Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad un continuo flusso di informazioni discrepanti, se non antitetiche, circa la sorte del progetto infrastrutturale strategico del Ponte sullo Stretto di Messina, in balia di vicende alterne e costanti “stop & go” che disseminano preoccupazioni e confondono circa le reali intenzioni e le contestuali decisioni che si intendono assumere. L’opera è una delle priorità del riscatto del Sud poiché servirà ad attrarre notevoli flussi turistici, a continuare l’alta velocità da Salerno fino alla Sicilia, ed anche per la logica dell’intermodalità dei trasporti che la realizzazione dell’opera comporterà. Una rete moderna ed efficiente di infrastrutture, di linee ferroviarie ad alta velocità, di più vie del mare, di porti adeguatamente ristrutturati, di aeroporti più dinamici, ed altro per abbassare gli attuali costi di trasporto dando maggiore competitività al Sud che diventerebbe la vera “cerniera” tra l’Europa e le altre economie emergenti, un collante tra due realtà che avranno nei prossimi decenni un ruolo strategico nell’economia mondiale. Infatti, sotto il profilo prettamente economico, il progetto di costruzione del ponte sullo Stretto deve essere qualificato quale investimento produttivo, con ricadute positive, e con un costo complessivo che sarà solo in parte a carico del settore pubblico italiano poiché è stata già prevista l’opportunità di ricorrere al “project financing” per la gran parte dell’opera, esercitando una profonda capacità di attrattiva sui privati dotati di lungimiranza e visione strategica.
Adducendo una valutazione circa le innegabile ricadute positive, occorre sottolineare che non solo si stima una crescita enorme dei flussi turistici da qui al 2020 favorendo altresì la mobilità all’interno del Mezzogiorno e, in prospettiva, con il resto del mondo, ma che ne beneficerà anche il mercato del lavoro prevedendo l'impegno di circa quarantamila unità lavorative per la realizzazione dell'opera, e contestualmente attivando un circolo virtuoso per tutto l'indotto legato alla costruzione la riduzione dello scarto infrastrutturale in considerazione della circostanza che l’Italia soffre un gap di questa natura con il resto del continente europeo.
E’ necessario considerare l’opera strategica, assumendo una prospettiva multisettoriale e multifunzionale, poiché il Ponte non è solo il Ponte automobilistico, non è solo Ponte dell'alta velocità ferroviaria per le merci e maggiori flussi turistici, ma l'utilità economica è legata alle grandi opportunità che si aprirebbero per l’intera area dello Stretto, un volano di crescita economica e sociale.
Inoltre va rilevato che il progetto definitivo della società Stretto di Messina, comprende le nuove importanti opere deliberate dai Comuni interessati dalla costruzione del ponte, come ad esempio il progetto di fermate ferroviarie intermedie tra Reggio e Messina che consentirà la concreta attuazione di una moderna rete di trasporti metropolitani dello Stretto, rappresentando un ulteriore valore aggiunto per il territorio, mentre per ciò che concerne gli aspetti correlati alla sicurezza antismica delle opere a terra, nel progetto definitivo sono state recepite ed implementate tutte le previsioni recate dal nuovo Testo unico delle costruzioni, infatti l'expert panel, organo scientifico a supporto della società Stretto di Messina, formato da esperti del settore, ha già rilasciato pareri ampiamente favorevoli relativi alle tematiche aeroelastiche, geotecniche, sismiche e ambientali.
Al fine di offrire un quadro più chiaro ed esaustivo circa l’evoluzione e lo stato di avanzamento del progetto, è opportuno riferirsi ad una sorta di excursus cronologico delle vicende e delle fasi alterne che hanno procrastinato l’opera, occorre considerare che già dal 2001 vi è stato un sostegno politico bipartisan alla proposta di costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.
Nel 2003 venne ulteriormente modificato il progetto preliminare, rappresentante l'esito finale di oltre vent'anni di studi e di ricerche specifiche portate avanti dalla concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione del ponte ovvero la Società Stretto di Messina S.p.A., una società per azioni il cui capitale sociale è detenuto dall’Anas quale azionista di maggioranza con quota pari all’81,8%, e di cui anche la dalla Regione Siciliana è socia per una quota del 2,5% .
Nell’ottobre 2005, durante il Governo Berlusconi, l'Associazione Temporanea di Imprese Eurolink S.C.p.A., capeggiata da Impregilo S.p.A. vinse la gara d'appalto come contraente generale per la costruzione del ponte con un'offerta di 3,88 miliardi di euro ed il 27 marzo 2006, Impregilo S.p.A. firmò ufficialmente il contratto per la progettazione finale e la realizzazione dell'opera. Seguirono le firme delle altre ditte ma con l'insediamento del nuovo Governo Prodi, il 10 aprile successivo tutto l'iter si bloccò nuovamente e nel 2007 era in procinto di ritirare l'appalto e annullare il contratto con la Impregilo, pur esponendosi al pagamento di una penale di oltre 500 milioni di euro, ma l'allora Ministro dei Trasporti Antonio Di Pietro, insieme all'opposizione di centrodestra, si oppose al proposito procedendo poi ad accorpare la Società Stretto di Messina all'ANAS, riducendo il numero dei suoi dipendenti, ed evitando sia il pagamento delle penali alle società appaltanti per la mancata esecuzione dei lavori, sia la perdita di decenni di studi e progetti e la risoluzione dei contratti d'appalto rimasti invece tuttora validi.
Il nuovo Governo Berlusconi, succedutosi nel maggio del 2008, nel gennaio 2009 il riconfermava il suo impegno a realizzare l'opera, ed il 2 ottobre dello stesso anno, la Società Stretto di Messina S.p.A. impartiva al Contraente generale l’ordine di inizio dell'attività di progettazione definitiva ed esecutiva.
I primi cantieri, relativi ai lavori propedeutici, sono stati avviati il 23 dicembre 2009 e consistono nella deviazione dell'esistente tratta ferroviaria tirrenica in corrispondenza di Cannitello, poco a nord di Villa San Giovanni, onde evitare le interferenze con il futuro cantiere della torre del ponte con analoghi lavori propedeutici sulla costa siciliana intrapresi nei mesi successivi.
E’ essenziale ricordare che, sempre nel 2009, sono intervenute due deliberazioni del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica(CIPE), e nello specifico la prima in data 6 novembre, la numero 102/2009, recante il “Programma delle infrastrutture strategiche (legge n. 443/2001) - Ponte sullo Stretto di Messina - (CUP C11H03000080003) - Presa d’atto della relazione del commissario straordinario e contributo ex articolo 4, comma 4- quater , legge n. 102/2009, successivamente interviene la seconda deliberazione, la numero 121/2009, del 17 dicembre 2009 sulle “Assegnazioni di fondi in vista della realizzazione del ponte sullo stretto di Messina (CUP C11H03000080003), con la quale sono stati assegnati, a valere sulle disponibilità del Fondo strategico per il Paese a sostegno dell’economia reale istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, [...] e che con la legge finanziaria 2010 sono stati stanziati ulteriori € 470 milioni a favore di Anas da destinare alla sottoscrizione degli aumenti di capitale previsti per Stretto di Messina S.p.A., successivamente ridotti a € 423 milioni dal D.L. 78/2010”.
Il 1º aprile 2010 è stata avviata la progettazione definitiva della parte sospesa dell'opera, ed il 20 dicembre 2010 la Società Stretto di Messina ha ricevuto dal contraente generale Eurolink il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina e degli oltre 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari. Si tratta di oltre ottomila elaborati progettuali che confermano tutte le impostazioni tecniche ed i costi di costruzione del progetto preliminare redatto dalla Società Stretto di Messina ed approvato nel 2003 dal CIPE.
Il 29 luglio 2011, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli ha comunicato l'avvenuta approvazione del progetto definitivo da parte del Consiglio di Amministrazione della Società Stretto di Messina.
Secondo una logica coerente con quanto esposto, le tappe conseguenti, scandite dalla Legge obiettivo, avrebbero dovuto prevedere l'apertura della Conferenza dei servizi, con l'approvazione, entro febbraio 2012, del progetto definitivo da parte del CIPE e il contestuale avvio della gara per il reperimento dei finanziamenti, la stesura del progetto esecutivo e l'apertura dei cantieri principali, prevista a partire dalla metà del 2012, non è quindi chiara la “ratio” che soggiace alla discutibile decisione di rinunciare definitivamente all’opera, ed appare ancor più grave che solo attraverso i mezzi di comunicazione si possano reperire informazioni più o meno dettagliate, rispondenti alla realtà e alle eventuali decisioni assunte.
E’ indubbia la situazione di generale confusione, derivante dalla recente notizia che il 20 gennaio scorso durante la seduta del Cipe, è stato definito l'elenco dei precedenti finanziamenti Fas Infrastrutture da revocare ovvero 6,3 miliardi su 11 totali, in attuazione dei tagli disposti dalle manovre di luglio e agosto, dirottando contestualmente verso interventi minori 1.624 milioni di euro assegnati nel 2009 alla Società Ponte di Messina, a ciò si aggiunga che il disorientamento è acuito non solo dal comunicato termine della riunione con il quale non si accenna a eventuali definaziamenti, stilando solo l'elenco dei nuovi interventi, ma anche dalle dichiarazioni contrastanti del viceministro delle Infrastrutture Mario Ciaccia, il quale ha testualmente affermato che “Il Ponte sullo Stretto è allo studio. Stiamo riflettendo su quale possa essere la sua collocazione nell'insieme delle risorse strategiche che dispone il Paese”.
Pur apprezzando le decisioni adottate in quattro settori-chiave per lo sviluppo del Paese, tra cui le azioni di contrasto al rischio idrogeologico, per le quali è stato stanziato il finanziamento di 679,7 milioni di euro (di cui 352 milioni messi a disposizione dalle Regioni sui Programmi attuativi regionali e 262 milioni attraverso i Programmi attuativi interregionali), sul Ponte si rincorrono notizie e smentite, mentre l’Esecutivo continua a tacere.
In ragione di tutto ciò, gli interpellanti chiedono di:
- Apprendere in maniera definitiva ed inequivocabile la posizione che il governo intenda assumere in merito alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina;
- Rivedere la decisione di escludere il ponte sullo Stretto di Messina dalle grandi opere da finanziare e realizzare;
- Conoscere se e quali azioni si intendano intraprendere al fine di portare a compimento il progetto, in mancanza del quale sarebbe inutile il Corridoio 1 Berlino-Palermo che si troverebbe sospeso una volta giunto in Calabria, rendendo la Sicilia una realtà sempre più marginalizzata nello scacchiere del trasporto europeo;
- Predisporre la Valutazione di impatto ambientale al fine di reperire le risorse.
Interrogazione presentata dai deputati Giuseppe Marinello, Antonino Salvatore Germanà, Vincenzo Garofalo, Enrico La Loggia, Vincenzo Gibiino, Vincenzo Fontana, Antonino Foti, Dore Misuraca, Pietro Cannella, Gabriella Giammanco, Basilio Catanoso, Antonino Minardo