martedì 31 maggio 2016
lunedì 30 maggio 2016
L'ACCORDO DI PARIGI E LE OPPORTUNITA' PER LE IMPRESE ITALIANE
Un progetto di rete guidato da Sicindustria che mette insieme venti piccole e medie imprese manifatturiere dell'Isola pronte a raccogliere le opportunita' di business offerte dall'accordo di Parigi sul clima, firmato lo scorso dicembre. Ad annunciarlo stamattina in occasione del seminario "L'accordo di Parigi: le attivita' di cooperazione e le opportunita' per le imprese italiane", organizzato da Sicindustria, partner di Enterprise Europe Network, in collaborazione con il ministero dell'Ambiente, e' stato Giorgio Cappello, vicepresidente degli industriali siciliani con delega all'Energia e all'Ambiente e presidente regionale della Piccola Industria di Confindustria.
"In Sicilia - ha detto Cappello - abbiamo know how e capacita' ingegneristiche che ci invidiano in tutto il mondo ed e' da questo che dobbiamo partire". Ci sono venti imprese siciliane pronte a investire in Paesi dove Sicindustria sta gia' lavorando, come Tanzania, Kenya, Burundi, Uganda, Ghana e Senegal. Per riuscirci e' allo studio un sistema di rete d'impresa che vedra' Sicindustria come capofila. "Di certo - ha aggiunto Cappello - mai come in questo momento si pone la necessita' di fare squadra, esplorare e stabilire nuove relazioni, costruire ponti con il mondo della ricerca, a partire dai centri di ricerca e le Universita', come facciamo d'altronde da anni anche attraverso la rete Enterprise Europe Network, di cui Sicindustria e' partner".
"Dopo la firma di accordi internazionali come quello di Parigi - ha sottolineato Barbara Degani, sottosegretario al ministero dell'Ambiente - c'e' la necessita' di cambiare il nostro modello di sviluppo e il cambiamento puo' essere una grande opportunita' per le imprese. Nei prossimi anni ci sara' un rinnovamento economico e sociale di grande portata e, in questa partita, la Sicilia puo' giocare un ruolo di primo piano grazie alle sue enormi potenzialita' nel green e nel biologico, due delle direttrici fondamentali dei modelli di sviluppo futuri"
Il seminario e' servito anche a fare il punto sulle politiche di aiuto avviate dal ministero dell'Ambiente in ambito internazionale per aiutare le pmi che operano nei settori delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica. A tal proposito, il direttore generale per lo Sviluppo sostenibile, Francesco La Camera, ha ricordato come il ministero dell'Ambiente abbia gia' siglato in tutto circa 20 accordi di cooperazione internazionale con 30 Paesi in tutto il mondo incentrati su quattro ambiti in particolare: la tutela delle risorse idriche, la tutela del suolo, la gestione dei rifiuti e la decarbonizzazione e la qualita' dell'aria. In Africa ad esempio, ha spiegato La Camera, sono sei gli accordi gia' siglati con Algeria, Botswana, Ghana, Lesotho, Marocco e Tunisia; sono invece in corso di negoziazione accordi di cooperazione in materia ambientale anche con Etiopia, Gibuti, Mozambico, Namibia, Somalia, Sudafrica e Swaziland.
"L'attivita' svolta sin qui dalla Commissione Ambiente - ha detto in chiusura il presidente della commissione Ambiente e Territorio del Senato, Giuseppe Marinello - ha trattato, approfondendoli, molti temi inseriti nel cosiddetto 'collegato ambientale' e contenuti anche nei dati acquisiti, mediante consultazione pubblica, sul pacchetto 'economia circolare', presentati in Senato lo scorso 17 maggio. Nell'ambito della Consultazione si sono svolte 21 audizioni informali in ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari, mentre 30 sono stati i portatori di interesse che hanno risposto ai questionari, 17 sono le memorie depositate in audizione e 8 i documenti trasmessi, per un totale di 55 contributi, tra cui quello di una start up siciliana, la Green Rail, selezionata tra le dieci start up piu' innovative. La consultazione pubblica promossa dal Senato e' stata apprezzata quale best practice dagli altri Parlamenti dell'Unione europea e in termini lusinghieri si e' espresso anche il Commissario europeo per l'Ambiente, Karmenu Vella. Cio' a dimostrazione della capacita' della buona politica di generare meccanismi virtuosi di rappresentativita'. Insomma, una prima prova brillantemente superata. Ora la partita si spostera' a Bruxelles"
(AGI) Mrg 301335 MAG 16
giovedì 26 maggio 2016
VALORIZZAZIONE E SALVAGUARDIA DELLE SPECIE ERBACEE SICILIANE
Il territorio agricolo siciliano è
caratterizzato da un’ampia variabilità per fattori fisici
(morfologia, altitudine), climatici, e pedologici. Ciò, unitamente
alla diversità nelle tradizioni colturali locali e nelle preferenze
e gusti dei consumatori locali, ha portato, nel corso dei secoli, ad
una ampia diversificazione genetica delle specie tradizionalmente
coltivate. Sino al secondo dopoguerra, tale diversità è stata
mantenuta dagli stessi agricoltori attraverso la moltiplicazione
delle popolazioni locali tramandate di generazione in generazione.
Successivamente, il diffondersi delle
nuove varietà selezionate per rispondere alle esigenze di
un’agricoltura sempre più intensiva ha causato l’abbandono degli
agro‐ecotipi o la drastica riduzione delle superfici loro dedicate;
ciò di conseguenza ha portato alla perdita di parte della preziosa
variabilità accumulatasi nella millenaria storia dell’agricoltura
siciliana.
L’avvio di attvità sistematiche di
raccolta, caratterizzazione e conservazione delle risorse genetiche
del territorio isolano ancora reperibili presso gli agricoltori o
presso le banche di germoplasma appare oggi imprescindibile; tali
risorse infatti da una parte costituiscono un patrimonio
immediatamente utilizzabile attraverso la valorizzazione della
tipicità dei prodotti agricoli e dall’altra rappresentano un
serbatoio di geni adattativi e di resistenza che potranno risultare
preziosi per le future necessità dell’umanità attraverso
programmi di miglioramento genetico.
Se ne parlerà domani a S. Stefano
Quisquina con inizio alle ore 10 nella sede della fondazione “A e S
Lima Mancuso” durante l'Incontro conclusivo del progetto
“Salvaguardia e valorizzazione di popolazioni e varietà siciliane
di specie erbacee di interesse agrario” organizzato dall'Università degli studi di Palermo in collaborazione col Ministero
delle politiche agricole.
Ospiti, fra gli altri, il Professore
Stefano Colazza, Direttore del Dipartimento Scienze Agrarie e
Forestali (SAF) Università degli Studi di Palermo, Rosa De Gregorio
– Servizio I Dipartimento Agricoltura – Ass. reg.
agricoltura,sviluppo rurale e pesca mediterranea ed il senatore
Giuseppe Marinello presidente della Commissione Ambiente al Senato.
mercoledì 25 maggio 2016
RAEE@SCUOLA: PREMIAZIONE DEI COMUNI VIRTUOSI
Mercoledì 25 maggio 2016 alle ore 11.30, presso la Sala Conferenze della sede ANCI NAZIONALE a Roma, si terrà la conferenza stampa nazionale di presentazione dei risultati della quarta edizione del progetto RAEE@scuola. L’iniziativa, promossa dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e dal Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE), con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, si è svolta da ottobre 2015 a maggio 2016, con la finalità di insegnare agli studenti delle classi IV e V elementare e delle secondarie di 1° grado dei 48 Comuni aderenti, selezionati su tutto il territorio, la corretta modalità di gestione e smaltimento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE).
Interventi:
Giuseppe Francesco Maria Marinello, Presidente Commissione Ambiente del Senato della Repubblica
Filippo Bernocchi, Delegato ANCI Energia e Rifiuti;
Viviana Solari, Coordinatrice Progetto RAEE@scuola;
Giancarlo Dezio, Presidente del CdC RAEE;
Ermete Realacci, Presidente Commissione Ambiente della Camera dei Deputati;
Rosa De Pasquale, Capo Dipartimento Ministero Istruzione;
Barbara Degani, Sottosegretario Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Saranno consegnate delle targhe ai 10 Comuni più “virtuosi”
Il progetto RAEE@scuola4 è la quarta edizione di un importante progetto di educazione ambientale che vuole insegnare a bambini e genitori cosa sono i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche e come vanno gestiti correttamente. L’obiettivo è comunicare ai più piccoli perché essi si facciano promotori di buone pratiche nei confronti delle famiglie: fratelli, genitori e nonni. Questa quarta edizione è la naturale prosecuzione di un percorso virtuoso avviato negli scorsi anni e, comprendendo per la prima volta anche gli alunni delle scuole medie inferiori, si propone di incrementare i positivi risultati già ottenuti, rendendo inoltre sempre più diretta e continuativa l’interazione fra i soggetti interessati al tema RAEE (cittadini, centri di raccolta, CdC RAEE). Lo scopo ultimo è rendere le scuole non solo luoghi di apprendimento della corretta gestione, ma quando possibile, veri e propri centri permanenti di raccolta.
lunedì 23 maggio 2016
COP21: CONVEGNO ORGANIZZATO DA ASSORINNOVABILI
Sono già passati sei mesi da COP21, ma la politica energetica italiana non è cambiata! Occorre agire subito per rispettare gli accordi sul clima sottoscritti a Parigi.
Cosa deve cambiare? Le risposte al convegno organizzato da assoRinnovabili in programma martedì 24 maggio a Roma, al Tempio di Adriano (piazza di Pietra) dalle 10.00 alle 13.00.
Aprirà i lavori Agostino Re Rebaudengo, Presidente assoRinnovabili.
Per meglio comprendere il contesto: la ricerca di Althesys “Il Global Cost dell’energia e gli effetti dello sviluppo delle rinnovabili”, realizzata da Alessandro Marangoni, lo studio “La svolta dopo l’Accordo di Parigi – Italy Climate Report 2016”, curato da Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, e lo speech di Guido Saracco dell’Istituto Italiano di Tecnologia “La CO2 come opportunità: la ricerca italiana per un futuro sostenibile”.
Il convegno proseguirà con la tavola rotonda moderata da Michele Renzulli del TG1, alla quale parteciperò insieme a Enrico Borghi, Commissione Ambiente della Camera, Lucia Bormida, Vice Presidente Assoelettrica, Basilio Catanoso, Commissione Agricoltura della Camera, Gianni Girotto, Commissione Industria del Senato, Rossella Muroni, Presidente Legambiente, e Carlo Pignoloni, Responsabile Europe Enel Green Power.
mercoledì 18 maggio 2016
PROTEZIONE DELL'AMBIENTE E RICERCA AMBIENTALE: IL MIO INTERVENTO IN AULA
Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente
e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
Discussione del disegno di legge
Discussione del disegno di legge
Signora
Presidente, il disegno di legge all'esame dell'Assemblea è stato approvato
all'unanimità alla Camera dei deputati e testimonia l'importanza del tema e
della necessità di addivenire a soluzioni condivise. È proprio per questo
motivo che la Commissione 13a al Senato non ha voluto apportare
alcuna modifica al testo licenziato dalla Camera, tranne l'introduzione di una
clausola di invarianza finanziaria della quale sinceramente, a nostro parere,
non c'era esplicitamente bisogno, ma che, in ottemperanza ai Regolamenti e
anche alla legge, siamo stati costretti ad inserire.
Il tema delle
Agenzie ambientali è piuttosto datato perché, in effetti, nasce all'indomani
del referendum del 18 aprile 1993, che vide l'83 per cento degli
italiani votare «sì» riguardo all'ipotesi di enucleare le mansioni di controllo
sull'ambiente dalle strutture delle organizzazioni sanitarie al fine di
esaltarne la specificità e, quindi, con la consapevolezza di quanto fosse
importante, già a quel tempo, un controllo reale sull'ambiente, con tutte le
implicazioni che derivano e derivarono da quella intuizione.
Infatti, è
precisamente da quel momento che ha avuto inizio un percorso di natura
normativa, organizzativa ed operativa a conclusione del quale si è costituito
un sistema di Agenzie, che annovera 10.000 persone, impegnate su tutto il
territorio nazionale in opera di prevenzione sanitaria e in campo ambientale.
A seguito
degli esiti del referendum, fu promulgata la legge n. 61 del 1994, che
conteneva disposizioni sulla riorganizzazione dei controlli ambientali,
sull'istituzione dell'Agenzia nazionale e indicava anche che Regioni e Province
autonome si dotassero, attraverso proprie leggi, di Agenzie regionali. Le leggi
regionali sono state promulgate in un arco temporale piuttosto lungo, durato
circa dieci anni, fino al 2006 e per molte Agenzie e Regioni, dopo la prima
legge istitutiva, vi sono già stati significativi aggiornamenti normativi.
Ma bisogna
riconoscere come ciascuna Regione, nella propria autonomia, ha lavorato e
legiferato in maniera diversa, istituendola propria Agenzia ambientale, in modo
sicuramente non omogeneo su tutto il territorio nazionale, per cui il panorama
nazionale risulta essere composito, con Agenzie che hanno diversi compiti,
diverse funzioni, diverse organizzazioni e anche diverse dimensioni.
Questo crea
non solo una disomogeneità teorica sul territorio nazionale, ma anche una certa
distonia che, in un certo qual modo, crea difficoltà a cittadini e imprese.
Basti pensare a grandi imprese, che lavorano su tutto il territorio nazionale
che si trovano a impattare, Regione per Regione, con regolamenti, procedure e iter
procedimentali completamente diversi l'uno dall'altro.
È altrettanto
vero, però, che le problematiche operative, che costituiscono il fulcro di
quasi tutte le Agenzie, e i controlli sulle fonti di emissione e i monitoraggi
sullo stato dell'ambiente presentano, viceversa, problematicità omogenee a cui
bisogna dare risposte univoche, qualsiasi sia il territorio dove vivono i
cittadini.
Vi sono,
dunque, alcuni aspetti del complesso lavoro di riorganizzazione e
razionalizzazione del sistema che dovranno essere chiariti, a partire dalla
necessità di garantire una definizione di sistema agenziale che oggi non può
che essere un sistema organizzativo in grado di dare risposte tecniche efficaci
a costi minimizzati.
Le attese più
forti sono sul cambiamento e sulla stabilizzazione del ruolo e delle funzioni
delle Agenzie ambientali, ruolo che deve cambiare perché oggi sta cambiando il
modo di essere della pubblica amministrazione. Deve cambiare poiché deve consolidare
l'importante aspetto tecnico di ciascuna Agenzia a supporto della prevenzione
sanitaria e ambientale; deve cambiare poiché la sensibilità dei cittadini,
nelle materie ambientali e di prevenzione della salute collettiva, intesa come
bene primario da tutelare, è sempre crescente e ha bisogno di risposte chiare e
trasparenti, oltre che tecnicamente ineccepibili.
Pertanto,
l'articolato del disegno di legge provvede all'istituzione di un Sistema
nazionale a rete per la protezione dell'ambiente (il cosiddetto Sistema
nazionale), di cui fanno parte l'Istituto per la protezione e la ricerca
ambientale (ISPRA) e le Agenzie regionali e delle Province autonome di Trento e
Bolzano per la protezione dell'ambiente.
Il Sistema
nazionale concorre al perseguimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile,
della riduzione del consumo di suolo, della salvaguardia e promozione della
qualità dell'ambiente, della tutela delle risorse naturali e della
realizzazione del principio "chi inquina paga". Peraltro, la norma è
in assoluta coerenza con quella modifica approvata, proprio qui in Senato,
nell'iter parlamentare della riforma costituzionale, che ha voluto
inserire proprio l'ambiente tra i beni sottoposti a tutela costituzionale come
interesse primario per il Paese.
Il Sistema
nazionale ha una pluralità di compiti ben definiti, tra cui il monitoraggio
dello stato dell'ambiente e della sua evoluzione, il controllo dei fattori di
inquinamento delle matrici ambientali e delle "pressioni
sull'ambiente", l'attività di ricerca, di trasmissione ai diversi livelli
istituzionali e di diffusione al pubblico dell'informazione ambientale, il
supporto tecnico-scientifico per l'esercizio di funzioni amministrative in
materia ambientale, la partecipazione ai sistemi nazionali e regionali preposti
agli interventi di protezione civile, sanitaria e ambientale, nonché la
collaborazione con gli organismi aventi compiti di vigilanza e ispezione,
l'attività di monitoraggio degli effetti sull'ambiente derivanti dalla
realizzazione di opere infrastrutturali, le funzioni di supporto tecnico allo
sviluppo e all'applicazione di procedure di certificazione di qualità ecologica
dei prodotti e dei sistemi di produzione.
Il
provvedimento definisce inoltre le funzioni di indirizzo e coordinamento tecnico
dell'ISPRA, finalizzate a rendere omogenee, sotto il profilo tecnico, le
attività del Sistema nazionale e trasferisce alla stessa ISPRA le funzioni
degli organismi collegiali già operanti presso il Ministero dell'ambiente, per
i quali era stato avviato un procedimento di riordino.
Si attribuisce
inoltre alle Agenzie regionali e provinciali la personalità giuridica di
diritto pubblico e l'autonomia tecnico-scientifica, amministrativa e contabile.
Le Agenzie svolgono le attività istituzionali obbligatorie necessarie a
garantire il raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni tecniche
ambientali nei rispettivi territori di competenza. Credo che questo sia un
concetto fondamentale, perché proprio questi livelli essenziali costituiscono
quel livello minimo omogeneo che deve valere su tutto il territorio nazionale e
che il Sistema nazionale è pertanto tenuto a garantire, anche al fine del
perseguimento degli obiettivi di prevenzione collettiva previsti dai livelli
essenziali di assistenza sanitaria. L'ISPRA dovrà infatti programmare le
principali linee di intervento finalizzate ad assicurare il raggiungimento di
questi livelli essenziali sull'intero territorio nazionale e garantire
l'approvazione del programma che costituisce il documento di riferimento per la
definizione dei piani e delle attività delle singole Agenzie.
Al fine di
uniformare a livello nazionale le modalità di analisi dei dati, si è ritenuta
opportuna la creazione di una rete nazionale di laboratori accreditati, tenuti
ad applicare i metodi ufficiali di analisi approvati dal Sistema nazionale, al
fine di armonizzare i sistemi di conoscenza, monitoraggio e controllo delle
matrici ambientali. Il Sistema nazionale è - sì - tenuto a ricorrere in via
prioritaria alla rete nazionale dei laboratori interni, ma, sapendo quanto sia
notevole la mole di lavoro, ha anche la possibilità di rivolgersi, alla
bisogna, ai laboratori esterni, che devono però rispondere a quei criteri di
omogeneità che, come ho detto, valgono su tutto il territorio nazionale
Per finanziare
l'attività dell'ISPRA si prevede la concessione di un contributo statale che si
configura come integrativo rispetto alla dotazione ordinaria, quantificato
periodicamente in relazione alle previsioni del piano annuale delle attività.
Tutto questo consente all'ISPRA e alle Agenzie l'assunzione di personale e
l'acquisizione di beni strumentali per le finalità della legge e nei limiti
delle risorse finanziarie indicate.
Appare
evidente, quindi, che la strada che il disegno di legge in esame intende
percorrere è quella di un'uniformità di mansioni da compiere in trasparenza e
nel raggiungimento di un livello davvero efficiente di monitoraggio e
salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini, propositi, questi, che
soltanto un'univoca normazione è in grado di assicurare.
Il tutto è
coerente con tutti i passi che abbiamo percorso in questa legislatura in tema
di tutela dell'ambiente (dalle norme sul dissesto idrogeologico, alle
disposizioni volte a salvaguardare il consumo del suolo, al testo sui reati
ambientali, al collegato ambientale) e la celerità che in Commissione abbiamo
assicurato all'esame del provvedimento e, mi auguro, l'analoga celerità in
Assemblea stanno a dimostrare il nostro reale intendimento.
Signora Presidente, mi sia consentita un'ultima notazione. Questa legge
è sicuramente una buona legge. A mio avviso, tuttavia, approvato questo
provvedimento, bisognerà fare un ulteriore passo in avanti, cercando di capire
e intuire quali siano i settori della ricerca che non ha più senso che stiano
dentro l'ISPRA o il Sistema nazionale delle Agenzie e debbano confluire in un
grande sistema della ricerca pubblica, che può essere garantito dalle
università e dal CNR. La scissione tra sistema delle Agenzie e sistema della
ricerca può sicuramente garantire una migliore efficienza del sistema delle
Agenzie.
martedì 17 maggio 2016
ECONOMIA CIRCOLARE: RELAZIONE: I RISULTATI
La consultazione pubblica del
Senato
sul pacchetto "Economia
circolare"
Sala
Caduti di Nassiriya, martedì 17 maggio 2016, ore 11
Onorevole Presidente, Autorità, egregi Colleghi, gentili Ospiti
Il dossier sull'economia circolare rappresenta una delle priorità dell'azione dell'Unione europea,
anche alla luce del recente accordo
internazionale raggiunto alla Conferenza
delle Parti di Parigi, lo scorso dicembre.
Il contenimento dell'uso delle risorse ambientali e il loro impiego
sostenibile nelle migliori condizioni di efficienza produttiva rappresentano
elementi cruciali nell'ambito della strategia internazionale volta al
contenimento dell'incremento medio della temperatura globale entro il limite di
1,5 gradi centigradi.
In tale contesto, il paradigma dell’economia circolare si
contrappone quello all'approccio tradizionale dell'economia lineare, basato
su un modello che prevede la produzione di un bene, il suo utilizzo e, alla
fine, il suo conferimento in discarica, quando non il suo abbandono.
Tale approccio risulta ormai obsoleto e comporta un elevato spreco
di risorse con un forte impatto ambientale.
Il modello
dell'economia circolare mira invece a perseguire modalità di sviluppo più
etiche, poiché rispettose dell'ambiente e di ciò che sarà il lascito alle
future generazioni: un modello economico nel quale le risorse vengono
utilizzate all’insegna di criteri sostenibili sotto il profilo ambientale,
mantenendo quanto più a lungo possibile il valore dei prodotti, dei materiali e
delle risorse e riducendo al minimo la produzione dei rifiuti, all'insegna
della circolarità dell'impiego dei fattori produttivi.
Le misure del
pacchetto propongono quindi un approccio
integrato, che va ben oltre il focus
sui rifiuti, e includono azioni volte a promuovere l’economia circolare in ogni
fase della catena del valore, dalla produzione alla riparazione e ai prodotti
secondari, coinvolgendo tutti gli attori, sia dal lato della produzione che del
consumo.
Ciò nella
consapevolezza che l’aspetto ambientale dell'economia non è un semplice
risvolto di un processo di trasformazione produttiva, ma costituisce l'altra
faccia della medaglia ed è, al contempo, il contesto in cui lo stesso processo
di trasformazione si inserisce.
Il dossier
dell’economia circolare è all’ordine del giorno della Commissione ambiente del
Senato da circa un anno e mezzo. Sono già state approvate due risoluzioni di
indirizzo al Governo e di orientamento del dialogo politico con le Istituzioni
europe: la prima approvata nel 19
novembre 2014;la seconda nel luglio
2015.
Il 2 dicembre 2015,
la Commissione europea ha presentato la comunicazione e le quattro proposte di
modifica della direttiva, che oggi costituiscono il pacchetto"economia
circolare".
Nell'ambito
dell'esame del pacchetto"economia circolare", la Commissione ambiente
del Senato ha avviato - sulla base delle disposizioni regolamentari vigenti - una
procedura di consultazione pubblica, i cui risultati vengono oggi discussi. Il
fine di questa consultazione è quello di rappresentare gli interessi nazionali
nell'ambito del dialogo politico e nel processo decisionale europeo.
Si è quindi
proceduto ad acquisire informazioni e valutazioni delle parti interessate su
ciascuna delle proposte in esame, per l'elaborazione del contributo da
trasmettere alla Commissione europea.
La consultazione si
è articolata, da un lato, in un ciclo di audizioni in Commissione con il
deposito di contributi da parte dei soggetti auditi e, dall'altro, nella
somministrazione di questionari sui
cinque documenti di cui si compone il pacchetto. La consultazione è rimasta
aperta - dal 1° febbraio al 31 marzo 2016 - ai contributi di tutti coloro che
intendessero partecipare al processo decisionale europeo con osservazioni sul
merito delle proposte legislative.
I cittadini, le
autorità pubbliche, le imprese, le Università, i centri di ricerca e tutti gli
altri soggetti governativi e non governativi interessati sono stati invitati, a
seguito della pubblicazione di un Bando
sul sito web della Commissione ambiente, a esprimere le proprie riflessioni
su alcune questioni relative al contenuto e all'impatto previsto del piano di azione
e di ciascuna delle quattro proposte di direttiva.
Nell'ambito della
consultazione, si sono svolte 21 audizioni informali in Ufficio di Presidenza
integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari, mentre 30 sono stati i
portatori di interesse che hanno risposto ai questionari, 17 sono le memorie
depositate in audizione e 8 i documenti trasmessi, per un totale di 55
contributi.
La natura dei
contributi è risultata articolata poiché hanno partecipato soggetti ed enti sia
pubblici che privati; sia rappresentativi di interessi collettivi che portatori
di interessi di categoria. In particolare:
·
2
Regioni (Emilia Romagna e Lombardia)
·
10
Fondazioni, Università, Centri studi, Società di consulenza
·
25
Federazioni e Associazioni rappresentative di categorie produttive
·
9
Consorzi
·
2
Associazioni di consumatori
·
5
Imprese private
·
2
Cittadini.
I contributi
pervenuti sono stati analizzati per essere presi in considerazione in sede di
predisposizione della risoluzione che - una volta approvata dalla Commissione
ambiente del Senato - sarà trasmessa alla Commissione europea nel quadro del
dialogo politico e costituirà atto di indirizzo al Governo per i negoziati in
sede di Consiglio dell'Unione europea.
Va, in proposito, sottolineato che le consultazioni pubbliche svolte a
livello nazionale non si sovrappongono a quelle promosse dalla Commissione
europea, ma le integrano e le arricchiscono con la valutazione dell'impatto
delle politiche dell'Unione europea sui territori.
Una volta approvata la risoluzione, è intenzione della Commissione che mi
onoro di presiedere di rappresentare, in audizione a Brussel dinnanzi alla
Commissione ambiente del Parlamento europeo, presieduta dall’onorevole LA VIA, i
contenuti di quanto elaborato in sede nazionale, al fine di trasmettere il
senso della presenza istituzionale e la riconoscibilità della posizione
nazionale, oltre la semplice trasmissione materiale della risoluzione.
Nel merito dei contenuti occorre sottolineare che il contributo
nazionale all'insieme di misure contenute nel pacchetto dell'economia circolare
consentirà all'Italia di esprimere contenuti qualificati - per conoscenze
tecnologiche e sensibilità ambientale - in grado di supportare il processo di
circolarizzazione dell'economia.
La complessa revisione
operata dalle proposte di modifica delle direttive incide su una pluralità di
norme nazionali in materia di rifiuti. La ridefinizione degli obiettivi per la
gestione dei rifiuti dovrà essere attentamente recepita nella normativa
nazionale ai diversi livelli istituzionali ed essere integrata nei sistemi
nazionali di gestione dei rifiuti, finendo per incidere positivamente sull'assetto del territorio.
Dalle risposte
pervenute nell’ambito della consultazione sono emersi i seguenti profili di
criticità:
·
attenzione
non adeguata al tema della raccolta differenziata, che non viene resa
obbligatoria;
·
esigenza
di maggiore chiarezza nelle definizioni, con particolare riferimento a quelle
di "rifiuti urbani", "sottoprodotti" ed "end of waste";
·
necessità
di maggiore chiarezza, in relazione ai profili attuativi, sul ruolo dei
soggetti coinvolti nell'economia circolare, soprattutto in relazione alla
responsabilità estesa del produttore e ai costi di gestione.
Inoltre, con
riferimento ai profili applicativi in ambito nazionale delle proposte del
pacchetto, sono state evidenziate le seguenti criticità:
·
mancanza
di sistemi adeguati di gestione dei rifiuti;
·
scarsa
operatività del Sistri;
·
carente
applicazione della normativa vigente;
·
assenza
di indirizzi chiari per l'azione degli operatori di settore;
·
obsolescenza
di alcune disposizioni;
·
limitazione
della raccolta differenziata a cinque categorie di rifiuti, con risultati non
omogenei a livello territoriale;
·
scarsa
chiarezza del quadro informativo, tale da ingenerare difficoltà per i cittadini
nella gestione dei rifiuti.
Come ho accennato,
la trattazione del dossier dell'economia circolare ha inoltre costituito
l'occasione per la sperimentazione pur nell'attuale assetto istituzionale e
regolamentare - di nuove procedure volte a dare consistenza alle previsioni
della riforma costituzionale - che assegna al Senato un ruolo di collegamento
tra le istanze locali e regionali e le istituzioni europee.
In ciò valorizzando
il ruolo di indirizzo politico della Commissione permanente, che ha costituito
una piazza ideale (nel senso dell’agorà
greca) in cui rappresentare in maniera trasparente le istanze dei portatori di
interesse.
In occasione della
Conferenza interparlamentare "Energia, innovazione ed economia
circolare", tenutasi a L'Aja il 3 e 4 aprile 2016, la consultazione
pubblica promossa dal Senato è stata apprezzata quale best practice dagli altri Parlamenti dell'Unione europea e intermini lusinghieri si è espresso anche il
Commissario europeo per l'Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, Karmenu
Vella.
Ciò a dimostrazione
della capacità della buona Politica di generare meccanismi virtuosi di
rappresentatività, in grado di esprimere in maniera integrata i diversi livelli
istituzionali, attraverso un sistema di facilitazione verticale che permette di
rappresentarne le istanze, grazie a procedure partecipate e democratiche.
lunedì 16 maggio 2016
ECONOMIA CIRCOLARE: SI PRESENTANO I RISULTATI DELLA CONSULTAZIONE PUBBLICA
Il prossimo
17 maggio, alle ore 11, avrà luogo presso la Sala Caduti di Nassirya di Palazzo
Madama la conferenza di presentazione dei risultati della Consultazione
pubblica sul Pacchetto "economia circolare", presentato dalla
Commissione europea il 2 dicembre 2015.
Su tali
proposte legislative, la Commissione Ambiente ha svolto una consultazione
pubblica per acquisire informazioni e valutazioni delle parti interessate, che
si è conclusa il 31 marzo.
La
consultazione è stata aperta a quanti desiderano partecipare al processo
decisionale europeo con osservazioni sul merito delle proposte legislative. I
cittadini, le Regioni, le imprese, le Università, i centri di ricerca e tutti
gli altri soggetti governativi e non governativi interessati sono stati
invitati a esprimere - su un questionario on line - le proprie
riflessioni sul contenuto e sull'impatto del piano di azione e di ciascuna
delle quattro proposte di direttiva.
I
contributi pervenuti sono stati elaborati dagli Uffici del Senato e saranno
presi in considerazione ai fini della risoluzione che sarà trasmessa alla
Commissione europea nel quadro del dialogo politico e costituirà atto di
indirizzo al Governo per i negoziati in sede di Consiglio.
La
consultazione pubblica promossa del Senato è stata apprezzata quale best
practice dal Commissario europeo
per l'ambiente Karmenu Vella e dagli altri Parlamenti dell'Unione
europea, in occasione della Conferenza interparlamentare tenutasi a l'Aja il 3
e 4 aprile.
Va, in
proposito, sottolineato che le consultazioni pubbliche svolte a livello
nazionale non si sovrappongono a quelle della Commissione europea, ma le
integrano e le arricchiscono con la valutazione dell'impatto delle politiche
dell'Unione europea sul territorio nazionale.
Nel corso dell'evento
interverranno per un indirizzo di saluto il Presidente del Senato, on. Pietro
Grasso e il Sottosegretario all'ambiente, on. Silvia Velo. Seguirà la
presentazione dei risultati della consultazione da parte del Presidente della
Commissione ambiente, sen. Giuseppe Marinello. A seguire interverranno i
relatori in Commissione sugli atti comunitari, sen. Mario Morgoni, sen. Laura Puppato, sen.
Stefano Vaccari, nonché l'on. Stefano Bonaccini, Presidente della Conferenza
delle Regioni e delle Province autonome e on. Franco Iacop, Presidente della
Conferenza dei Presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle
Province autonome concluderà l'on. Giovanni La Via, Presidente della
Commissione ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento europeo.
mercoledì 11 maggio 2016
UNIONI CIVILI: IL TESTO E' PIENO DI LACUNE
"Il testo sulle Unioni Civili che il Governo vuole approvare e' assurdo e pieno di lacune che creeranno enormi problemi di attuazione della legge. Chiedere il voto di fiducia su una questione cosi' controversa e divisiva, che incide sulle le coscienze dei parlamentari, e' un atto politicamente inopportuno se non addirittura autolesionista per il Governo.
C'e' il rischio che il voto di fiducia su questa materia gli faccia perdere tanti voti e non solo al referendum."
"Avevo gia' scritto al Presidente Grasso che questa norma non calcola le ricadute economiche di un equiparazione dei coniugi dello stesso sesso. Ha ragione l'arcivescovo di Monreale Mons. Michele Pennisi che definisce la fiducia sul testo come un bavaglio al Parlamento, una limitazione alla democrazia: evidentemente le spinte di piccole e ben definite lobby contano piu' degli interessi delle famiglie quelle vere"
venerdì 6 maggio 2016
L'UOMO E L'AMBIENTE: IL MIO INTERVENTO
CONFERENZA SULL’AMBIENTE
“L’uomo e l’ambiente: sfide globali, tutela e prospettive”
Scuola Ufficiali Carabinieri
Roma, 6 -7 maggio 2016
Saluto con particolare
apprezzamento l'iniziativa che l'Arma dei Carabinieri e il Corpo forestale
dello Stato hanno promosso a testimonianza del reciproco impegno per la tutela
dell'ambiente.
La Conferenza di oggi assume un ruolo
particolarmente significativo poiché rappresenta un momento di riflessione
strategica per il percorso di accorpamento, del Corpo forestale nell'Arma dei
Carabinieri, al fine di realizzare nuove
sinergie di competenza e di professionalità volte a tutelare in maniera sempre
più efficace e puntuale l'ambiente.
Ambiente che rappresenta - assieme a
quello artistico, e della creatività italiana - uno dei patrimoni fondamentali
da trasmettere alle nuove generazioni.
Il Corpo forestale - ricordo
incidentalmente - ha svolto storicamente un ruolo di assoluta preminenza nel
settore della sicurezza in materia ambientale, non solo in ambito
agro-forestale, in grado di esprimere le professionalità tecnico-scientifiche
necessarie per costituire il punto di riferimento anche per le altre Forze di
polizia.
Il Corpo infatti attua la sua
primaria mission istituzionale di
polizia dello Stato specializzata nella difesa del patrimonio agroforestale
italiano e nella tutela dell'ambiente, del paesaggio e dell'ecosistema,
declinandola attraverso una molteplicità di attività ascrivibili essenzialmente
alla salvaguardia della biodiversità, alla prevenzione e repressione dei reati
agro-alimentari-ambientali, alla protezione dei boschi dagli incendi ed alla
salvaguardia del territorio.
In tale contesto, intendo
innanzitutto sottolineare che una visione accorta dell'impiego del grande
patrimonio conoscitivo e delle specifiche metodologie di lavoro e di indagine
del Corpo forestale, nell'ambito del processo di riorganizzazione dei corpi di
Polizia preposti alla tutela ambientale, suggerisce di mantenere gran parte
delle peculiarità organizzative e funzionali dello stesso Corpo forestale, che
devono essere sapientemente innestate nei presidi territoriali dell'Arma dei
Carabinieri e nella sua organizzazione funzionale, nell’ottica di addivenire ad
una razionalizzazione e ad un potenziamento dell’efficacia delle forze di
polizia all'uopo preposte.
Un'operazione di accorpamento che
venga così condotta consentirà sicuramente al nostro Paese di disporre di un complesso
di forze investigative e di repressione dell'illecito ambientale sempre più
rispondente alla necessità di contrastare la criminalità organizzata in campo
ambientale.
A fianco di questa importante
innovazione che interessa le Forze di polizia del nostro Paese, colgo
l'occasione per rappresentare in questa circostanza l'imminente approvazione
del disegno di legge di riforma del sistema delle agenzia ambientali, il
disegno di legge n. 221 del 2015 - cd. "Collegato ambientale" - che
reca norme di immediato impatto sulla amministrazione degli Enti locali e sul
comportamento di cittadini e imprese.
Un intero Capo della legge n. 221 è
dedicato alla strategia per lo sviluppo sostenibile.
In questi giorni sono all'esame
conclusivo degli Uffici tecnici del Ministero dell'ambiente i decreti attuativi
che disciplinano, tra l'altro, la tariffazione sociale di taluni servizi
essenziali allo sviluppo, rispetto ai quali - in certe aree del Paese - si
realizzano ancora forme di sfruttamento da parte della criminalità organizzata
a danno dei più deboli.
In Senato, peraltro, sta per essere definito
il percorso legislativo che condurrà alla istituzione di una Commissione
monocamerale d'inchiesta sulla ricostruzione de l'Aquila e intensa è stata ed è
l'attività di indagine conoscitiva e di indirizzo al Governo su temi quali le
problematiche ambientali relative allo stabilimento dell'ILVA di Taranto e
della Siderurgia Triestina di Servola a Trieste; le problematiche ambientali
connesse alla prospezione, ricerca, coltivazione ed estrazione di idrocarburi
liquidi in mare, con particolare riferimento alle conseguenze sulle coste
nazionali; quelle connesse alla realizzazione di impianti di trattamento a
caldo dei rifiuti, anche con riferimento agli impianti di pirogassificazione e
di pirolizzazione; o quelle che interessano stabilimenti per la produzione di
energia.
Fatta tale premessa, occorre
riflettere sulla considerazione che la sostenibilità dello sviluppo deve essere
riferita, da un lato, al contesto ambientale in cui l'uomo vive e svolge tutte
le sue attività, dall'altro, allo sfruttamento delle risorse ambientali
finalizzato più strettamente al processo produttivo.
I due aspetti sono in parte
sovrapponibili ed in parte consequenziali, secondo un meccanismo di circolarità
per cui lo sfruttamento esagerato delle risorse determina danni immediati e
irreparabili al patrimonio naturale.
Sotto il primo profilo, quello
strettamente naturale, assicurare la sostenibilità dello sviluppo significa
fare in modo che l'impiego degli elementi produttivi non generi elementi
inquinanti o non incida sull'assetto del territorio pregiudicandolo.
Sotto il profilo strettamente
economico della sostenibilità dei processi produttivi, il problema si pone
sulla necessità di impiegare fattori della
produzione in grado di rigenerarsi in tempi coerenti con i processi produttivi,
che devono contenere al massimo le emissioni inquinanti.
In tale contesto assumono rilievo i
canoni dell'economia circolare intesa come modello economico nel quale le
risorse vengono utilizzate all'insegna di criteri sostenibili sotto il profilo
ambientale, mantenendo quanto più a lungo possibile il valore dei prodotti, dei
materiali e delle risorse e riducendo al minimo la produzione dei rifiuti, noto
come "Pacchetto dell'economia circolare".
Le Istituzioni europee hanno
tracciato una strategia in tema di sviluppo sostenibile delle risorse grazie ad
un piano d'azione e ad un pacchetto di riforma delle principali direttive in
materia di rifiuti.
A questo riguardo, la Commissione che
mi onoro di presiedere ha avviato una consultazione pubblica che si è conclusa
lo scorso 31 marzo, che è stata aperta a cittadini, Regioni, imprese,
Università, centri di ricerca e soggetti governativi e non governativi invitati
a esprimere - su un questionario on line
- riflessioni sul pacchetto di direttive ed il prossimo 17 maggio si svolgerà,
in Senato, la Conferenza di presentazione.
A conclusione di tale processo, la
Commissione ambiente del Senato approverà una risoluzione, entro la fine del
mese di maggio, che sarà trasmessa alla Commissione europea nel quadro del
dialogo politico e costituirà atto di indirizzo al Governo per i negoziati in
sede di Consiglio.
Imprese e consumatori sono
fondamentali per uno sviluppo sostenibile delle risorse, poiché a questi si
richiedono modelli di consumo sostenibili come sostenibili devono essere i
modelli produttivi e di offerta che le
prime devono adottare.
Parimenti all'impostazione di un
sistema economico nel suo complesso sostenibile, deve però porsi un'azione
delle Forze dell'ordine che siano poste nelle migliori condizioni di prevenire
e reprimere la criminalità ambientale poiché le tipologie di reato e le
modalità per eludere la normativa di settore sono sempre in costante
evoluzione.
In tal senso, formulo i migliori voti
augurali perché le sinergie che l'Arma dei Carabinieri e il Corpo forestale
sapranno dispiegare nel processo di riorganizzazione delle strutture preposte
alla tutela ambientale consentano di sviluppare le migliori potenzialità e di
conseguire gli obiettivi più ambiziosi.
giovedì 5 maggio 2016
CONVEGNO ALLA SCUOLA UFFICIALI CARABINIERI
Scuola Ufficiali Carabinieri
Roma, 6 -7 maggio 2016
L’equilibrio fra uomo e ambiente è
argomento di massima rilevanza nel dibattito internazionale odierno, dal
momento che investe il futuro del nostro pianeta e, con esso, la nostra stessa
sopravvivenza.
La recente conferenza di Parigi sui
cambiamenti climatici ha reso evidente l’ineluttabilità di affrontare le sfide
globali che si profilano all’orizzonte, nella consapevolezza che solo uno
sforzo sinergico dell’intera comunità mondiale potrà garantire la protezione
del nostro delicato ecosistema e uno sviluppo sostenibile per l’umanità.
A conferma del ruolo dell’Arma nel
contrasto ai reati ambientali, la Commissione Europea ha affidato a un
Consorzio internazionale guidato dall’Italia, e per essa dai Carabinieri, con
la partecipazione del Ministero dell’Ambiente, della Guardia Civil spagnola e
della Environmental Guard Romena, il progetto TECUM (Tackling environmental crimes through standardised methodologies)
che, partendo dai risultati della Presidenza italiana del Consiglio UE del 2014, si
prefigge l’esecuzione di un’operazione coordinata a livello europeo di contrasto al traffico illecito di rifiuti gestito
dalla criminalità, anche mediante la diffusione dei risultati conseguiti e lo
svolgimento di campagne mediatiche.
E’ in questo quadro che l’Arma dei
Carabinieri e il Corpo forestale dello Stato - interessati a un prossimo
percorso di accorpamento, mediante l’assorbimento di funzioni e personale del
secondo nell’Arma, attraverso criteri e modalità condivise, per la
realizzazione di una straordinaria sinergia di competenze e professionalità,
capaci di dar vita a un nuovo polo di eccellenza in materia di sicurezza
ambientale - hanno promosso una Conferenza internazionale sull’Ambiente, in
programma alla Scuola Ufficiali dei Carabinieri, in Roma, a testimonianza del
reciproco impegno per la tutela dell’ambiente.
La Conferenza vedrà la
partecipazione dei Ministri italiani interessati, di prestigiosi relatori, individuati
in alte cariche istituzionali nazionali e dell’UE, nonché rappresentanti di
enti governativi stranieri e di organismi internazionali che operano a favore
della tutela dell’ambiente - quali CITES, FAO, EUROJUST, EUROPOL, INTERPOL,
IPCC, NATO, UNEP, UNODC e WWF - docenti universitari ed esperti di settore di
larga fama.
Sarà articolata su 3 panel tematici, incentrati, rispettivamente, su:
-
scenario internazionale
di riferimento, nell’ambito del quale saranno descritti, fra l’altro, i
rapporti fra etica e ambiente, i modelli di sviluppo sostenibile, i cambiamenti
climatici e la protezione della foreste, della fauna e della flora in pericolo;
- scenario nazionale, nel corso del quale, nella prima
fase saranno dibattute - in una Tavola rotonda cui parteciperanno anche i
presidenti delle più importanti associazioni ambientaliste italiane - le
priorità in materia di tutela ambientale del nostro Paese, mentre nella seconda
saranno illustrati - da parlamentari, illustri ricercatori e giuristi - gli
strumenti normativi atti a garantire una
sempre più efficace protezione della natura;
- strategie operative di tutela dell’ambiente e
possibili prospettive di sviluppo nell’azione di contrasto ai reati ambientali,
la cui trattazione sarà affidata ad alti rappresentanti della magistratura
italiana e degli organismi comunitari e internazionali impegnati nel contrasto,
a livello globale, dei reati ambientali.
martedì 3 maggio 2016
UNA BELLA GIORNATA AL CENTRO REGIONALE RECUPERO TARTARUGHE!
Il centro regionale di monitoraggio e
recupero tartarughe diventa di referenza nazionale.
Con decreto
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il Centro è stato istituito dal
ministero della Salute. Un traguardo importante per l’Istituto
Zooprofilattico
Sperimentale della Sicilia che lunedi scorso ha
liberato nella caletta di Sant’Erasmo, al Foro Italico, una
tartaruga della specie Caretta caretta chiamata Lilo - dal nome della
bambina hawaiana del film Walt Disney Lilo & Stitch - dotata, per
la prima volta in Sicilia, di un localizzatore satellitare.
Un
sofisticato meccanismo tecnologico prodotto negli Stati Uniti che
permetterà, per un anno e mezzo, ai biologi marini di conoscere gli
spostamenti delle Carette carette, studiarne i flussi migratori,
capire
quali sono le temperature ideali per la loro sopravvivenza e
le rotte che preferiscono.
E' stata una bella giornata.
domenica 1 maggio 2016
CONGRESSO SIAP AD AGRIGENTO
Il 30 aprile alle ore 10 presso la sala ‘Giglia’ della Provincia
regionale di Agrigento si è celebrato l’VIII° Congresso provinciale del SIAP (Sindacato Italiano Appartenenti
Polizia).
Ha aperto i lavori il segretario provinciale uscente Michele Nocca
presentando all’auditorio la sua corposa relazione spunto per il successivo
dibattito; numerosa la partecipazione
non soltanto di appartenenti al comparto ma anche di associazioni della società
civile impegnate sul territorio.
Numerosi ed autorevoli gli interventi:
il Sen. Giuseppe Marinello, Presidente Commissione Ambiente al Senato;
l’On. Angelo Capodicasa; il Questore, dott. Mario Finocchiaro; il dott.
Giovanni Giudice, Dirigente Divisione Anticrime; il dott. Andrea Morreale,
Dirigente Polizia Stradale; il dott. Valerio Landri, direttore della Caritas.
Hanno portato il saluto i segretari provinciali degli altri sindacati di
categoria ed i segretari provinciali del SIAP di alcune province siciliane. Ha
concluso i lavori il segretario nazionale SIAP, Luigi Lombardo. Numerosi gli
auguri di proficui lavori pervenuti tra cui quelli del Cardinale Monsignor
Montenegro; quelli del Ministro degli Interni On. Angelino Alfano; e quelli del
Presidente della Commissione regionale antimafia, On. Nello Musumeci. Ha
presieduto e moderato i lavori la dott. Anna Sciangula.
Numerose le tematiche affrontate sia sul fronte territoriale, sia su
quello generale del comparto. Precisa e puntuale l’analisi su più fronti di
quelle che sono le esigenze della Polizia di Stato di Agrigento; anche se in
sofferenza per carenza di uomini e mezzi, efficiente ed efficace sul territorio
nell’affrontare le continue esigenze ed emergenze. Da un punto di vista più
generale sono state sottolineate le esigenze di riforma strutturale del
comparto sicurezza/difesa, l’esigenza di alcune riforme interne, ma soprattutto
quella di riforma del modello contrattuale.
Per quanto attiene ai lavori propriamente congressuali, è stato
riconfermato il segretario provinciale generale uscente, Michele Nocca, la cui
dirigenza è stata premiata per aver saputo portare avanti un lavoro improntato
sul dialogo e sulla concertazione, cosa che ha consentito al Sindacato stesso
di affermarsi con autorevolezza anche in provincia di Agrigento, così come lo è
a livello nazionale, tra le sigle più rappresentative dei sindacati di Polizia.
Il
segretario provinciale Nocca ha formalizzato la sua Segreteria nelle persone
di: Maurizio Dell’Arte, Alessandro Volpe, Calogero Zambito, Giuseppe Bennici.
Ha nominato componenti del direttivo i delegati al Congresso: Raffaele
Castaldo, Giuseppe De Luca, Salvatore Collana, Orazio Giannì, Giuseppe Giannì,
Gaetano Garozzo, Giuseppe Amato, Giovanni Fazio, Stefano Rabottini, Salvatore
Cammarata, Rosario Ietro, Marco Russo, Salvatore Pira. Sono stati designati
altresì i delegati al congresso nazionale e regionale.
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