martedì 8 agosto 2017

RIFIUTI, LA SICILIA IN PERENNE EMERGENZA PER COLPA DI UNA CATTIVA GESTIONE

Perché in Sicilia è sempre emergenza rifiuti? Sarebbe più corretto dire che è emergenza Crocetta, visto che, malgrado i numerosi tentativi di collaborazione del Ministero dell'Ambiente la situazione rifiuti è nel caos più completo. Risultato di approssimazione e ordinanze fuori da ogni logica che costeranno alle casse della Sicilia svariati milioni.


Ecco la situazione. partiamo dallo scorso anno.
 Il 23 marzo 2016 il Presidente delle Regione Siciliana Rosario Crocetta, con propria nota indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha richiesto lo stato di emergenza nel sistema di gestione dei rifiuti in vista della scadenza dei termini il 31 maggio 2016, per il reitero delle Ordinanze emesse da lui stesso. Il 5 maggio dello scorso anno, Crocetta ha comunicato al Ministero la situazione di emergenza del settore rifiuti alla quale sarebbe andata incontro la Regione qualora non avesse potuto reiterare gli effetti delle ordinanze urgenti, senza le cui misure straordinarie, circa 3.000 tonnellate, delle 6.000 tonnellate di rifiuti prodotti al giorno, non avrebbero trovato impianti di smaltimento disponibili in Regione.Vista la situazione critica il Ministero dell’ambiente, il 31 maggio 2016, ha inviato alla Regione le prescrizioni tecniche necessarie all’eventuale rilascio di una nuova Ordinanza e il 7 giugno ha concesso l’intesa. Nell’ordinanza erano contenute le misure straordinarie per la gestione dei rifiuti, così come prescritte dal Ministro dell’ambiente e un fitto programma di impegni e azioni che la Regione avrebbe dovuto mettere in atto nei 6 mesi di validità del provvedimento. Passati i sei mesi e in considerazione che la situazione rifiuti in Sicilia era sempre critica, il Ministro ha rilasciato una nuova autorizzazione, la 26/RIF del 1 dicembre 2016.
Anche questa ordinanza era sottesa al rispetto delle prescrizioni le quali prevedevano che la Regione ottemperasse ad una serie di azioni atte a favorire il progressivo rientro ad un regime ordinario. I sei mesi di validità dell’Ordinanza, scaduti lo scorso 31 maggio, sono stati, invece, caratterizzati da una carenza informativa che ha reso difficile verificare l’avanzamento delle attività e l’attuazione delle prescrizioni dettate. Le azioni realizzate dalla Regione, che avrebbero potuto permettere il rientro ad una gestione ordinaria della gestione dei rifiuti, non sono state portate avanti in modo tempestivo, le informazioni fornite sono state vaghe e mostravano un contesto, nei fatti, immutato. In più, le attività sono state realizzate in ritardo e in assenza di quell’impulso, da parte dell’amministrazione regionale, che avrebbe potuto garantire un vero cambio di marcia.
E andiamo all’anno 2017
Alla luce di quanto emerso nella riunione con il Presidente della Regione Siciliana del 25 maggio con il Ministro, considerato che la situazione critica della Sicilia non si sbloccava, si è convenuto di procedere al reitero, con modificazioni, dell’ordinanza n. 26/RIF per un periodo di altri sei mesi. Per procedere si è ravvisata la necessità di aggiornarne i contenuti alla luce dei mutamenti del sistema di gestione dei rifiuti regionale. La nuova ordinanza conteneva solo 5 articoli e disponeva misure straordinarie, in deroga all’autorizzazione, solo per l’impianto della Siculatrasporti srl, mentre per gli altri impianti la Regione non ha ritenuto più necessario il ricorso allo strumento dell’Ordinanza.
 Il 1 giugno  il Ministro ha rilasciato una nuova intesa sull’ordinanza n. 4/RIF del 1 giugno 2017 del Presidente della Regione Siciliana, dettando le prescrizioni alle quali la Regione avrebbe dovuto ottemperare. Niente di eccezionale, solo attività ordinarie di buona gestione e monitoraggio degli interventi.
La Regione invece ha inviato informazioni carenti e incomplete al Ministero e la situazione in cui oggi versa fa temere l’avvicinarsi di una emergenza dovuta essenzialmente all’incapacità di attuare le azioni e gli interventi necessari al rientro ad un regime ordinario e all’avvicinarsi dell’esaurimento delle volumetrie di discariche presenti sul territorio. 
Inoltre, lo scorso 21 luglio, il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia sezione staccata di Catania ha pronunciato l’ordinanza, sul ricorso proposto dalla OIKOS, con la quale ha stabilito, tra l’altro, la sospensione dell'Ordinanza del Presidente della Regione Siciliana n. 4 RIF del 1° giungo 2017. Inoltre la prima sezione staccata del Tar di Catania, presieduta da Antonio Vinciguerra, con la sentenza parziale del 9 giugno, ha stabilito che la Regione siciliana dovrà risarcire la società per il blocco della discarica disposto con l’ordinanza 26/ rif. Nel dettaglio, il provvedimento ordinava ai circa 90 Comuni che prima conferivano regolarmente nell'impianto di proprietà della Oikos di trattare i rifiuti in altri insediamenti. La Regione aveva disposto la chiusura della discarica.
Ma per i giudici, la Regione è in torto. “Ha ragione la ricorrente, cioè la Oikos, - si legge nella sentenza 1405/17 del 9 giugno - ad affermare che per fare ciò, e cioè per porre rimedio alla descritta situazione d’urgenza, sarebbe stato sufficiente reiterare, con i medesimi contenuti, le recenti ordinanze, e non già provvedere alla chiusura della discaricaE ciò per la semplice ragione che non risulta in alcun modo che la discarica in questione contribuisca anche solo minimamente alla creazione di quella situazione di eccezionale e urgente necessità di tutela della salute pubblica che, sola, avrebbe giustificato un provvedimento così importante come la chiusura della discarica".

Alla luce di ciò, gli effetti dell’Ordinanza n. 4/RIF, sono sospesi e la situazione rifiuti in Sicilia, malgrado la grande collaborazione del Ministero dell’Ambiente, che in tutti i modi possibili ha tentato di aiutare la Sicilia, rimane sempre critica!

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