Un necessario riassunto per chi in questi giorni di campagna
elettorale tenta di ascriversi, per guadagnare gratuito consenso, la battaglia
fatta in favore della tutela dei nostri mari, delle nostre coste, di chi le
vive e di chi ci lavora.
Sul tema delle trivellazioni petrolifere nel canale di Sicilia è bene
sottolineare l'impegno profuso dal sottoscritto dapprima come
"siciliano" e istituzionalmente come Presidente della Commissione
Ambiente del Senato.
Un'azione organica incisiva, messa in
atto da subito, che ha visto il mio personale intervento su diversi
provvedimenti al fine di dotare il Paese di norme a tutela della Sicilia e di
tutto il Mar Mediterraneo.
Per arginare le imponenti richieste da
parte delle aziende petrolifere di vedere autorizzati ulteriori progetti per
impianti di estrazione di idrocarburi in mare, soprattutto in Sicilia, la
Commissione Ambiente del Senato, che mi onoro di presiedere, per approfondire
tale tematica, avviò con urgenza, a partire dal 2 luglio 2013, un'indagine
conoscitiva in materia di "ricerca ed estrazione di idrocarburi in mare",
data in cui iniziarono le audizioni, 32
in totale per la precisione, a cui presero parte Istituti di ricerca, Enti Statali,
Associazioni di categoria e soggetti Istituzionali e conclusasi con l'approvazione di una
risoluzione particolarmente restrittiva dal punto di vista della tutela
ambientale, che fu presentata all'Aula del Senato, in data 2 aprile 2014, sotto
forma di ordine del giorno, a mia firma,
approvato con la condivisione di una grandissima maggioranza dei colleghi. Tra
le novità di rilievo nel testo figuravano la
sospensione entro le 12 miglia dalla costa per le estrazioni di idrocarburi
liquidi e il ruolo determinante nel processo di autorizzazione degli istituti
di ricerca pubblici ISPRA, CNR e INGV.
Ciò nonostante, la Regione Siciliana,
in data 4 giugno 2014, siglò un protocollo d'intesa con il comparto petrolifero
per l'ulteriore sfruttamento e utilizzo delle risorse siciliane di gas e
petrolio presenti anche davanti le coste dell'Isola. Prontamente convocai il 17 luglio per un'audizione il
Pres. della Regione Siciliana Crocetta per essere ascoltato in merito ai
contenuti di tale accordo che suscitarono particolare perplessità in quanto non
collimanti con l'impegno assunto dal Governo Nazionale contenuto nell'ordine
del giorno approvato dal Senato della repubblica in data 2 aprile 2014.
Relativamente al provvedimento
cosiddetto "sblocca Italia", il mio impegno si concretizzò con la
presentazione di un ordine del giorno, approvato dall'Aula, che impegnava il Governo a sospendere il
rilascio di nuove autorizzazione di ricerca e coltivazione di idrocarburi nei
fondali marini del canale di Sicilia, oltre che l'operatività di quelle già
rilasciate, per almeno un biennio e comunque fino alla conclusione di un'approfondita
indagine tecnico scientifica da affidare all'ISPRA e all'INGV su incarico dello
sviluppo economico.
Altro intervento fu da me effettuato,
con successo, nell'ambito del cosiddetto decreto Collegato ambientale", diventato legge il 28/12/2015, con
l'approvazione di due emendamenti finalizzati a valorizzare e a tutelare la
peculiare specificità naturalistica di straordinari ecosistemi marini sommersi
come quelli dei banchi di Graham,
Terribile, Pantelleria e Avventura nel canale di Sicilia, studio finanziato
con 800 mila euro per l'anno 2015 e 1 milione di euro a decorrere dall'anno
2016.
Altra battaglia sostenuta in favore
della tutela del mar Mediterraneo e del comparto della pesca fu quella contro
la tecnica dell'AIR GUN, delicata e controversa tecnica utilizzata nelle
attività di ricerca di risorse minerarie, con un mio intervento in Aula, il 3
marzo 2015, nell'ambito del provvedimento sul tema "delitti in materia ambientale", nel quale rappresentai la mia
netta contrarietà, votando a favore del suo inserimento tra i reati ambientali
andando in netto contrasto con il parere del Governo.
In ultimo, il 30 luglio 2015 le Commissioni ambiente e industria del Senato, in una valutazione congiunta, approvarono un parere con condizioni vincolanti sull'atto di governo riguardante il recepimento di una direttiva comunitaria del 2013 sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi e che modificava la direttiva del 2004. Anche nell'ambito del parere espresso sono state ribadite e richieste le massime cautele per garantire la sicurezza e la tutela dell'ambiente marino nelle installazioni industriali per l'estrazione di idrocarburi in mare onde prevenire incidenti gravi e limitarne gli effetti, all'interno del quale veniva richiesta l'istituzione di un Comitato per la sicurezza delle operazioni a mare, che svolgesse le funzioni di autorita' competente responsabile.
Le condizioni sono state recepite nel
decreto legislativo n. 145 del 18 agosto 2015 con l'entrata in vigore del
provvedimento dal 17/9/2015
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