Istituire delle zone protette speciali nello Stretto di Sicilia per evitare lo svolgimento di attività umane particolarmente impattanti come la ricerca ed estrazioni di idrocarburi e pesca invasiva. quanto chiede la commissione Ambiente al Senato al Governo.
"Presenteremo un ordine del giorno in commissione o una mozione in Aula", spiega il presidente della commissione, Giuseppe Marinello (Ncd) durante una conferenza stampa a palazzo Madama. La commissione punta a impegnare il governo "a garantire il supporto alle iniziative di carattere scientifico volte ad accrescere il livello di conoscenza del patrimonio di biodiversità da proteggere nel canale di Sicilia; a garantire risorse finanziarie per l'istituzione dell'area di alto mare; a favorire le relazioni internazionali tra i Paesi interessati ai fini della dichiarazione di area specialmente protette del Mediterraneo".
"Non vogliamo iscriverci aprioristicamente al partito favorevole o contrario alle trivellazioni, ma ci sono zone
di particolare pregio che vanno protette", spiega Marinello. A supporto dell'odg (o della mozione) stato anche presentato uno studio dell'Ispra sulla biodiversità nello stretto di Sicilia.
martedì 28 ottobre 2014
TRIVELLAZIONI: ECCO IN SINTESI I RISULTATI DELL'ISPRA
L’ISPRA, nel
mese di luglio di quest’anno, ha condotto con la nave da ricerca Astrea, una
campagna per studiare la biodiversità dei Banchi nello Stretto di Sicilia, il
braccio di mare tra le coste italiane e quelle tunisine. I banchi sono delle
montagne sommerse di diversa natura geologica, che si sollevano dalle
profondità marine sino a raggiungere quasi la superficie. In particolare, sono
stati studiati tre ambienti: il Banco Graham, che include l’isola Ferdinandea,
il Banco Terribile e il Banco di Pantelleria. I banchi sono tutti
caratterizzati da un’elevata biodiversità e, talvolta, interessati da fenomeni
vulcanici e idrotermali che determinano habitat marini unici. Inoltre, tali
ambienti giocano un ruolo ecosistemico fondamentale nell’intero Mediterraneo
centrale, costituendo zone di riproduzione e nursery di molti stock ittici, ma,
per molti aspetti, i banchi sono ancora sconosciuti.
La ricerca ha
evidenziato come questi, siano ancora oggi custodi di un enorme patrimonio di
biodiversità da proteggere. Sono stati tra l’altro scoperti: un banco di
corallo rosso vivente, numerose specie di coralli profondi, tra cui foreste di
corallo nero, falso corallo nero e coralli bianchi, vaste pareti di
coralligeno, un’area di riproduzione della manta mediterranea, fondi di alghe
coralline, foreste di laminarie, praterie di sargassi e di posidonia. Molte
delle specie ritrovate sono rare, altre sono sensibili o protette.
Sono stati
anche esplorati camini vulcanici in attività, aree idrotermali e di emissione
di gas. Rinvenuti, infine, gli antichi giacimenti di corallo rosso di Sciacca.
sabato 18 ottobre 2014
ECCO PERCHE' SIAMO RIMASTI AL GOVERNO!
L. Stabilità, Marinello: ecco perché Ncd al Governo, per mantenere impegni con italiani
“Ora speriamo sia chiaro a tutti perché il Nuovo Centrodestra è rimasto al Governo del Paese: per accogliere le istanze delle Forze dell’Ordine da tempo mortificate nel trattamento economico, per destinare ben mezzo miliardo di euro alle famiglie, per dare impulso a nuove assunzioni a tempo indeterminato che costeranno zero alle imprese. Siamo rimasti al Governo perché la Legge di Stabilità recepisse concretamente una parte dei bisogni degl’italiani che Angelino Alfano ha recepito. C’è molto ancora da fare e siamo pronti a mantenere altri impegni”. E’ quanto dichiara il Presidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama Giuseppe Marinello senatore di Ncd. Il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano ha dimostrato con i fatti, rispettando punto per punto il patto con i suoi elettori, che rimanere al Governo significa responsabilità anche e soprattutto nei confronti di coloro che chiedono risposte concrete perché il tempo delle promesse mancate e del politiche è finito ” conclude il Presidente Marinello.domenica 12 ottobre 2014
MARSALA: CONVEGNO ROTARY, MEDITERRANEO UNITO
Mi preme da subito sottolineare
un aspetto strettamente legato alla tutela delle risorse ambientali, turistiche
e culturali del Mar Mediterraneo, quello delle attività di esplorazione finalizzate alla scoperta di giacimenti
petroliferi e di idrocarburi che comporta per sua natura operazioni invasive
dei fondali e degli ambienti marini. Su questo tema sono particolarmente
impegnato dapprima come "siciliano" e istituzionalmente come
Presidente della Commissione Ambiente del Senato. Mi permetto per questo di
segnalare, in questa sede, la fervente attività parlamentare svolta fino ad
oggi a tutela della Sicilia e di tutto il Mar Mediterraneo.
Già nella scorsa
legislatura mi sono occupato della tutela dell'ambiente marino avanzando una
proposta di legge specifica sull'argomento. Impegno che sto proseguendo come
dicevo anche in veste di Presidente della Commissione Ambiente. In apertura di
questa legislatura infatti ho già presentato un disegno di legge avente per
oggetto "il ripristino del divieto di prospezioni petrolifere entro il
limite di 12 miglia marine dalla costa" e avviato anche una approfondita
indagine conoscitiva sugli impatti prodotti sull'ambiente marino dalle attività
di prospezione.
Inoltre il Senato, il
2 aprile u.s., ha approvato a grandissima maggioranza un ordine del giorno
assai articolato che ho presentato in Aula come Presidente della Commissione
Ambiente, in materia di perforazione dei fondali marini per la ricerca e lo
sfruttamento di idrocarburi, che tende fondamentalmente a limitarne l'azione
nelle zone di pregio. Desidero sottolineare innanzitutto la forte e positiva
convergenza di gran parte dei Gruppi parlamentari, anche dell’opposizione. E
peraltro, sul testo approvato il Governo ha espresso parere favorevole,
condividendone lo spirito e il contenuto.
Per rendere ancora
più completa ed efficace l'attività di indagine che sto svolgendo in qualità di
Presidente della Commissione Ambiente, lo scorso 6 ottobre ho effettuato un
sopralluogo, con l'ausilio della Guardia Costiera, presso la Piattaforma
"Prezioso" per accertarmi personalmente della regolarità nello
svolgimento delle attività da parte dell'ENI, attività indirizzate non soltanto
all'estrazione di idrocarburi ma anche e soprattutto a rispetto degli standard
di sicurezza e tutela del patrimonio di biodiversità dell'ambiente marino.
E' mia intenzione futura proseguire, insieme
agli altri Senatori componenti della Commissione Ambiente, ad effettuare "sopralluoghi"
presso le altre piattaforme presenti davanti le coste siciliane.
Lo straordinario valore del
Mediterraneo, dal punto di vista naturalistico, storico-archeologico e
culturale, le ineguagliabili qualità dei nostri ecosistemi marini, sono alla
base, solo se adeguatamente salvaguardati e attentamente valorizzati, delle
fondamentali economie mediterranee, che nella considerazione, da un lato, della
loro ultrasecolare attività e, dall'altro, dello svilupparsi di nuove forme di
economia legate ad un razionale, corretto e moderno uso della "risorsa
mare" costituiscono una fondamentale ed avvertita "speranza" per
il futuro delle giovani generazioni.
Il Canale di Sicilia
è uno dei mari a più alta biodiversità del Mediterraneo grazie a una serie di
complessi processi oceanografici che influiscono sulla produttività delle sue
acque. In questa zona sono connessi tra loro il bacino occidentale del
Mediterraneo con quello orientale. L’intensa circolazione insieme alla
complessa topografia del fondale caratterizzata da isole e montagne sottomarine
che mantengono elevati i livelli di produttività contribuiscono a creare
modelli unici di biodiversità. Dalle grandi foreste di gorgonie e coralli di
profondità, che vivono su fondali rocciosi e ospitano una ricchissima fauna, a
fondali più fangosi, importanti per la riproduzione di specie ittiche
d’interesse commerciale, il Canale di Sicilia rappresenta un’area unica in
tutto il Mediterraneo. È inoltre numeroso il transito di esemplari di specie
vulnerabili o a rischio di estinzione.
A
distanza di tempo è ancora vivo il ricordo di ciò che accadde nel Golfo del
Messico qualche tempo fa e le spaventose conseguenze che generò a causa del
guasto alla piattaforma Deepwater Horizon e l’idea che lo stesso episodio possa
accadere nei nostri mari, causando danni ambientali sicuramente ancor più
devastanti, ci induce alla massima prudenza nell’autorizzare nuove attività di
prospezione e perforazione in zone particolarmente delicate come, nel caso
specifico, quella del canale di Sicilia e di tutto il Mar Mediterraneo. La
forte preoccupazione nasce anche dal fatto che il Mediterraneo è un mare
piccolo e semichiuso, con proprie ed originalissime caratteristiche e
paradossalmente in questo
straordinario patrimonio dell'intera umanità, che ha una dimensione inferiore
all'1 per cento dei mari del mondo, già grava il transito del 25 per cento del
traffico mondiale di idrocarburi, di cui solamente un terzo destinato ad
approdi e quindi a consumi mediterranei: 400 milioni di tonnellate annue di
idrocarburi con una presenza giornaliera di 300 petroliere, in condizioni di
funzionamento e operatività spesso intollerabili. A seguito di sinistri e
incidenti marittimi, operazioni ordinarie per il trasporto di idrocarburi
(scarico e carico, allibo, bunkeraggio, eccetera), operazioni illegali (lavaggio
cisterne e scarico delle acque di sentina), attività di ricerca e sfruttamento
dei giacimenti sottomarini, finiscono in mare centinaia di migliaia di
tonnellate di idrocarburi e dato ancor più allarmante è quello che il Mar
Mediterraneo attualmente è nel mondo il mare più inquinato da idrocarburi, con
una densità media di catrame pelagico di 38 milligrammi per metro quadro,
quattro volte superiore a quella del mar dei Sargassi al secondo posto (10
milligrammi per metro quadro) e oltre dieci volte rispetto alla media degli
altri mari del mondo ! Non si può di certo trascurare
l’alto profilo di grande sensibilità per l'equilibrio ambientale del
Mediterraneo, a cominciare da quello della corretta disciplina dei traffici, da
quelli degli scarichi dei grandi centri urbani e degli agglomerati industriali,
dell'impatto di ogni altra attività antropica. Per questo motivo lo
straordinario ed unico concentrato di tesori che vi è contenuto, esige un
impegno più forte e più coerente rispetto all'ineludibile necessità di
apprestare un sistema di regole, limitazioni e divieti effettivamente in grado
di proteggere il nostro mare da un rischio il cui concretizzarsi ne minerebbe
la sopravvivenza stessa. Nel caso specifico la consapevolezza dei gravissimi
pericoli connessi alle attività di estrazione offshore nel Mediterraneo, e non
solo, induce a guardare con grande attenzione all’impatto delle proposta del
Primo Ministro Renzi di raddoppiare le trivellazioni in Italia, come del resto
fece il Governo Monti con l'emanazione del decreto del 27 dicembre 2012. Quel
testo aveva esteso l’area per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi al largo delle coste della Sicilia rischiando di
compromettere il delicato equilibrio geologico di questa area che grazie all’ampliamento
della zona “C” previsto nel
testo apriva, con viva preoccupazione, alla ricerca e alla coltivazione
degli idrocarburi in mare, ricomprendendo il mare tutto attorno alla nostra
Isola in particolare nella parte meridionale ed il Banco Graham e l’adiacente
porzione del Vulcano Empedocle. In particolare l’area
del Canale di Sicilia interessata da questo vulcanismo è un’area sismogenetica
che arriva a lambire la costa siciliana tra Sciacca e Selinunte e prosegue
nella Valle del Belice. Sono noti diversi terremoti storici anche di grande
intensità che hanno prodotto tsunami nel 1727 e nel 1817. Infatti, l’attività
sismica nell’area risulta piuttosto vivace anche se i terremoti recenti sono di
bassa magnitudo. Come riportato nei cataloghi sismici strumentali, l’ultimo
evento di maggior magnitudo (4.3 Scala Richter) è avvenuto il 10 aprile 2007 di
fronte a Sciacca. In tempi più recenti, tra febbraio e aprile 2011, è stata
inoltre registrata una sequenza sismica localizzata tra la costa siciliana e
Malta, la cui magnitudo massima ha raggiunto il valore di 4.1. Il Banco Graham,
che ha formato l’effimera isola Ferdinandea a circa 25 miglia a sud ovest di
Sciacca durante l’eruzione del 1831, rappresenta l’unico vulcano italiano attivo
in tempi storici ancora quasi completamente sconosciuto, che manca di un
sistema minimo di monitoraggio, e del quale non si conosce al momento quale sia
il suo stato di attività. Il Canale di Sicilia, attualmente, è monitorato
dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia mediante 3 stazioni
localizzate nelle isole di Pantelleria, Lampedusa e Malta, e da quelle lungo la
costa siciliana. Complessivamente, le stazioni permanenti operanti in tutto il
settore meridionale della Sicilia, sono ad oggi 11. Da questa puntuale
descrizione tecnica si desume l’assoluta inopportunità a proseguire e
autorizzare nuove trivellazioni nella zona.
Al di là del mio
impegno personale a salvaguardia del nostro territorio credo comunque siano
necessarie delle considerazioni politiche da farsi sul
futuro di questo nostro Paese, che forse può trarre più chances dalla cura
delle nostre straordinarie ricchezze naturali, paesaggistiche e culturali
tralasciando così un modello industrialistico che fa acqua da tutte le parti:
noi abbondiamo di ricchezze naturalistiche irripetibili, dall’inestimabile
valore di mercato mentre la nostra industria è avviata verso un declino ormai
ineludibile. Lo sviluppo sostenibile, chiave di volta del progresso tecnologico
del nuovo secolo, impone un rapido cambiamento e una riconversione dei metodi
tecnologici delegando alle scienze chimiche il compito di giocare un ruolo
primario nella riconversione di vecchie, obsolete e talvolta pericolose
pratiche, come ad esempio quella delle trivellazioni petrolifere, in nuovi
processi puliti e nella progettazione di nuovi prodotti e nuovi processi
eco-compatibili. La consapevolezza del fatto che l'inquinamento non conosce
confini nazionali, particolarmente quello dell'aria e dell'acqua, richiede
sempre più l'adozione di politiche di controllo internazionalmente accettate.
Ricordiamo che le scorte di combustibili fossili non sono eterne e queste nuove
tecnologie potrebbero ridurre i consumi e gli sprechi energetici nell'eseguire
i processi industriali, utilizzando fonti energetiche rinnovabili per il
funzionamento degli impianti industriali. Altra considerazione da farsi sulla
proposta di istituzione di "aree
protette di alto mare" è che hanno, dati oggettivi alla mano, costi
proibitivi, di gestione e sorveglianza, e comunque necessitano di un’adeguata
ponderazione circa i regimi giuridici da applicare fuori dalle acque
territoriali.
La Sicilia è focal point di una
convenzione tra le nostre regioni dello Ionio e del Sud Italia con il Ministero
dell’ambiente, per l’attuazione della Marine Strategy (che scaturisce dalla
Direttiva comunitaria 56/2008/CE); in quella veste la Regione deve farsi
promotrice del più ampio coinvolgimento degli attori della società civile e
dell’economia meridionale, anche allacciando sinergie e rapporti con i Paesi
della sponda Sud del Mediterraneo, per tracciare modelli di sviluppo
ecocompatibili a tutela del più grande tesoro che ci accomuna in pace con tutte
le popolazioni di questo nostro straordinario bacino, il mare.
Conseguentemente
è evidente l'urgenza per il nostro Paese, di avviare, anche nelle sedi
internazionali e comunitarie, idonee iniziative politiche, normative ed
amministrative per definire più severe regolazioni, strumentazioni e capacità
di intervento a fronte dei pesantissimi rischi connessi alle diverse attività
di ricerca, coltivazione e trasporto via mare di idrocarburi, non sull'onda
dell'emozione per i tristi accadimenti passati, ma per l'amara consapevolezza
che, nel nostro piccolo e già inquinato mare, un analogo accadimento ne
decreterebbe la morte definitiva con la conseguente crisi irreversibile delle
principali economie mediterranee.
Queste
considerazioni e queste proposte sicuramente non collimano con le finalità di
settori portatori di specifici settoriali e non irrilevanti interessi
economici. Non si tratta dunque di aprire una "guerra" contro
qualcuno ma soltanto di invitare i decisori alla ragionevolezza, per non
dimenticare mai che il patrimonio del Mar Mediterraneo, nella sua integrità
ambientale, costituisce un interesse primario non solamente delle popolazioni
che su quel mare si affacciano e vivono, ma anche delle imprese che vi operano
a vario titolo. Le misure di cautela e di prevenzione che auspico, e che
dovrebbero essere definite e calibrate sulla base del doppio criterio della
ragionevolezza e dell'effettiva efficacia rispetto allo scopo, possono
comportare forse oneri e disagi, ma comunque certamente inferiori a quelli che
la comunità nazionale ed internazionale non potrebbe fare a meno di sostenere
ed imporre in caso di eventi traumatici che dovessero verificarsi a causa della
irresponsabile scelta di adagiarsi oggi in una posizione di inerte attendismo
ovvero di limitarsi ad adottare misure inadeguate ed insufficienti.
sabato 11 ottobre 2014
TRIVELLAZIONI? NO GRAZIE
Messaggio del Sen. Giuseppe Marinello
Pres. della Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato della
Repubblica
"Trivellazioni nel canale di
Sicilia ? No grazie"
Ringrazio per il cortese invito
a prendere parte a questo interessante dibattito al quale purtroppo non potrò partecipare
a causa di concomitanti impegni aventi per oggetto le stesse, delicatissime,
tematiche, ed in particolare le attività di esplorazione davanti le nostre
coste finalizzate alla scoperta di giacimenti petroliferi e di idrocarburi.
Il tema delle trivellazioni, soprattutto in mare e lungo le coste, pone diversi ordini di
problemi: rischi di incidenti rilevanti e pericoli per un patrimonio irripetibile
sul piano paesaggistico, ambientale e culturale; corrisponde anche ad una
sostanziale e pesante scelta di fondo circa gli orizzonti e le vocazioni strategiche
del futuro della Sicilia. Peraltro è una scelta già vissuta sulla pelle dei
Siciliani, con cicatrici indimenticabili: basta verificare gli strascichi di
quelle scelte su Milazzo, Gela, Priolo.
L'attività di esplorazione finalizzata alla scoperta di
giacimenti petroliferi e di idrocarburi comporta per sua natura operazioni
invasive dei fondali e degli ambienti marini. Il
Canale di Sicilia è uno dei mari a più alta biodiversità del Mediterraneo grazie
a una serie di complessi processi oceanografici che influiscono sulla
produttività delle sue acque.
Non è lontano il ricordo di ciò che
accadde nel Golfo del Messico qualche tempo fa e le spaventose conseguenze che
generò a causa del guasto alla piattaforma Deepwater Horizon e l’idea che lo
stesso episodio possa accadere nei nostri mari, causando danni ambientali
sicuramente ancor più devastanti, ci induce alla massima prudenza
nell’autorizzare nuove attività di prospezione e perforazione in zone particolarmente
delicate come, nel caso specifico, quella del canale di Sicilia e di tutto il
Mar Mediterraneo.
Su questo tema sono particolarmente
impegnato dapprima come "siciliano" e istituzionalmente come
Presidente della Commissione Ambiente del Senato e per questo motivo mi
permetto di segnalare, in questa sede, la fervente attività parlamentare svolta
fino ad oggi a tutela della Sicilia e di tutto il Mar Mediterraneo.
A fronte delle imponenti richieste da
parte delle aziende petrolifere di vedere autorizzati ulteriori progetti per
impianti di estrazione di idrocarburi in mare, soprattutto in Sicilia, la
Commissione Ambiente del Senato, che mi onoro di presiedere, per approfondire
tale tematica e per arginare il più possibile tale richiesta, ha avviato con
urgenza, a partire dal 2 luglio 2013, un'indagine conoscitiva in materia di
"ricerca ed estrazione di idrocarburi in mare", data in cui sono
iniziate le audizioni, 32 in totale per la precisione, a cui hanno preso parte
Istituti di ricerca, Enti Statali, Associazioni di categoria e soggetti
Istituzionali.
Al termine di questo lungo e tortuoso percorso di
approfondimento, la Commissione Ambiente ha approvato una risoluzione
particolarmente restrittiva dal punto di vista della tutela ambientale, che è
stata presentata all'Aula del Senato, in data 2 aprile 2014, sotto forma di
ordine del giorno, a mia firma, condiviso da una grandissima maggioranza. Devo
per onestà sottolineare come il documento approvato in Aula è risultato meno
stringente rispetto la risoluzione della Commissione. Comunque si è avuta una
forte e positiva convergenza di gran parte dei Gruppi parlamentari, anche
dell’opposizione.
Ciò nonostante, la Regione Siciliana, in data 4 giugno u.s.,
ha siglato un protocollo d'intesa con il comparto petrolifero per l'ulteriore sfruttamento e utilizzo delle
risorse siciliane di gas e petrolio presenti anche davanti le coste dell'Isola.
Prontamente, ho convocato per un'audizione il Pres. della Regione Siciliana Crocetta
per essere ascoltato in merito ai contenuti di tale accordo che hanno suscitato
particolare perplessità in quanto non collimanti con l'impegno assunto dal
Governo Nazionale contenuto nell'ordine del giorno approvato dal Senato della
repubblica in data 2 aprile 2014. Al termine di tale audizione sono rimasto
insoddisfatto delle risposte fornite dal Pres. Crocetta alle domande poste dai
Senatori componenti delle Commissione Ambiente, ritenendole "inadeguate".
Tra l'altro si è rilevata anche l'assenza di risposte sulle capacità della
Regione di fronteggiare eventuali incidenti che possono verificarsi durante
l'attività estrattiva. Senza considerare che la Sicilia non si avvale, come
accade invece nel resto d'Italia, della consulenza di Istituti specialistici
autorevoli come ISPRA, INGV e CNR.
Per rendere ancora
più completa ed efficace l'attività di indagine che sto svolgendo in qualità di
Presidente della Commissione Ambiente, lo scorso 6 ottobre ho effettuato un
sopralluogo, con l'ausilio della Guardia Costiera, presso la Piattaforma "Prezioso"
per accertarmi personalmente della regolarità nello svolgimento delle attività
da parte dell'ENI, attività indirizzate non soltanto all'estrazione di
idrocarburi ma anche e soprattutto a rispetto degli standard di sicurezza e
tutela del patrimonio di biodiversità dell'ambiente marino.
E' mia intenzione
proseguire, insieme agli altri Senatori componenti della Commissione Ambiente,
ad effettuare "sopralluoghi" e verifiche presso le altre piattaforme
presenti davanti alle coste siciliane ed ad impegnarmi ulteriormente con "atti
ufficiali" per la tutela del nostro territorio.
Nella prima decade
di novembre presenterò, presso la sala stampa del Senato, un Rapporto ampiamente
documentato su specifici areali marini con particolare riferimento ai banchi
siti dalle Egadi sino a Porto Empedocle. Tale Rapporto illustrerà
inequivocabilmente l'inappropriatezza di tali attività palesemente incompatibili
con l'ambiente marino.
Personalmente
proseguirò con il massimo impegno e la massima attenzione ad occuparmi di questo tema così come farà la
Commissione Ambiente che proseguirà il suo lavoro all'insegna del monitoraggio
e del "contrasto" di tutte quelle iniziative atte a deperire le
peculiarità marittime, turistiche e culturali della nostra Sicilia, a partire
dal provvedimento c.d. "sblocca Italia", al momento al vaglio della
Camera dei Deputati, nel quale, grazie ad una serie di forzature normative e
costituzionali, rilancia indiscriminatamente su tutto il territorio nazionale,
a terra e a mare, le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di
idrocarburi.
Auguro buon lavoro
a tutti.
Sen.
Giuseppe Marinello
venerdì 10 ottobre 2014
TOTI ... E TOTINO
Gay, Marinello: Povero Toti non ha stoffa di Alfano e cerca visibilità usando il Papa
“Se Forza Italia guarda indietro e vuol tornare a chiamarsi ‘Casa delle libertà’, dove per libertà s’intende inosservanza delle leggi e assenza di regole, faccia pure, di umiliante però c’è solo l’incoerenza e l’assenza di valori, senza contare lo scarso stile di chi usa la figura del Santo Padre per fare propaganda politica. Angelino Alfano, è un Ministro della Repubblica che deve far applicare le norme, non è l’ultimo arrivato alla corte dei miracoli che pur di guadagnare consensi agli occhi del capo, spara frasi senza senso e senza cognizione”. Lo dichiara in una nota il Presidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama Giuseppe Marinello, senatore del Nuovo Centrodestra. “Evidentemente il povero Toti nutre risentimento personale per Angelino Alfano che non è un ‘consigliere politico’ ma un leader di partito apprezzato in Europa o forse ancora cova rabbia per la dichiarazione di qualche tempo fa del Presidente Alfano secondo cui Berlusconi si circonda di inutili idioti. Meglio la beauty farm, forse lì Toti potrà rigenerare il corpo e la mente”. conclude il senatore Marinello.giovedì 9 ottobre 2014
martedì 7 ottobre 2014
NOZZE GAY: BENE ALFANO!
Nozze gay: Bene Alfano, omosessuali sono minoranza protetta da lobby
“Condividiamo pienamente la decisione del Ministro Alfano tesa a ristabilire l’ordine in materia di stato civile in alcuni enti locali. Le reazioni contrarie arrivano per lo più dalle lobby interessate, evidentemente nervose perché pienamente consapevoli di rappresentare una minoranza del Paese. Si vuole imporre una visione della vita contraria al comune sentire degli italiani e dei cristiani, utilizzando strumenti non previsti dall’ordinamento, come la registrazione dei matrimoni contratti all’estero, tesi a aggirare la legge che invece va rispettata”.VISITA ALLA PIATTAFORMA PETROLIFERA
Nella riunione si è verificato, tra l’altro, che la piattaforma fosse stata oggetto di visita da parte della locale competente Capitaneria e che non ci fossero criticità e/o deficienze in essere.
Il giorno 6 ottobre 2014 alle ore 10:00 circa, è giunto in Capitaneria il Sig. Presidente della Commissione Ambiente del Senato – Sen. Marinello - al quale, una volta accolto, è stato fatto un veloce brief sulla piattaforma Prezioso.
Al riguardo si sintetizzano di seguito i principali dettagli della piattaforma:
Anno di costruzione :1988;
Tipo di struttura: reticolare ad 8 gambe;
Minerale estratto: Gas Metano;
Operatore: ENI Mediterranea Idrocarburi;
Distanza dalla costa : 12 Km;
Altezza sul livello del mare: 44 Mt;
Profondità fondale : 45 Mt;
Posizione : LAT 37° 00’ LONG 014° 02’42,38”.
Alle ore 10:30 circa ci si è recati presso la sede della società Enimed dove l’Ing Nunzio COLABUFALO
unitamente all’Ing Luca Giuseppe PARDO, hanno tenuto una breve riunione inerente la sicurezza
dell’installazione petrolifera e gli sviluppi dell’attività di ricerca/prospezione che la società ENIMED intende porre in essere.
Successivamente lo scrivente ha accompagnato in elicottero il Presidente Marinello sulla piattaforma Prezioso unitamente al Comandante Cacace ed all’ Ing Nunzio COLABUFALO.
Giunti in piattaforma è stato effettuato, a cura del Capo piattaforma, un breve briefing sulla sicurezza in piattaforma e sulle attività della stessa.
Una volta concluso il briefing la delegazione ha effettuato una visita alla piattaforma soffermandosi anche nel visionare la c.d. testa di pozzo nonché altri apprestamenti significativi della piattaforma.
Alle ore 12:30 circa, sempre a mezzo elicottero, la delegazione ha raggiunto lo stabilimento Enimed.
Successivamente, a mezzo auto, il Sig. Pres. È stato accompagnato presso la Capitaneria di Porto di Gela dove ha salutato i militari della stessa.
Giunti presso l’Autorità Marittima il Presidente ha anche incontrato i rappresentanti del locale cluster marittimo.
Alle 15:30 circa, veniva effettuato il trasferimento del Sig. Presidente MARINELLO, dello scrivente e del Comandante Cacace dallo stabilimento Enimed all’ aeroporto di Catania a mezzo elicottero.
Giunti alle ore 16:00 circa all’aeroporto di Catania la delegazione è stata accolta dal Comandante della base che ha fatto effettuare una breve visita al 2° nucleo aereo donando al Sig. Presidente il crest della base.
Alle ore 17:00 circa, a mezzo ATR del Corpo, veniva effettuato il trasferimento della delegazione a Roma – Ciampino. Durante il volo il C.F. Prencipe, ha illustrato al Sig. Presidente le principali caratteristiche del velivolo donandogli il crest della componente aerea.
Giunti a Roma il Sig. Pres. Marinello ha inteso concedere parole di elogio e ringraziamento per il supporto fornito dalla Guardia Costiera.
IL CAPO DEL RAM
CV (CP) Aurelio CALIGIORE
Roma 07.10.2014
giovedì 2 ottobre 2014
IL PARCO EOLICO DI LICATA A RISCHIO INFRAZIONE UE
Energia: Marinello a Galletti, Parco eolico Licata rischio infrazioni Ue
''La realizzazione del progetto, proposto dalla ''Mediterranean Wind offshore'', che prevede l'impianto di 38 pale eoliche su un'area di 10 chilometri quadrati, pregiudicherebbe pesantemente l'equilibrio ambientale e gli interessi economici delle collettività locali, poichè sottrarrebbe un'area molto vasta alla marineria locale e vanificherebbe gli sforzi fino ad oggi profusi per la crescita del settore turistico''. E' quanto si legge in un'interrogazione parlamentare a prima firma del Presidente della Commissione Ambiente del Senato,Giuseppe Marinello, indirizzata ai ministri dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, dei Bni e delle attività' culturali e del turismo e dello Sviluppo economico, sulla realizzazione del Parco Eolico a Licata. ''oltre alla contrarietà di migliaia di residenti della zona, ci sono gravi lacune nelle relazioni tecniche descrittive dei parchi eolici, e tra le tante non viene fatto cenno dell'aspetto archeologico che e' invece di primaria importanza, come sottolineato dalla Soprintendenza del mare della Regione e attestato da numerosissime fonti storiche ed archeologiche. Chiediamo dunque ai ministri interessati - sottolinea Marinello - se non si ravvisino ulteriori elementi ostativi alla realizzazione del parco eolico e quali siano i profili di legittimità comunitaria per non incorrere nelle procedure di infrazione dell'Unione Europea''
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