venerdì 28 ottobre 2016

INTERVENTO IN AULA SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015
INTERVENTO IN AULA
Signor Presidente, 
signor Ministro, 
abbiamo già ascoltato una serie di interventi e siamo pronti a condividerne e sottoscriverne alcuni. Tra l'altro, mi complimento con il relatore perché la sua esposizione del provvedimento è stata assolutamente chiara e comprensibile a tutti.
Il dibattito di questa mattina si sta articolando con qualche ragionamento aulico e anche ridondante; viceversa abbiamo ascoltato degli interventi assolutamente catastrofisti, che a mio avviso non si confanno al merito del provvedimento, ma soprattutto non rendono atto di quello che ha fatto il nostro Governo e soprattutto lei che in questi anni nelle trattative internazionali con gli altri Paesi dell'Unione europea (tra l'altro sono testimone di trattative anche con Paesi non facenti parte dell'Unione europea) ha sempre avuto un ruolo da protagonista, soprattutto di chi guarda al futuro con intelligenza e lungimiranza.
Abbiamo sentito parlare di scomparsa della biodiversità, di distruzione della fauna globale (a proposito di fauna globale, sappiamo come lo stock delle risorse ittiche sia in rapida caduta non solo nel Mediterraneo, ma anche negli oceani), di diminuzione di tutte le risorse sistemiche che permettono la vita di tutte le specie e anche dell'uomo.
A dire la verità, c'è un tema che a me sta molto a cuore in materia di cambiamenti climatici ed è relativo alle dirette conseguenze che tra l'altro subiamo noi italiani nel Mediterraneo, in particolare noi siciliani, che è quello dell'enorme numero dei migranti ambientali e climatici. Dico questo proprio qui in quest'Aula, sperando di cogliere l'attenzione dei colleghi - che peraltro rispetto - della Lega Nord e di altri partiti che sul tema della immigrazione a mio avviso talvolta sono un po' distratti o addirittura un po' faciloni. Il tema dei migranti climatici è fondamentale: ci sono più migranti climatici che migranti da guerra o da altri fenomeni. Quanto sta accadendo nel Centro Africa o nell'Africa subsahariana trova come unica soluzione (e così sarà per i prossimi decenni) la strada della migrazione, che non è un fenomeno nuovo, in quanto nella sua storia l'uomo conosce da millenni il tema della migrazione.
Le popolazioni del Nord, quando c'erano le piccole glaciazioni, scappavano verso i Paesi mediterranei: questo dà ragione delle invasioni barbariche. I popoli dei Paesi scandinavi scapparono in quel periodo attraverso i mari verso altri lidi. Questo è un fenomeno che ciclicamente interessa l'umanità, ed è un fenomeno, nel caso dei migranti climatici dovuti all'innalzamento delle temperature, nei confronti del quale noi popolazioni europee abbiamo un debito: il debito dello sfruttamento che per secoli ha garantito alle popolazioni occidentali e dopo del Nord America un tenore di vita e di crescita che sicuramente è stato compiuto utilizzando le risorse e le materie prime di altri Paesi che non solo sono stati deprivati di quelle risorse e materie prime, ma che oggi ne stanno subendo le conseguenze.
Ed è proprio per questo motivo che noi plaudiamo all'iniziativa del Governo: perché, al di là della ratifica di oggi, che rende atto dello stanziamento del Fondo verde per il clima, la ratifica che andiamo ad approvare in perfetta continuità con quanto fatto a Durban, a Doha e a Parigi, con l'accordo di Marrakech entrerà nel vivo ed entrerà assolutamente nella direzione di un accordo globale di tutti i Paesi. L'obiettivo è quello di un accordo solidale che riesca a controbilanciare l'interesse dei Paesi forti più industrializzati con i Paesi deboli, e che riuscirà in un certo qual modo anche ad abolire quel differenziale di convenienza che si è creato in altri Paesi che nel passato non avevano aderito a questi accordi internazionali e che di fatto ha penalizzato le economie dei Paesi occidentali e anche le economie dei Paesi trasformatori come il nostro.
Signor Ministro, non voglio assolutamente dilungarmi, perché ancora altri dopo di me interverranno e seguiranno anche le dichiarazioni di voto. Sicuramente bene ha fatto il nostro Governo: l'Italia è stata protagonista in Europa, e chi era a Parigi ha toccato con mano il ruolo del nostro Paese, in particolare in quell'occasione. Continuiamo su questa strada, perché credo che questo sia nell'interesse non soltanto nostro, non soltanto del nostro Paese, ma soprattutto delle future generazioni.

mercoledì 26 ottobre 2016

BOLLETTE ACQUA, GARANTITI 50 LITRI AL GIORNO AI POVERI

Arriva “la tariffa sociale” per chi, tra le tante bollette e imposte, non ce la fa a pagare l’acqua. Il decreto sul bonus acqua, pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale, prevede che le fasce di popolazione più povere possano usufruire gratuitamente di un quantitativo minimo vitale di acqua al giorno per ogni persona del nucleo familiare. Un modo di permettere a chiunque di continuare a bere, lavarsi, cucinare anche in caso di morosità.
Come si legge nel provvedimento, che sarà pienamente operativo tra 4-5 mesi, coloro che sono impossibilitati a pagare la bolletta perché “versano in condizioni di documentato stato di disagio economico-sociale” non si vedranno staccare l’acqua anche se morosi. 
Ad essi sarà infatti in ogni caso garantito “il quantitativo minimo vitale pari a 50 litri per abitante al giorno”. Il quantitativo è stato stabilito tenendo conto di quanto indicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità
Avrà diritto al beneficio chi ha un indicatore Isee non superiore a 7.500 euro, che può arrivare a un massimo di 20.000 euro per le famiglie con più di tre figli a carico. Si tratta, secondo le prime stime, di circa cinque milioni di utenti morosi, che saranno individuati dall’Autorità per l’energia (Aeegsi). 
Oltre ai 50 litri gratis per gli utenti che versano in condizioni disagiate, il decreto stabilisce che a tutti sia garantito l’accesso al quantitativo minimo vitale a tariffa agevolata.
Agli utenti che invece non pagano le bollette ma non rientrano nelle categorie disagiate, verrà sospesa la fornitura dell’acqua. Cosa che, tuttavia, avverrà solo se l’importo delle fatture non pagate sarà complessivamente superiore al corrispettivo annuo relativo al volume della fascia agevolata stabilita all’Autorità. Inoltre, sarà possibile sospendere la fornitura solo dopo che gli utenti avranno ricevuto una regolare messa in mora e solo nel caso in cui il deposito cauzionale, qualora versato, non sia sufficiente a coprire il debito.

sabato 22 ottobre 2016

SARA' UNA SETTIMANA INTENSA

Sarà una settimana piena di impegni (come sempre) ma continueremo a monitorare il "caso Licata". Mercoledì avremo in Audizione un esperto ambientale e consulente della Commissione parlamentare sugli illeciti relativi al ciclo dei rifiuti, sul ddl 2323 (fanghi depurazione agricoltura) e alle 14.30 Audizione del Prefetto e del Questore di Agrigento sull'affare assegnato n. 853 (demolizione edilizia abusiva).
Dalle 15.00 in poi: 
ddl 1836 (aree industriali dismesse) - relatore: Marinello
parere alla 10ª Commissione
ddl 2001 (disposizioni per l'albo degli statistici) - relatore: Dalla Zuanna - parere alla 2ª Commissione
ddl 2535 (produzione vitivinicola) - relatore: Marinello 
E altre cose!

 

giovedì 20 ottobre 2016

AUDIZIONE DEL SINDACO DI LICATA IN COMMISSIONE AMBIENTE


"Questa mattina in Commissione abbiamo ascoltato il sindaco di Licata in tema di demolizione dell'edilizia abusiva. Abbiamo espresso ampia solidarieta' e comprensione verso il suo operato e gli abbiamo dato rassicurazioni della massima vicinanza alla comunità licatese. 
Non bisogna abbandonare gli amministratori locali, che devono sentire il sostegno delle Istituzioni, cosi' come dobbiamo essere al fianco delle comunità locali, che non devono sentire sulle loro spalle il peso di decisioni cosi' importanti. Siamo determinati a procedere senza esitazioni e ascolteremo in Commissione, tra gli altri, anche il Presidente della Regione Siciliana e il Procuratore di Agrigento". 

venerdì 14 ottobre 2016

A PALERMO LA PRIMA EDIZIONE DI GRANOTILL

L’associazione Semina Diretta 2.0  presenta GraNOtill dayconvegno nazionale sull’uso della Semina diretta nella coltivazione del grano duro, in programma sabato 15 ottobre all’Università degli Studi di Palermo (Aula Magna G. P. Ballatore viale delle Scienze edificio 4), dalle 10:00 alle 13:00. Un incontro unico nel suo genere, pensato per richiamare l’attenzione sulle opportunità e i vantaggi offerti dall’applicazione della semina diretta, un sistema di coltivazione che non prevede aratura ed è in grado di ridurre il consumo di suolo, di conservare la fertilità del terreno, e di limitare le emissioni di CO2. Saranno presentati gli studi prodotti dal comitato operativo di Semina Diretta 2.0, integrati dagli interventi di importanti esponenti del mondo accademico, industriale e istituzionale.
Saranno presenti: On. Giuseppe Francesco Maria Marinello, Presidente della 13ª Commissione permanente territorio, ambiente, beni ambientali del Senato della Repubblica; Dott. Gaetano Cimò, Dirigente Generale del Dipartimento dell’agricoltura Regione Sicilia; Prof. Roberto Lagalla,Consigliere di Amministrazione del CNR; Dott. Salvatore FiorePresidente Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Palermo; Prof. Dario Giambalvo, Università di Palermo; Prof. Biagio Pecorino Università di Catania; Prof. Emanuele Schimmenti Università di Palermo; Dott. Marco Frasson, Azienda Frasson; Dott. Lino Falcone Associazione Semina diretta 2.0. Modera il Prof. Carlo Grignani Presidente della Società Italiana di Agronomia.

venerdì 7 ottobre 2016

EUROPA: TRE DATE FONDAMENTALI, UNA SI CELEBRA OGGI!

Tre sono le date fondamentali per la nascita di quella che oggi è l'Europa ed il pensiero occidentale.
La battaglia di Poitiers combattuta l'11 di ottobre del 732 tra l'esercito arabo-berbero musulmano di Al-Andalus, comandato dal suo governatore, Abd al-Raḥmān b. ʿAbd Allāh al-Ghāfiqī, e quello dei Franchi di Carlo Martello, maggiordomo di palazzo (equivalente a capo dell'esecutivo e dell'esercito) dei re merovingi.


La guerra austro turca e l'assedio di Vienna (1683/1699): Il sultano Mehmet IV affidò la guida del suo esercito a Kara Mustafa con l'obiettivo di occupare Vienna e penetrare in Europa. Per la seconda volta (dopo l'assedio di Vienna del 1529) i turchi tentarono di conquistare la capitale austriaca e per la seconda volta vennero sconfitti. Il fallimento dell'assedio condusse alla controffensiva asburgica nel corso della quale i turchi furono cacciati dal regno d'Ungheria e la tripartizione della medesima finì a favore dell'Austria. 

E quella che si festeggia oggi, ovvero la battaglia di Lepanto.
All'alba del 7 ottobre 1571, aveva inizio, nelle acque di Lepanto, porto della costa ionica situato di fronte al Peloponneso e non distante da Corfù, una delle più grandi battaglie navali della storia, frutto glorioso degli sforzi della Cristianità controriformistica.
Non pare affatto fuori luogo ricordarne oggi l'anniversario, e ricordarlo nel modo più serio inquadrando l'evento nella situazione del Mediterraneo negli anni immediatamente precedenti e seguenti (fino ad oggi) così da comprenderlo meglio e da poterlo valutare nella sua portata e nel suo significato.

Infatti, cosa sarebbe successo e avremmo l'Europa che conosciamo oggi se una di queste battaglie fosse stata persa?

martedì 4 ottobre 2016

UN BELL'ARTICOLO DI GIANFRANCO MORRA

Non ci può essere religione senza proselitismo. Se credi sul serio nei tuoi valori devi farli conoscere, senza imporli con la forza


Una profonda lezione ci è giunta dal viaggio nel Caucaso di Sua Santità Francesco I. Egli aveva annunciato che i vescovi ortodossi avrebbero partecipato alla Santa Messa nella capitale della Georgia, Tbilisi. Invece i vescovi ortodossi non si sono presentati. Inimicizia, maleducazione? Anzi, profonda religiosità. Il Papa aveva detto: «C'è un grosso peccato contro l'ecumenismo. Non si deve mai fare proselitismo». Forse gli ortodossi, pur nel rispetto e anche nella amicizia coi cattolici, considerano inadeguato l'uso che Bergoglio fa delle parole «proselitismo» ed «ecumenismo».
Il proselitismo è la volontà di convertire e di portare gli altri alla propria fede. Non esiste una sola religione che non lo voglia. La fede è la consapevolezza di avere ricevuto una rivelazione che trasforma nell'intimo. Sarebbe narcisismo tenerla per sé, senza parteciparla agli altri: unus christianus nullus christianus. Almeno così la pensava Gesù: «Andate e ammaestrate (euntes docete) tutte le genti (Mt 28,19); «costringili a venire (compelle intrare) perché la mia casa sia piena» (Lc 14, 23).
Certo Bergoglio voleva condannare la violenza, che spesso il proselitismo si è tirata dietro. Ma il proselitismo, quello giusto non quello che impone di «ammazzare gli infedeli» o che nel Sudamerica schiavizzava gli indigeni, è un elemento necessario in ogni religione. Così la pensava anche S. Francesco, il cui viaggio in Egitto viene oggi travisato come dialogo tra religioni diverse. Durante la V crociata egli si imbarcò ad Ancona insieme con i guerrieri, assistette sconcertato alla presa di Damietta e si recò dal sultano Malik al-Kamil (nipote del Saladino) per predicargli il Vangelo e convertirlo. Faceva dunque proselitismo.
Anche l'ecumenismo è un elemento costante in tutte le grandi religioni, che hanno superato i limiti del tribalismo o del nazionalismo. Ma cosa significa questa parola, oggi tanto usata da aver perso un chiaro ed esplicito significato? Deriva dal greco, l'oikouméne è la terra abitata. Ecumenico è ciò che riguarda il mondo intero. Il cristianesimo è da sempre ecumenico: è stata la prima grande globalizzazione religiosa, la sua fede ha cercato di estendersi in ogni parte del mondo. Proselitismo ed ecumenismo sono le due facce della stessa moneta.
Ma dopo il Concilio Vaticano II il termine è stato banalizzato e travisato. Uno dei documenti di quel Concilio, che fu totalmente pastorale, è il «Decreto sull'ecumenismo» che proponeva di «riconciliare tutti i cristiani nella Chiesa di Cristo, una e unica». Riconciliare, non mescolare o confondere. Da un lato i cattolici, dall'altro i «fratelli separati» (cristiani non cattolici). Ma il Postconcilio ha travisato questo progetto, che, in un Occidente sempre più storicista e relativista, rischia di tradursi in un indifferentismo religioso.
Il centro principale di questo pasticcio è stato Assisi con i suoi incontri spettacolari »interreligiosi». Fu lì che nel 1985 nacque l'idea di mettere in scena, nella suggestiva Basilica di Francesco, l'uno vicino all'altro preti di tutte le religioni che invocavano Dio. Papa Wojtyla capì che in tal modo l'ecumenismo degenerava in uno zibaldone e fece una intelligente distinzione: «Non siamo qui per pregare insieme, ma insieme per pregare”. E ognuno prega a modo suo, il suo modo di pregare mostra il suo modo di credere (card. Newman: ordo orandi, ordo credendi).
Purtroppo l'ecumenismo è divenuto un pasticcio e oggi le religioni non di rado si mescolano indifferentemente anche nei luoghi di culto e spesso le chiese divengono, in parte e a tempo, delle moschee. Ma ogni credente ha la sua religione e la sua preghiera, e considera la propria come l'unica pienamente valida.
Nel 1454, appena occupata Costantinopoli dai turchi, il papa Pio II propose di fare una crociata per liberarla. Si recò ad Ancona, da dove dovevano partire le navi veneziane con i crociati. E dove lo raggiunse Nicolò Cusano. Non se fece niente e morirono entrambi. Il grande filosofo aveva mostrato che nelle diverse religioni c'è, in forma diversa, lo stesso bisogno di assoluto, che è di tutti gli uomini e degli uomini soltanto. E che si realizza nella varietà dei riti (non est nisi una religio in rituum varietate). Non pensò mai di mescolarli.
Se ecumenismo significa incontro, rispetto, dialogo, collaborazione tra le religioni diverse per finalità di bene, Bergoglio ha ragione e lo sapevamo da tempo. Ma non servono macedonie di frutta mista, melting pot, sconfessione del passato, buonismo di comodo, fideismo senza cultura o apertura sconclusionata verso un nuovo confuso e spettacolare. Una innovazione senza la tradizione è un salto nel vuoto o nel pieno di una cultura anticristiana, che sommerge la religione facendo finta di ammirarla purché divenga ripetizione subalterna delle sue favole e dei suoi luoghi comuni.
Nova et vetera: senza il nuovo (che non è il quotidiano) c'è sclerosi, senza il vecchio (che non è il passato) c'è superficialità: «Insegna le medesime cose che ti sono state insegnate. Parla con nomi nuovi, ma non dire novità»(Vincenzo di Lérins, Commonitorio, I, 23; Edizioni Paoline).

http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=2120368&codiciTestate=1&sez=hgiornali&testo=&titolo=Non%20ci%20può%20essere%20religione%20senza%20proselitismo.%20Se%20credi%20sul%20serio%20nei%20tuoi%20valori%20devi%20farli%20conoscere,%20senza%20imporli%20con%20la%20forza

lunedì 3 ottobre 2016

A PALERMO PER LE GIORNATE "NO SMOG MOBILITY"

No smog mobility il 6 e il 7 ottobre a Palermo

"Avete cambiato olio e freni. A ottobre cambiate anche aria". È questo lo slogan della sesta edizione di No smog mobility, l'unica rassegna siciliana sulla mobilità sostenibile che si terrà nel capoluogo siciliano giovedì 6 e venerdì 7 ottobre. 
Nata da un’idea dei giornalisti Gaspare Borsellino e Dario Pennica (rispettivamente direttori dell'agenzia di stampa Italpress e di Sicilia Motori), la rassegna è organizzata da Gadema Consulting e Stratos Dmp, con il supporto di A2A, Bosch, Sicily By car, e Unicredit.
Il programma di giovedì 6 ottobre. Avrà due momenti distinti: alle 12, all'interno della Cittadella universitaria di viale delle Scienze, avverrà la cerimonia di piantumazione degli alberi che costituiranno il Bosco No Smog Mobility, mentre alle ore 17 inizierà il convegno con un incontro su "Mobilità sostenibile. Il presente e il futuro dei trasporti in Sicilia", ospitato dal Museo delle Macchine e dei Motori, all'interno della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Palermo (viale delle Scienze). 
Alla tavola rotonda, dopo i saluti istituzionali del rettore dell'Università di Palermo, Fabrizio Micari e del sindaco Leoluca Orlando, parteciperanno Maurizio Carta, preside della Scuola Politecnica, gli assessori all'Energia e all'Ambiente, Vania Contraffatto e Maurizio Croce, il sottosegretario all'ambiente Barbara Degani, il direttore strategie e innovazione A2A, Lorenzo Giussani, il preside di Asstra Sicilia, Claudio Iozzi, il sottosegretario ai Trasporti, Simona Vicari, il presidente della Commissione Ambiente al Senato, Giuseppe Marinello e il responsabile della segreteria tecnica del ministero dell'Ambiente Carlo Maria Medaglia. Il convegno sarà moderato da Italo Cucci, direttore editoriale di Italpress.


MEDAGLIA AL MERITO DIPLOMATICO CONFERITAMI DALLA REPUBBLICA DI TAIWAN

Sono fiero e orgoglioso di condividere con voi questa gioia.  Medaglia al merito diplomatico conferitami dal Ministro degli Affari Esteri...