Un accordo cogente e giuridicamente vincolante che permetta di limitare l'innalzamento della temperatura della Terra al massimo a due gradi nei prossimi decenni: questo l'ambizioso obiettivo per cui si batterà l'Europarlamento in vista della Conferenza di Parigi sul clima (COP21) del prossimo dicembre. Se ne è parlato a Roma presso la sede del Parlamento europeo.
A spiegare ciò che si intende fare e ciò che si sta facendo sono stati, nel primo convegno interparlamentare fra Parlamento europeo e Parlamento italiano organizzato a Roma dall'ufficio del PE in Italia, il Presidente della commissione ambiente del PE Giovanni La Via e l'eurodeputato francese Gilles Pargneaux, relatore del rapporto su COP21 in votazione a Strasburgo a fine ottobre 2015. A rappresentare il Parlamento italiano, Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera dei Deputati, e Giuseppe Marinello, presidente della commissione Ambiente del Senato della Repubblica italiana.
"L'Europa arriva alla conferenza di Parigi con una posizione chiara e unitaria", ha dichiarato Gilles Pargneaux. "Vogliamo che i paesi che parteciperanno a COP21 prendano degli impegni concreti sia per quanto riguarda la riduzione dei livelli di CO2 che per quel che concerne gli aspetti finanziari. In particolare, con la risoluzione di cui sono relatore, chiederemo: di dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2050 e ridurle del 40% entro il 2030; sempre entro il 2030, di fare in modo che almeno il 30% dell'energia che utilizziamo provenga da fonti rinnovabili; infine di aumentare del 40%, entro il 2030, l'efficienza energetica a livello globale".
"Poi - ha continuato Pargneaux - come Parlamento europeo spingeremo perché venga istituito un fondo verde mondiale contro il cambiamento climatico, a cui tutti i paesi del mondo contribuiscano, dal 2020, con una somma complessiva di almeno cento miliardi di dollari l'anno. Infine chiederemo che almeno il 20% delle risorse provenienti dalla tassa sulle transazioni finanziarie, attualmente in discussione in undici paesi UE fra cui l'Italia, venga destinato alla lotta al riscaldamento globale. Vogliamo fare in modo che le tecnologie meno inquinanti diventino più appetibili sul mercato e istituire un meccanismo di monitoraggio delle misure contenute nel futuro accordo che, ogni cinque anni, verifichi la loro effettiva attuazione".
"Poi - ha continuato Pargneaux - come Parlamento europeo spingeremo perché venga istituito un fondo verde mondiale contro il cambiamento climatico, a cui tutti i paesi del mondo contribuiscano, dal 2020, con una somma complessiva di almeno cento miliardi di dollari l'anno. Infine chiederemo che almeno il 20% delle risorse provenienti dalla tassa sulle transazioni finanziarie, attualmente in discussione in undici paesi UE fra cui l'Italia, venga destinato alla lotta al riscaldamento globale. Vogliamo fare in modo che le tecnologie meno inquinanti diventino più appetibili sul mercato e istituire un meccanismo di monitoraggio delle misure contenute nel futuro accordo che, ogni cinque anni, verifichi la loro effettiva attuazione".
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