«E' da trent'anni che non si investe sulle grandi infrastrutture viarie dell'Alto Bellunese. L'ultima è il ponte Cadore risalente alla metà degli anni Ottanta. Anche per questo è ora che le istituzioni centrali lancino un segnale forte e concreto al territorio». A dirlo sono il vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto Matteo Toscani e il consigliere regionale di Forza Italia per il Veneto Dario Bond che a Santo Stefano di Cadore hanno partecipato alla riunione tra gli amministratori del Comelico e i componenti della Tredicesima Commissione Ambiente del Senato, guidati dal presidente Giuseppe Maria Marinello e dal senatore bellunese Giovanni Piccoli. «Gli amministratori comeliani hanno fatto la giusta sintesi e illustrato senza sconti la reale situazione del territorio. È chiaro che, a livello centrale, si dovrà mettere mano al portafogli e andare oltre una soluzione - tampone».
Toscani ha snocciolato cifre significative: «Per mettere in sicurezza l'intero Veneto dal punto di vista idrogeologico servirebbero 2 miliardi e 700 milioni a fronte di risorse annuali che non superano i 100 milioni. Di questi, 50 arrivano dagli enti territoriali, 50 dalle Istituzioni centrali. Per questo un sostegno da parte dello Stato non è più rinviabile». Bond e Toscani ricordano come la Regione stia facendo tutto il possibile: «La legge regionale 25 sulla specificità di Belluno approvata in Consiglio regionale la scorsa estate ha raddoppiato gli introiti della provincia sul demanio idrico per un totale di 15,5 milioni di euro annui, risorse importanti ma che non possono essere le uniche a disposizione». «La questione», sottolineano Bond e Toscani, «non è solo economica: il territorio comeliano e montano più in generale possono ripartire solo se vi sono regole più snelle, meno burocrazia per le imprese e gli enti locali. Ognuno, a questo punto, dovrà fare la propria parte».
«L'accessibilità al Comelico diventerà una priorità, quanto alle risorse dovranno essere trovate necessariamente nella legge di stabilità o, al massimo, nel Collegato Ambiente. La XIII Commissione Ambiente ha capito che questo territorio non può essere abbandonato a se stesso». A dirlo è il senatore di Forza Italia Giovanni Piccoli a margine della trasferta comeliana della XIII Commissione Ambiente del Senato di cui è componente. «E' stato un incontro estremamente positivo e operativo; gli amministratori del Comelico si sono presentati ai commissari con una sola voce, argomentando ogni loro richiesta con dati incontrovertibili ed emblematici di una realtà meravigliosa ma fragile. Lo stesso presidente della Commissione Giuseppe Marinello è stato chiaro nel dire che la situazione va affrontata in via prioritaria e già in occasione della discussione sulla legge di stabilità».
«Il punto principale sul quale ho fatto riflettere i miei colleghi è quello dell'isolamento del comprensorio, deleterio non solo per i residenti ma per l'intera economia. In questo anno orribile, iniziato un anno fa coi black-out, le aziende hanno avuto un aumento dei costi, a cominciare da quelli dei trasporti. Altro capitolo ancora più doloroso quello del turismo. Avere collegamenti dignitosi è il minimo sindacale per un territorio». «Ho voluto con forza questo incontro e ringrazio il presidente Marinello per la velocità con cui l'ha organizzato», rimarca Piccoli. "Ringrazio anche i sindaci comeliani, hanno saputo fare la giusta sintesi tra le esigenze del territorio. Ora», conclude Piccoli, «le istituzioni romane non devono perdere tempo e capire l'urgenza di una programmazione seria e proiettata nel lungo periodo».
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