Al Ministro della salute, al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
Il ritardo accumulato dalla regione Sicilia nell'attuazione del transito al servizio sanitario nazionale della sanità penitenziaria a causa dell'incomprensibile comportamento politico amministrativo tenuto dall'assessore Russo e la situazione di incertezza che ne deriva, aggrava ulteriormente la già critica situazione delle carceri siciliane nelle quali - come ampiamente denunciato non solo dal garante dei detenuti, ma anche dallo stesso personale medico penitenziario attraverso esposti alla magistratura - l'impossibilità di utilizzare tutte le figure professionale presenti nelle aziende sanitarie provinciali - in particolare psichiatri e psicologi, essenziali per prevenire gesti autolesionistici e anticonservativi - penalizza gravemente i detenuti e danneggia sotto il profilo professionale gli stessi medici penitenziari;
per quanto riguarda questi ultimi, l'assessore Russo ha disposto che - a partire dal 2011 - tutti i responsabili sanitari di un istituto penitenziario, e quindi con funzioni di dirigente sanitario, confluiscano in un ruolo ad esaurimento senza poter essere sostituiti da figure equivalenti: una volta, dunque, andato in pensione il responsabile medico del carcere il suo posto è destinato a rimanere vacante
quali tempestive iniziative - nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto delle prerogative attribuite alle regioni in materia sanitaria dalla normativa vigente - intenda prendere per ripristinare anche nelle carceri siciliane la certezza della normativa vigente in materia di sanità penitenziaria attualmente sospesa a causa del mancato recepimento da parte della regione Sicilia del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° aprile 2008, garantendo - altresì - il concreto godimento da parte dei detenuti e degli internati negli istituti di pena della regione del diritto all'uguaglianza di trattamento in materia sanitaria rispetto agli individui liberi e di quello della tutela della salute costituzionalmente sanciti, nonché il rispetto della professionalità del personale medico e paramedico che opera all'interno dei penitenziari stessi.
Il ritardo accumulato dalla regione Sicilia nell'attuazione del transito al servizio sanitario nazionale della sanità penitenziaria a causa dell'incomprensibile comportamento politico amministrativo tenuto dall'assessore Russo e la situazione di incertezza che ne deriva, aggrava ulteriormente la già critica situazione delle carceri siciliane nelle quali - come ampiamente denunciato non solo dal garante dei detenuti, ma anche dallo stesso personale medico penitenziario attraverso esposti alla magistratura - l'impossibilità di utilizzare tutte le figure professionale presenti nelle aziende sanitarie provinciali - in particolare psichiatri e psicologi, essenziali per prevenire gesti autolesionistici e anticonservativi - penalizza gravemente i detenuti e danneggia sotto il profilo professionale gli stessi medici penitenziari;
per quanto riguarda questi ultimi, l'assessore Russo ha disposto che - a partire dal 2011 - tutti i responsabili sanitari di un istituto penitenziario, e quindi con funzioni di dirigente sanitario, confluiscano in un ruolo ad esaurimento senza poter essere sostituiti da figure equivalenti: una volta, dunque, andato in pensione il responsabile medico del carcere il suo posto è destinato a rimanere vacante
quali tempestive iniziative - nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto delle prerogative attribuite alle regioni in materia sanitaria dalla normativa vigente - intenda prendere per ripristinare anche nelle carceri siciliane la certezza della normativa vigente in materia di sanità penitenziaria attualmente sospesa a causa del mancato recepimento da parte della regione Sicilia del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° aprile 2008, garantendo - altresì - il concreto godimento da parte dei detenuti e degli internati negli istituti di pena della regione del diritto all'uguaglianza di trattamento in materia sanitaria rispetto agli individui liberi e di quello della tutela della salute costituzionalmente sanciti, nonché il rispetto della professionalità del personale medico e paramedico che opera all'interno dei penitenziari stessi.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.