LE PROVE DELL’IMBROGLIO
Epifani ha decretato la morte del governo Letta, ma speriamo che la macchina infernale si fermi. I motivi non mancano: oggi ve ne offriamo altri due
«Domani in giunta del Senato - ha dichiarato - il Pd metterà la parola fine all'avventura politica di Silvio Berlusconi».
Non bisogna essere falchi né colombe per capire che se ciò avvenisse davvero, un minuto dopo le larghe intese diverrebbero talmente strette da non permettere il passaggio neppure di quel minimo filo d'aria indispensabile per vivere. Lo sanno bene anche loro, quelli del Pd. E allora i casi sono due: o stanno mentendo per tenere buoni i loro elettori ma poi prenderanno tempo, oppure far cadere il governo è proprio quello che stanno cercando. Per liberarsi in un colpo solo di Berlusconi, del Pdl, e pure di Renzi che non avrebbe tempo per completare la scalata al Pd.
Fino a che siamo in tempo, speriamo che questa macchina infernale si fermi. I motivi non mancano, anzi ogni giorno si arricchiscono. Oggi ve ne offriamo altri due. Il primo è il ricorso presentato ieri alla Corte europea per i diritti dell'uomo da Silvio Berlusconi. Ve lo offriamo nella versione integrale perché, al di là dei tecnicismi, è un documento che apre squarci inquietanti sulle lacune e le omissioni di una inchiesta - quella Mediaset - che ha violato i più elementari diritti dell'imputato. Il secondo documento l'ha recuperato la nostra collega Anna Maria Greco. È una sentenza emessa da un magistrato svizzero che aveva aperto la stessa inchiesta sui diritti Mediaset.
Di più: gli inquirenti svizzeri avevano lavorato a stretto contatto con quelli italiani, scambiandosi documenti e informazioni. Bene: a differenza di quelli italiani, i giudici svizzeri hanno archiviato l'inchiesta non ravvisando alcun reato. La truffa sui diritti televisivi? Un teorema infondato, hanno concluso oltralpe.
Mi chiedo come è possibile che sulla stessa inchiesta due magistrature arrivino a conclusioni diametralmente opposte? A chi credere? Io non ho dubbi, e mi auguro che almeno un dubbio venga domani ai senatori che dovranno decidere se prendere per buona una sentenza farlocca figlia della follia giustizialista o se recuperare dignità e buon senso per vederci chiaro su ciò che è accaduto.
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