Agli italiani dico: ‘abbiate buona memoria e ricordatevi di chi è il merito dell’abolizione dell’Imu’.
Il lavoro non finisce qui. Ora ci sarà sorveglianza su questa ‘service tax’, per noi la prima casa è sacra.
L’aumento dell’Iva non si deve fare e credo che si possa non fare. Non c’è sicurezza di avere, con l’eventuale aumento dell’Iva, un aumento delle entrate e dell’erario. Ora serve una scossa in positivo oppure saremo inchiodati ad una tendenza recessiva. O riprendiamo a correre o rischiamo di pagare un prezzo altissimo alla crisi. Il Paese ha problemi molto gravi, occorre massimo impegno da parte di tutti. L’obiettivo fondamentale è l’ulteriore alleggerimento fiscale per gli italiani: i consumi interni sono moribondi, serve uno shock economico positivo, quindi serve lasciare i soldi nelle mani delle famiglie.
Oltre a problemi economici c’è una questione di fondo che non si può mettere da parte: è il caso della democrazia italiana. Se qualcuno pensasse di eliminare il leader del primo partito italiano, ovvero il sottoscritto, con un voto parlamentare, contrario peraltro al parere di autorevoli giuristi, e questo venisse fatto sulla base di una sentenza allucinante e fondata sul nulla ci ritroveremmo in presenza di una ferita profonda e inaccettabile per la democrazia. Credo che milioni di italiani non lo permetterebbero.
Silvio Berlusconi
venerdì 30 agosto 2013
giovedì 29 agosto 2013
martedì 27 agosto 2013
LA SANTANCHE' FA MALE AL PDL
ROMA — «Quando una donna mette fuori la testa, ci sono i maschi che reagiscono. Secondo voi, se fossi stata un uomo, mi avrebbero attaccata così come hanno fatto? In questo Paese, quando una donna mette fuori la testa...».
Alle 9 di ieri sera, sfogandosi privatamente con amiche e colleghe, Daniela Santanchè apre quello che — probabilmente — diventerà un nuovo filone della guerra tra «falchi» e «colombe» in corso tra i berlusconiani. La «questione femminile».
La «Pitonessa» ha messo in fila la pila di dichiarazioni con cui ieri un pezzo del gruppo dirigente del Pdl, da Renato Schifani a Fabrizio Cicchitto, ha replicato alle sue ultime bordate. A prendere per buono lo sfogo notturno no, dice la Santanchè, «io non ho alcuna voglia di fare la guerra. E, se ci fate caso, non ho mai attaccato per prima nessuno. Semmai, ho risposto agli attacchi degli altri». In ogni caso, «dico e confermo che siamo un partito unito, convinto della dichiarazione firmata dopo la riunione di Arcore da Angelino Alfano. Abbiamo — aggiunge — un problema più grosso. Preservare l’agibilità politica del nostro presidente. Se altri sentono il bisogno di sfogarsi con me, che facciano pure. Io non ho problemi».
Il resto delle riflessioni serali della Santanchè rimanda alle posizioni ormai note della «Pitonessa»: «Dobbiamo reagire. Non possiamo continuare a stare nella stessa maggioranza dei nostri carnefici, non possiamo rimanere fermi rispetto ai giudici politicizzati, non possiamo fermarci rispetto al problema di Magistratura democratica». E via dicendo. Fino a quell’accenno di risposta alle polemiche della giornata di ieri. «Se fossi stata un uomo, mi avrebbero attaccata così come fanno?».
Già, gli attacchi. Nessun retroscena. Dopo le rivendicazioni della vittoria dei falchi all’indomani del vertice di Arcore, sulla Santanchè s’è scatenato il fuoco di fila di un pezzo del partito. Un pezzo significativo. «È davvero molto grave che si provi a dividere il Pdl in buoni e cattivi, in chi è sempre e comunque con il leader Silvio Berlusconi e chi manifesta dubbi e perplessità sulla strada da percorrere», ha messo nero su bianco in una nota il capogruppo al Senato Renato Schifani. Che, un attimo dopo, arriva a citarla direttamente, la Santanchè. «Il comunicato del segretario del Pdl Angelino Alfano, diffuso dopo la riunione di Arcore, avrebbe dovuto sconsigliare l’onorevole Daniela Santanchè dal fare affermazioni inopportune che possono danneggiare l’immagine unitaria del partito e rischiano, peraltro, di incidere negativamente sulle vicende che coinvolgono il presidente Berlusconi».
Sembra uno sfogo riservato. Invece è una nota pubblica. Come pubblica è la dichiarazione di Fabrizio Cicchitto. «Davvero singolare l’intervento dell’onorevole Santanchè. In primo luogo essa contraddice il testo finale di Arcore che afferma che il partito è unito e compatto, tant’è che ieri è stato delegato il segretario del partito Alfano a parlare per tutti. Ma — aggiunge l’ex capogruppo alla Camera — al di là di questo l’onorevole Santanchè, che è anche responsabile dell’organizzazione del partito, dichiara di esprimere le posizioni di una corrente di esso, i "falchi". Ed elenca anche i nomi dei dissenzienti, dei non allineati, dei renitenti e degli incerti».
Una guerra senza quartiere, insomma. A cui si iscrivono a parlare in tanti, ieri. «Hanno ragione Schifani e Cicchitto, la Santanchè mina l’unità del partito», giura il deputato Sergio Pizzolante. «Santanchè fa solo il male del Pdl e non aiuta certo il suo leader», aggiunge il senatore Giuseppe Marinello. «Le parole della Santanchè sono inopportune e controproducenti», sottolinea il parlamentare Alessandro Pagano.
Per le colombe, insomma, non tutto il male vien per nuocere. «La Santanchè potrebbe averci fatto quasi un favore», dicono. Poi arriverà la contraerei della «Pitonessa». Che non vola in cielo con gli striscioni ferragostani ma viaggia sulle agenzie di stampa. «Gli attacchi all’amica Santanchè sono fuori bersaglio», sostiene Daniele Capezzone. «È sbagliato attaccare Daniela, ha ragione», sintetizza Stefania Prestigiacomo. E un altro siciliano doc, come Gianfranco Micciché, garantisce: «Daniela è leale e vicina a Berlusconi».
Falchi contro colombe. Santanchè contro Alfano. I siciliani che si dividono. Fino allo sfogo serale della Pitonessa: «In questo Paese, se sei donna e metti fuori la testa...».
Tommaso Labate
Alle 9 di ieri sera, sfogandosi privatamente con amiche e colleghe, Daniela Santanchè apre quello che — probabilmente — diventerà un nuovo filone della guerra tra «falchi» e «colombe» in corso tra i berlusconiani. La «questione femminile».
La «Pitonessa» ha messo in fila la pila di dichiarazioni con cui ieri un pezzo del gruppo dirigente del Pdl, da Renato Schifani a Fabrizio Cicchitto, ha replicato alle sue ultime bordate. A prendere per buono lo sfogo notturno no, dice la Santanchè, «io non ho alcuna voglia di fare la guerra. E, se ci fate caso, non ho mai attaccato per prima nessuno. Semmai, ho risposto agli attacchi degli altri». In ogni caso, «dico e confermo che siamo un partito unito, convinto della dichiarazione firmata dopo la riunione di Arcore da Angelino Alfano. Abbiamo — aggiunge — un problema più grosso. Preservare l’agibilità politica del nostro presidente. Se altri sentono il bisogno di sfogarsi con me, che facciano pure. Io non ho problemi».
Il resto delle riflessioni serali della Santanchè rimanda alle posizioni ormai note della «Pitonessa»: «Dobbiamo reagire. Non possiamo continuare a stare nella stessa maggioranza dei nostri carnefici, non possiamo rimanere fermi rispetto ai giudici politicizzati, non possiamo fermarci rispetto al problema di Magistratura democratica». E via dicendo. Fino a quell’accenno di risposta alle polemiche della giornata di ieri. «Se fossi stata un uomo, mi avrebbero attaccata così come fanno?».
Già, gli attacchi. Nessun retroscena. Dopo le rivendicazioni della vittoria dei falchi all’indomani del vertice di Arcore, sulla Santanchè s’è scatenato il fuoco di fila di un pezzo del partito. Un pezzo significativo. «È davvero molto grave che si provi a dividere il Pdl in buoni e cattivi, in chi è sempre e comunque con il leader Silvio Berlusconi e chi manifesta dubbi e perplessità sulla strada da percorrere», ha messo nero su bianco in una nota il capogruppo al Senato Renato Schifani. Che, un attimo dopo, arriva a citarla direttamente, la Santanchè. «Il comunicato del segretario del Pdl Angelino Alfano, diffuso dopo la riunione di Arcore, avrebbe dovuto sconsigliare l’onorevole Daniela Santanchè dal fare affermazioni inopportune che possono danneggiare l’immagine unitaria del partito e rischiano, peraltro, di incidere negativamente sulle vicende che coinvolgono il presidente Berlusconi».
Sembra uno sfogo riservato. Invece è una nota pubblica. Come pubblica è la dichiarazione di Fabrizio Cicchitto. «Davvero singolare l’intervento dell’onorevole Santanchè. In primo luogo essa contraddice il testo finale di Arcore che afferma che il partito è unito e compatto, tant’è che ieri è stato delegato il segretario del partito Alfano a parlare per tutti. Ma — aggiunge l’ex capogruppo alla Camera — al di là di questo l’onorevole Santanchè, che è anche responsabile dell’organizzazione del partito, dichiara di esprimere le posizioni di una corrente di esso, i "falchi". Ed elenca anche i nomi dei dissenzienti, dei non allineati, dei renitenti e degli incerti».
Una guerra senza quartiere, insomma. A cui si iscrivono a parlare in tanti, ieri. «Hanno ragione Schifani e Cicchitto, la Santanchè mina l’unità del partito», giura il deputato Sergio Pizzolante. «Santanchè fa solo il male del Pdl e non aiuta certo il suo leader», aggiunge il senatore Giuseppe Marinello. «Le parole della Santanchè sono inopportune e controproducenti», sottolinea il parlamentare Alessandro Pagano.
Per le colombe, insomma, non tutto il male vien per nuocere. «La Santanchè potrebbe averci fatto quasi un favore», dicono. Poi arriverà la contraerei della «Pitonessa». Che non vola in cielo con gli striscioni ferragostani ma viaggia sulle agenzie di stampa. «Gli attacchi all’amica Santanchè sono fuori bersaglio», sostiene Daniele Capezzone. «È sbagliato attaccare Daniela, ha ragione», sintetizza Stefania Prestigiacomo. E un altro siciliano doc, come Gianfranco Micciché, garantisce: «Daniela è leale e vicina a Berlusconi».
Falchi contro colombe. Santanchè contro Alfano. I siciliani che si dividono. Fino allo sfogo serale della Pitonessa: «In questo Paese, se sei donna e metti fuori la testa...».
Tommaso Labate
lunedì 19 agosto 2013
sabato 17 agosto 2013
venerdì 9 agosto 2013
IL LAVORO PAGA!
Arrivano le vacanze estive dopo i primi sei mesi di lavoro. Ecco di cosa si sono occupati in questo periodo i parlamentari agrigentini eletti alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio scorsi. Al netto delle proposte e delle interrogazioni fatte come cofirmatari insieme ad altri deputati, a battere tutti sull'attività parlamentare è il senatore del Pdl Giuseppe Marinello, presidente della Commissione Ambiente, che ha presentato quindici proposte di legge come primo firmatario. Eccone alcune: disposizioni in materia di assistenza psichiatrica, ripristino del divieto di prospezioni petrolifere entro il limite di 12 miglia dalla costa; disposizioni sull'accesso degli odontoiatri alla dirigenza del Servizio sanitario nazionale; istituzione della "Giornata della memoria delle vittime del comunismo"; disposizioni per la tutela dell'ambiente marino e Istituzione Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Al Senato Giuseppe Ruvolo (Pid) ha illustrato in aula due mozioni sulle colture geneticamente modificate e sul corridoio ferroviario Adriatico.
Alla Camera dei Deputati, invece, Giuseppe Lauricella (Pd) ha proposto due leggi come primo firmatario. Una sulle modifiche agli articoli 138 e 139 della Costituzione, sul procedimento per l'approvazione delle leggi di revisione costituzionale e delle altre leggi costituzionali, e un'altra sull'introduzione dell'obbligo di esposizione del prezzo di acquisto dal produttore o dall'intermediario e del prezzo di vendita al consumatore per i prodotti ortofrutticoli. La deputata Maria Iacono (Pd), come prima firmataria, ha presentato una proposta di legge per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico. Undici gli atti di indirizzo e di controllo tra interrogazioni e interpellanze, attenzionato tra l'altro il rischio chiusura del "Toscanini" di Ribera. Tonino Moscatt (Pd) ha presentato cinque interrogazioni.
Tra gli argomenti trattati, anche con due diversi interventi nell'aula di Montecitorio, il fenomeno dell'immigrazione nel Canale di Sicilia e richieste di sostegno per l'isola di Lampedusa. Lo stesso ha fatto in aula Angelo Capodicasa (Pd) intervenendo su un'informativa urgente del Governo; come atto di controllo ha presentato anche un'interpellanza urgente sulla Banca del cordone ombelicale di Sciacca. Nino Bosco (Pdl) si è fatto promotore di un'interrogazione urgente per chiedere la dilazione del pagamento dei tributi per i contribuenti di Lampedusa, costretti a fronteggiare problemi di emergenza umanitaria da diversi anni. Riccardo Gallo (Pdl) ha illustrato un ordine del giorno che impegna il Governo ad attivarsi affinché anche i comuni in dissesto finanziario possano accedere al fondo per assicurare liquidità per pagare i debiti. Gea Schirò Planeta (Scelta civica) è la prima firmataria di una proposta di legge in materia di applicazione dell'aliquota agevolata dell'imposta sul valore aggiunto alle prestazioni di trasporto di alimenti deperibili. Quattro le interrogazioni su questioni di carattere internazionale come i viaggi nei luoghi della memoria in Europa e la salvaguardia dell'incolumità dei cittadini italiani presenti nei Paesi interessati dall'attuale crisi politico-militare asiatica.
mercoledì 7 agosto 2013
L'OSPEDALE DI SCIACCA PENALIZZATO E PIENO DI CRITICITA'
Nel
presidio ospedaliero "Giovanni Paolo II" di Sciacca
(Agrigento) parecchie criticità rendono incerto il diritto alla
salute dei cittadini, con la conseguenza di non garantire minimamente
i livelli essenziali di assistenza, oltre a rendere estremamente
difficoltosa, se non addirittura impossibile, la serena attività
lavorativa di tutto il personale che con spirito di sacrificio opera
nella medesima struttura;
l'unità
operativa di medicina di urgenza è in perenne situazione di
oggettiva difficoltà per la carenza di personale medico ed
infermieristico con i conseguenti ritardi nell'erogazione delle
prestazioni, specie in alcune fasce orarie, con oggettiva difficoltà
al servizio di assistenza medica per l'osservazione breve, difficoltà
che si acuiscono nei casi in cui si renda necessario il trasferimento
presso altra struttura sanitaria di un paziente;
la
carenza dei posti letto, specie nell'unità operativa di medicina
interna, provoca un disagio notevole per i pazienti, anche affetti da
gravissime patologie che sono costretti a sostare nei locali del
pronto soccorso in condizione di assoluta precarietà, talvolta anche
per più giorni prima di ottenere il ricovero;
il
commissario straordinario dell'Azienda sanitaria pubblica di
Agrigento paventa l'accorpamento tra il servizio di emodinamica ed il
reparto di cardiologia, a giudizio dell'interrogante non rendendosi
conto (oppure facendo finta di ignorare) che il personale di tali
strutture non è integrabile in quanto le attività sanitarie
esercitate non sono fungibili tra di loro;
risulterebbero
disparità di trattamento economico tra il personale che opera nel
servizio di emodinamica dell'ospedale di Sciacca e quello del
medesimo servizio del presidio ospedaliero "San Giovanni di Dio"
di Agrigento;
carenze
di personale sanitario e non interessano tutti gli altri reparti
dell'ospedale di Sciacca con evidenti situazioni di disagio e
criticità sia per gli utenti che per gli operatori, a cui conseguono
talvolta momenti di tensione e conflittualità che solo lo spirito di
abnegazione del personale tutto riesce ad affrontare;
il
turnover
delle sostituzioni dei posti vacanti assume il ritmo parossistico di
un albergo diurno anziché di un'importante struttura ospedaliera,
determinando instabilità e confusione;
non
sono stati attivati i necessari concorsi per coprire gli organici dei
reparti nemmeno in quelle branche in cui ciò è possibile anche alla
luce della recente circolare dell'assessore per la sanità della
Regione Siciliana, dottoressa Borsellino;
non
sono utilizzate al meglio le professionalità esistenti presso il
presidio ospedaliero, che potrebbero consentire un efficace servizio
di anatomia e istologia patologica che potrebbe dare risposte non
soltanto ai pazienti che afferiscono alla struttura saccense ma a
quelli dell'azienda provinciale tutta, la quale peraltro è l'unica
in Sicilia non avente tale servizio, il quale viene assicurato da
strutture convenzionate esterne con notevole dispendio di risorse;
la
stessa struttura ospedaliera appare in una situazione di degrado,
probabilmente dovuto a carenza nella manutenzione ordinaria e dei
necessari interventi straordinari;
ad
oggi non si ha nessuna notizia del reparto di otorinolaringoiatria
benché sia stato assunto il personale medico necessario alla sua
attivazione;
il
previsto reparto di geriatria, la cui attivazione decongestionerebbe
altri reparti, resta ad oggi un'inevasa speranza;
risulta
evidente come l'attenzione del commissario dottor Messina per il
distretto ospedaliero di Agrigento penalizzi il distretto ospedaliero
di Sciacca, in violazione di quanto previsto dalla legge regionale di
riforma del sistema sanitario regionale e con la diretta conseguenza
di rendere sempre più subalterne le strutture dell'ospedale,
avviandole inesorabilmente sulla strada di un progressivo
depotenziamento;
tali
gravi inadempienze sono state più volte segnalate da associazioni di
tutela dei diritti del malato, dai sindacati di categoria, dagli
organi di informazione,
si
chiede di conoscere se il Ministro in indirizzo, dopo aver acquisito
i necessari chiarimenti ed elementi informativi dalla Regione
Siciliana, non ravvisi gli estremi per procedere ad un'attività
ispettiva presso il presidio ospedaliero "Giovanni Paolo II"
di Sciacca, al fine di verificare che la modalità di erogazione del
servizio sanitario avvenga nel rispetto dei livelli essenziali di
assistenza che devono essere erogati e garantiti alla collettività
sull'intero territorio nazionale.
FARE CHIAREZZA SULLA MORTE DI ANTONELLA SEMINARA
Legislatura
17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00722
Atto n. 4-00722
Pubblicato il 6 agosto 2013, nella seduta n. 89
MARINELLO- Al Ministro della salute. -
Premesso
che:
nella
notte del 5 agosto 2013 è giunta, in condizioni critiche,
all'ospedale "Giovanni Paolo II" di Sciacca (Agrigento) la
signora Antonella Seminara, di 40 anni;
la
donna, già ricoverata all'ospedale "Basilotta" di Nicosia
(Enna), che non dispone di un reparto di rianimazione, era stata
sottoposta in quella struttura ospedaliera ad un intervento
chirurgico per un parto cesareo d'urgenza, a causa del distacco della
placenta;
il
bimbo è purtroppo nato morto e, a causa delle gravi complicazioni
sopravvenute, si è reso necessario il trasporto in elicottero presso
una struttura ospedaliera che disponesse di posti liberi nel reparto
di rianimazione;
a
causa di un guasto al mezzo, l'elicottero per il trasporto non era
immediatamente disponibile e non vi erano posti in rianimazione negli
ospedali delle province di Enna, Caltanissetta e Catania;
la
signora Seminara è stata infine trasportata, mediante elisoccorso,
all'ospedale di Sciacca dove non è stato possibile salvarle la vita,
si
chiede di sapere:
quali
iniziative il Ministro in indirizzo intenda avviare al fine di
accertare le eventuali responsabilità che hanno determinato il
tragico accadimento;
come
intenda verificare se le modalità di erogazione del servizio
sanitario in Sicilia avvengano nel rispetto dei livelli essenziali di
assistenza che devono essere assicurati alla collettività
sull'intero territorio nazionale, anche con riferimento
all'espletamento del servizio di soccorso ed emergenza del 118
tramite elicottero;
se
tali incidenti non siano ascrivibili allo stato di difficoltà e
confusione in cui operano le strutture ospedaliere siciliane, a
seguito della riforma del Servizio sanitario regionale che ha
soppresso le aziende ospedaliere, accorpando le strutture con la
sanità territoriale e creando le aziende sanitarie provinciali.
giovedì 1 agosto 2013
10 MILIONI PER LA BONIFICA DELLA VALLE DEL BELICE
“Voglio
esprimere la mia soddisfazione per quest’ulteriore e concreto
segnale per le popolazioni dell’area del Belice.
Approvato
in sede di conversione del DL76, cosiddetto “Decreto lavoro” il
mio emendamento che stanzia 10 milioni di euro da destinare alle
bonifiche ambientali per lo smaltimento di amianto ed
eternit derivanti dalla dismissione delle baracche nei comuni della
Valle del Belice interessati dal terremoto del 1968.
Lo
dichiara il Presidente della Commissione Ambiente del Senato Giuseppe
Marinello.
E’
un ulteriore e grande segnale in materia ambientale su una tematica
che suscita particolare interesse nella popolazione e in un’area
interessata da un’alta incidenza di patologie tumorali. Un segnale
che va nella direzione del risanamento dei territori che oggi possono
guardare con ottimismo al ripristino delle naturali condizioni
ambientali nella consapevolezza che l’integrità dell’ambiente
rappresenti una risorsa economica.
Il
Senato, a grandissima maggioranza, ha dato via libera al mio
emendamento al decreto legge numero 76, col solo voto contrario della
Lega Nord e l’astensione del Movimento 5 stelle.
Nei
prossimi giorni attenzionerò i colleghi parlamentari siciliani alla
Camera dei Deputati invitandoli a vigilare per evitare che tale
importante risultato possa essere inficiato nei successivi passaggi.
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