveri una persona seria e, potremmo dire in senso shakespeariano, anche una persona d'onore, siamo convinti che egli farà di tutto per ottemperare a tali impegni.
Questo apre anche un'altra questione più importante in giornate in cui - si tratta di una mia opinione personale e non intendo impegnare il mio partito e la sua dirigenza - ci sono delle spinte centrifughe che tendono a privilegiare egoismi, interessi personali, ambizioni personali o spirito di rivalsa e rivincita rispetto a ben altre partite. Credo che, in questa situazione, sia il momento di far prevalere l'interesse del Paese e il senso di responsabilità. Oggi l'Italia e i cittadini italiani chiedono alla politica e al Parlamento non risse o liti e d'altronde, abbiamo visto anche nei mercati internazionali (l'aumento dello spread negli ultimi giorni lo dimostra) i risultati di tali risse e del clima che oggi prevale non in Parlamento, ma nella politica italiana nel suo complesso. Orbene, come dicevo poc'anzi, il Parlamento e soprattutto il Governo devono dimostrare senso di responsabilità e capacità di assunzione di tale responsabilità. Qui siamo al momento del discrimen tra chi vuole essere servitore dello Stato, chi vuole lavorare per il bene comune, chi magari aspira legittimamente a essere considerato uno statista e chi invece è un uomo che pensa solo alla propria bottega.
È per questo motivo che dobbiamo approvare alacremente il disegno di legge in esame. Tuttavia, sarà poi importante il lavoro che svolgeremo da parlamentari responsabili specie nelle Commissioni competenti (parlo impegnando questa volta la Commissione territorio, ambiente, beni ambientali e il collega Caleo), incalzando il Governo affinché adotti provvedimenti conseguenti nella maniera migliore possibile e in un tempo ragionevolmente utile per il Paese.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

MEDAGLIA AL MERITO DIPLOMATICO CONFERITAMI DALLA REPUBBLICA DI TAIWAN

Sono fiero e orgoglioso di condividere con voi questa gioia.  Medaglia al merito diplomatico conferitami dal Ministro degli Affari Esteri...