giovedì 15 giugno 2017

TRIVELLAZIONI: NOI FACCIAMO I FATTI E LI DOCUMENTIAMO!

Un necessario riassunto per chi in questi giorni di campagna elettorale tenta di ascriversi, per guadagnare gratuito consenso, la battaglia fatta in favore della tutela dei nostri mari, delle nostre coste, di chi le vive e di chi ci lavora.
Sul tema delle trivellazioni petrolifere nel canale di Sicilia è bene sottolineare l'impegno profuso dal sottoscritto dapprima come "siciliano" e istituzionalmente come Presidente della Commissione Ambiente del Senato.
Un'azione organica incisiva, messa in atto da subito, che ha visto il mio personale intervento su diversi provvedimenti al fine di dotare il Paese di norme a tutela della Sicilia e di tutto il Mar Mediterraneo.
Per arginare le imponenti richieste da parte delle aziende petrolifere di vedere autorizzati ulteriori progetti per impianti di estrazione di idrocarburi in mare, soprattutto in Sicilia, la Commissione Ambiente del Senato, che mi onoro di presiedere, per approfondire tale tematica, avviò con urgenza, a partire dal 2 luglio 2013, un'indagine conoscitiva in materia di "ricerca ed estrazione di idrocarburi in mare", data in cui iniziarono le audizioni, 32 in totale per la precisione, a cui presero parte Istituti di ricerca, Enti Statali, Associazioni di categoria e soggetti Istituzionali  e conclusasi con l'approvazione di una risoluzione particolarmente restrittiva dal punto di vista della tutela ambientale, che fu presentata all'Aula del Senato, in data 2 aprile 2014, sotto forma di ordine del giorno, a mia firma, approvato con la condivisione di una grandissima maggioranza dei colleghi. Tra le novità di rilievo nel testo figuravano la sospensione entro le 12 miglia dalla costa per le estrazioni di idrocarburi liquidi e il ruolo determinante nel processo di autorizzazione degli istituti di ricerca pubblici ISPRA, CNR e INGV.
Ciò nonostante, la Regione Siciliana, in data 4 giugno 2014, siglò un protocollo d'intesa con il comparto petrolifero per l'ulteriore sfruttamento e utilizzo delle risorse siciliane di gas e petrolio presenti anche davanti le coste dell'Isola. Prontamente convocai il 17 luglio per un'audizione il Pres. della Regione Siciliana Crocetta per essere ascoltato in merito ai contenuti di tale accordo che suscitarono particolare perplessità in quanto non collimanti con l'impegno assunto dal Governo Nazionale contenuto nell'ordine del giorno approvato dal Senato della repubblica in data 2 aprile 2014.
Relativamente al provvedimento cosiddetto "sblocca Italia", il mio impegno si concretizzò con la presentazione di un ordine del giorno, approvato dall'Aula, che impegnava il Governo a sospendere il rilascio di nuove autorizzazione di ricerca e coltivazione di idrocarburi nei fondali marini del canale di Sicilia, oltre che l'operatività di quelle già rilasciate, per almeno un biennio e comunque fino alla conclusione di un'approfondita indagine tecnico scientifica da affidare all'ISPRA e all'INGV su incarico dello sviluppo economico.
Altro intervento fu da me effettuato, con successo, nell'ambito del cosiddetto decreto Collegato ambientale", diventato legge il 28/12/2015, con l'approvazione di due emendamenti finalizzati a valorizzare e a tutelare la peculiare specificità naturalistica di straordinari ecosistemi marini sommersi come quelli dei banchi di Graham, Terribile, Pantelleria e Avventura nel canale di Sicilia, studio finanziato con 800 mila euro per l'anno 2015 e 1 milione di euro a decorrere dall'anno 2016.
Altra battaglia sostenuta in favore della tutela del mar Mediterraneo e del comparto della pesca fu quella contro la tecnica dell'AIR GUN, delicata e controversa tecnica utilizzata nelle attività di ricerca di risorse minerarie, con un mio intervento in Aula, il 3 marzo 2015, nell'ambito del provvedimento sul tema "delitti in materia ambientale", nel quale rappresentai la mia netta contrarietà, votando a favore del suo inserimento tra i reati ambientali andando in netto contrasto con il parere del Governo.
In ultimo, il 30 luglio 2015 le Commissioni ambiente e industria del Senato, in una valutazione congiunta, approvarono un parere con condizioni vincolanti sull'atto di governo riguardante il recepimento di una direttiva comunitaria del 2013 sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi e che modificava la direttiva del 2004. Anche nell'ambito del parere espresso sono state ribadite e richieste le massime cautele per garantire la sicurezza e la tutela dell'ambiente marino nelle installazioni industriali per l'estrazione di idrocarburi in mare onde prevenire incidenti gravi e limitarne gli effetti, all'interno del quale veniva richiesta l'istituzione di un Comitato per la sicurezza  delle  operazioni  a mare, che svolgesse le funzioni  di  autorita' competente responsabile.

Le condizioni sono state recepite nel decreto legislativo n. 145 del 18 agosto 2015 con l'entrata in vigore del provvedimento dal 17/9/2015

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