venerdì 9 gennaio 2015

RIFLESSIONI SULL'ECCIDIO DEI GIORNALISTI

L’eccidio eseguito dai terroristi islamici a Parigi nella sede di Charlie Hebdo, induce ad alcune riflessioni.
Non possiamo pensare che tutto sia stato frutto della follia, altrimenti ridurremmo l’episodio alla stregua di una, seppur gravissima, devianza della mente umana. Ne tantomeno possiamo affrontare la questione impelagandoci in trite e ritrite analisi sociologiche che poi confluiscono sui temi delle diseguaglianze. La verità è molto più semplice e per questo ancora più cruda: il modello di società multi etnica e multi razziale che si vuole a tutti i costi imporre come modello esemplare caratterizzante del terzo millennio, è una mostruosa chimera, produce continui disastri con un crescendo di terrore e devastazione che, dall’11 settembre del 2001, ci accompagna con agghiacciante cadenza.
Qualsiasi analisi che non tenga conto della storia e della diversità tra civiltà è destinata ad essere fallace, sterile ed autolesionisticamente dannosa.
Una civiltà occidentale che disconosce e rinnega i propri valori e si vergogna delle radici giudaico-cristiane, abdica al diritto all’esistenza indebolendosi fino a raggiungere lo stremo. 
Malinteso ecumenismo, conformismo “politicamente corretto”,  l’ipocrisia di un appiccicoso buonismo, sono co-fattori di quel pensiero unico dominante, oggi di moda, che ha spianato facili percorsi di successo a tanti leader che di fatto tradiscono il più elementare principio: il dovere dell’assunzione delle responsabilità, senza “se” e senza “ma”.
Occorre riscoprire Identità e Valori che hanno caratterizzato il percorso della nostra storia, e da questi porre le basi per una ripartenza, certamente non facile, ma oggi sempre più urgente e necessaria.
Una società senza coraggio è destinata a soccombere, leaders politici, militari e religiosi che non sentono sulle proprie spalle il dovere, spesso difficile, alla legittima difesa della collettività ci porteranno a una sempre più rapida distruzione.

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