Messaggio del Sen. Giuseppe Marinello
Pres. della Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato della
Repubblica
"Trivellazioni nel canale di
Sicilia ? No grazie"
Ringrazio per il cortese invito
a prendere parte a questo interessante dibattito al quale purtroppo non potrò partecipare
a causa di concomitanti impegni aventi per oggetto le stesse, delicatissime,
tematiche, ed in particolare le attività di esplorazione davanti le nostre
coste finalizzate alla scoperta di giacimenti petroliferi e di idrocarburi.
Il tema delle trivellazioni, soprattutto in mare e lungo le coste, pone diversi ordini di
problemi: rischi di incidenti rilevanti e pericoli per un patrimonio irripetibile
sul piano paesaggistico, ambientale e culturale; corrisponde anche ad una
sostanziale e pesante scelta di fondo circa gli orizzonti e le vocazioni strategiche
del futuro della Sicilia. Peraltro è una scelta già vissuta sulla pelle dei
Siciliani, con cicatrici indimenticabili: basta verificare gli strascichi di
quelle scelte su Milazzo, Gela, Priolo.
L'attività di esplorazione finalizzata alla scoperta di
giacimenti petroliferi e di idrocarburi comporta per sua natura operazioni
invasive dei fondali e degli ambienti marini. Il
Canale di Sicilia è uno dei mari a più alta biodiversità del Mediterraneo grazie
a una serie di complessi processi oceanografici che influiscono sulla
produttività delle sue acque.
Non è lontano il ricordo di ciò che
accadde nel Golfo del Messico qualche tempo fa e le spaventose conseguenze che
generò a causa del guasto alla piattaforma Deepwater Horizon e l’idea che lo
stesso episodio possa accadere nei nostri mari, causando danni ambientali
sicuramente ancor più devastanti, ci induce alla massima prudenza
nell’autorizzare nuove attività di prospezione e perforazione in zone particolarmente
delicate come, nel caso specifico, quella del canale di Sicilia e di tutto il
Mar Mediterraneo.
Su questo tema sono particolarmente
impegnato dapprima come "siciliano" e istituzionalmente come
Presidente della Commissione Ambiente del Senato e per questo motivo mi
permetto di segnalare, in questa sede, la fervente attività parlamentare svolta
fino ad oggi a tutela della Sicilia e di tutto il Mar Mediterraneo.
A fronte delle imponenti richieste da
parte delle aziende petrolifere di vedere autorizzati ulteriori progetti per
impianti di estrazione di idrocarburi in mare, soprattutto in Sicilia, la
Commissione Ambiente del Senato, che mi onoro di presiedere, per approfondire
tale tematica e per arginare il più possibile tale richiesta, ha avviato con
urgenza, a partire dal 2 luglio 2013, un'indagine conoscitiva in materia di
"ricerca ed estrazione di idrocarburi in mare", data in cui sono
iniziate le audizioni, 32 in totale per la precisione, a cui hanno preso parte
Istituti di ricerca, Enti Statali, Associazioni di categoria e soggetti
Istituzionali.
Al termine di questo lungo e tortuoso percorso di
approfondimento, la Commissione Ambiente ha approvato una risoluzione
particolarmente restrittiva dal punto di vista della tutela ambientale, che è
stata presentata all'Aula del Senato, in data 2 aprile 2014, sotto forma di
ordine del giorno, a mia firma, condiviso da una grandissima maggioranza. Devo
per onestà sottolineare come il documento approvato in Aula è risultato meno
stringente rispetto la risoluzione della Commissione. Comunque si è avuta una
forte e positiva convergenza di gran parte dei Gruppi parlamentari, anche
dell’opposizione.
Ciò nonostante, la Regione Siciliana, in data 4 giugno u.s.,
ha siglato un protocollo d'intesa con il comparto petrolifero per l'ulteriore sfruttamento e utilizzo delle
risorse siciliane di gas e petrolio presenti anche davanti le coste dell'Isola.
Prontamente, ho convocato per un'audizione il Pres. della Regione Siciliana Crocetta
per essere ascoltato in merito ai contenuti di tale accordo che hanno suscitato
particolare perplessità in quanto non collimanti con l'impegno assunto dal
Governo Nazionale contenuto nell'ordine del giorno approvato dal Senato della
repubblica in data 2 aprile 2014. Al termine di tale audizione sono rimasto
insoddisfatto delle risposte fornite dal Pres. Crocetta alle domande poste dai
Senatori componenti delle Commissione Ambiente, ritenendole "inadeguate".
Tra l'altro si è rilevata anche l'assenza di risposte sulle capacità della
Regione di fronteggiare eventuali incidenti che possono verificarsi durante
l'attività estrattiva. Senza considerare che la Sicilia non si avvale, come
accade invece nel resto d'Italia, della consulenza di Istituti specialistici
autorevoli come ISPRA, INGV e CNR.
Per rendere ancora
più completa ed efficace l'attività di indagine che sto svolgendo in qualità di
Presidente della Commissione Ambiente, lo scorso 6 ottobre ho effettuato un
sopralluogo, con l'ausilio della Guardia Costiera, presso la Piattaforma "Prezioso"
per accertarmi personalmente della regolarità nello svolgimento delle attività
da parte dell'ENI, attività indirizzate non soltanto all'estrazione di
idrocarburi ma anche e soprattutto a rispetto degli standard di sicurezza e
tutela del patrimonio di biodiversità dell'ambiente marino.
E' mia intenzione
proseguire, insieme agli altri Senatori componenti della Commissione Ambiente,
ad effettuare "sopralluoghi" e verifiche presso le altre piattaforme
presenti davanti alle coste siciliane ed ad impegnarmi ulteriormente con "atti
ufficiali" per la tutela del nostro territorio.
Nella prima decade
di novembre presenterò, presso la sala stampa del Senato, un Rapporto ampiamente
documentato su specifici areali marini con particolare riferimento ai banchi
siti dalle Egadi sino a Porto Empedocle. Tale Rapporto illustrerà
inequivocabilmente l'inappropriatezza di tali attività palesemente incompatibili
con l'ambiente marino.
Personalmente
proseguirò con il massimo impegno e la massima attenzione ad occuparmi di questo tema così come farà la
Commissione Ambiente che proseguirà il suo lavoro all'insegna del monitoraggio
e del "contrasto" di tutte quelle iniziative atte a deperire le
peculiarità marittime, turistiche e culturali della nostra Sicilia, a partire
dal provvedimento c.d. "sblocca Italia", al momento al vaglio della
Camera dei Deputati, nel quale, grazie ad una serie di forzature normative e
costituzionali, rilancia indiscriminatamente su tutto il territorio nazionale,
a terra e a mare, le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di
idrocarburi.
Auguro buon lavoro
a tutti.
Sen.
Giuseppe Marinello
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