venerdì 25 gennaio 2013

HANNO RUBATO LA PAROLA PADRE


Sono dei ladri. Dei ladri di parole e quindi, es sendo le parole cose, sono ladri e basta. Nella clinica universitaria di Padova hanno rubato la parola «padre». Al suo posto, nei braccialetti consegnati ai genitori in visita nel reparto di ostetricia, hanno messo un surrogato: la parola «partner». 
«Abbiamo preso questa decisione per non offendere la sensibilità di nessuno» dice il direttore della clinica che invece ha offeso la sensibilità di tutti gli uomini. Io sono un uomo e se faccio un figlio esigo di essere chiamato pa dre. Non voglio essere definito, io che sono ita liano, con una parola inglese. E nemmeno con la sua traduzione: non sono socio di nessuna donna, «socio» è parola del mondo dell'econo mia e io distinguo l'amore, che è dono, dall'eco nomia, che è scambio di un bene o servizio in cambio di moneta. 
Io, tanto per cominciare, non compro i figli nelle banche del seme e non noleggio corpi di donne povere come fanno gli omosessuali bramosi di riprodursi contro natura. Io non sono né partner né socio, e loro sono dei ladri. 
Hanno rubato ai padri e hanno rubato ai bambini. Che Dio non li perdoni. E nemmeno i bambini, quando saranno grandi.

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