venerdì 17 febbraio 2017

Energia, ok commissione Ambiente Senato a risoluzione su Sen

Impegna il governo a garantire maggiore sostenibilità ambientale durante il processo di revisione. Marinello al VELINO: Posizione di cui la politica industriale del paese deve tener conto

Una Strategia Energetica Nazionale (Sen) più sostenibile dal punto di vista ambientale che promuova la più ampia partecipazione alla revisione del documento da parte di tutti coloro che sono impegnati nei percorsi di transizione energetica e decarbonizzazione. È questo il senso della risoluzione sulla Sen approvata oggi in commissione Ambiente del Senato dopo l’audizione del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che lo stesso dicastero sta approntando. “Si tratta di una risoluzione assolutamente coerente con la posizione del nostro paese, rappresentata non solo da precedenti atti parlamentare ma recepita anche dal nostro ministro dell’Ambiente ed espressa sia a livello comunitario sia nei grandi appuntamenti internazionali della Cop21 di Parigi e a Marrakech – ha detto al VELINO il presidente della Commissione Ambiente del Senato Giuseppe Marinello –. Questa posizione serve a dare una piattaforma politica di cui, in un certo qual modo, la politica industriale del nostro paese deve tener conto”.
La risoluzione impegna il governo “a orientare la revisione della Strategia energetica nazionale al rispetto degli obiettivi sottoscritti con l'accordo di Parigi nel 2015 e definiti nel piano operativo alla conferenza di Marrakech, avendo come orizzonte temporale il 2050 e le indicazioni operative il 2030”. E a rendere la Strategia energetica nazionale “coerente con la strategia di sviluppo a basse emissioni di carbonio e con la strategia nazionale di sviluppo sostenibile, nel quadro di un impegno alla definizione di una strategia climatica nazionale”. Ma anche a definire “gli obiettivi e le azioni settoriali coerenti con il quadro strategico complessivo, massimizzando le reciproche sinergie”, prevedendo la revisione “del sistema di governance nel settore energetico”, individuando un “soggetto unico” in grado di “coordinare e semplificare l'insieme delle azioni e delle misure già previste nell'ambito dell'attività dei vari Ministeri coinvolti nonché di altri enti pubblici, per rendere più efficace e produttiva la realizzazione delle diverse azioni”.
# Infine, la risoluzione punta a impegnare il governo a “promuovere la ricerca, le innovazioni tecnologiche” nel settore delle fonti rinnovabili, dei sistemi di accumulo e di distribuzione, nel settore dell'efficientamento energetico, a definire “politiche di decarbonizzazione rafforzate”, supportate anche da un'adeguata e coerente “fiscalità ambientale”, per rendere più convenienti le fonti rinnovabili con incentivi impliciti ai combustibili alternativi e all'efficienza, in grado di sostenere il raggiungimento degli obiettivi europei sull'economia circolare, di rilanciare il sistema degli ETS, rivedendo il sistema delle accise sulla base delle emissioni di CO2. A sostenere “misure di mitigazione ambientale e di riforestazione” per contribuire alla riduzione e alla cattura della CO2 e a promuovere e sostenere “l'adozione di misure, sostegni e incentivi che contengano e riducano fortemente le emissioni di inquinanti - industriali, dei veicoli stradali e degli impianti di riscaldamento civili - ai fini del miglioramento della qualità dell'aria, soprattutto nel bacino padano nonché in tutte le altre aree del Paese gravate da situazioni di criticità - ad esempio, le aree di Brindisi e Taranto”.
# Soddisfatto anche il Pd. Per Stefano Vaccari, capogruppo del Pd in Commissione, “il percorso svolto dalla Commissione Ambiente del Senato - spiega Vaccari - è stato tempestivo ed utile per indirizzare il lavoro in corso per la ridefinizione della nuova Strategia Energetica Nazionale, in particolare sugli aspetti ambientali che rivestono una grande importanza”. Mentre per Laura Puppato, capogruppo del Pd nella Commissione Ecomafie, occorre “istituire limiti di emissione differenziati per gli impianti di produzione di energia, come quelli a biomasse, che in zone come la Pianura Padana potrebbero essere più stringenti proprio per evitare importanti danni sanitari che in Italia, causano circa 21 mila morti l'anno”.

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