mercoledì 23 settembre 2015

LA RIFORMA DELLE TARIFFE DEVE FAVORIRE EFFICIENZA ENERGETICA E FONTI RINNOVABILI

I presidenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato, On. Ermete Realacci e Sen. Giuseppe Francesco Maria Marinello, scrivono al presidente dell’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico evidenziando alcune criticità della riforma delle tariffe
“La proposta di riforma delle tariffe di rete e delle componenti tariffarie a copertura degli oneri di sistema per i clienti domestici così come attualmente formulata rischia di favorire un uso meno efficiente dell’energia,  con conseguente aumento delle emissioni e delle bollette.  
Un risultato in contraddizione con gli impegni di riduzione delle emissioni assunti dall’Italia a livello internazionale che peserebbe sul Paese in vista della prossima Cop21 di Parigi. Un’altra criticità della riforma riguarda le fonti rinnovabili: eliminando la progressività sugli oneri di rete e di sistema si riduce nettamente la convenienza degli impianti di autoconsumo con il risultato di ‘disincentivare’ di fatto il ricorso alle rinnovabili e all’efficienza energetica in edilizia e di premiare chi consuma di più. Per superare queste problematiche è necessario rivedere la riforma delle tariffe legandola a politiche energetiche in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni, aumento dell’efficienza e dell’uso di rinnovabili che saranno al centro della Conferenza Onu sul Clima di Parigi”

martedì 22 settembre 2015

NO ALLA SOPPRESSIONE DEL PUNTO NASCITA A S. STEFANO QUISQUINA

Oggi presso gli uffici del Senato della Repubblica si è svolto un incontro voluto dal senatore Giuseppe Marinello a cui hanno partecipato i deputati Nino Bosco, Angelo Capodicasa e Maria Iacono, il capo di gabinetto del Ministero della salute dott. Tinè e una delegazione della zona della Quisquina guidati dal sindaco Francesco Cacciatore di S. Stefano Quisquina, il sindaco di Alessandria della Rocca Alfonso Frisco, l'assessore Milko Cinà del comune di Bivona, rappresentanti del comune di Cianciana e della clinica Attardi di S. Stefano Quisquina.
Presente anche il dottor Renato Botti direttore regionale per la programmazione sanitaria.
Nel corso dell'incotro sono state esaminate le problematiche derivanti dalla chiusura del punto nascita di S. Stefano Quisquina, sono state ribadite le condizioni peculiari dell'area del quisquinese e delle aree interne che gravitano sulla clinica Attardi con particolare rilievo alla viabilità che versa in disastrose condizioni e che soprattutto nei mesi invernali porta un vasto hinterlant della Sicilia in una condizione di sostanziale isolamento.
Questo, unitamente ad altre valutazioni fanno parte di documentazione che è stata presentata al Ministero della salute e che sarà rappresentata all'assessore regionale Baldo Gucciardi.
La deputazione nazionale si è fatta carico di un imminente incontro proprio con Gucciarsi anche al fine di scongiuurare la soppressione dei servizi ostetrico-ginecologico previsto entro il 30 settembre

sabato 19 settembre 2015

OSPEDALE DI SIRACUSA: RIUNIONE AL MINISTERO DELLA SALUTE

Si è svolta questa mattina al Ministero della Salute una riunione con i vertici del Ministero, alla quale hanno partecipato l’Assessore regionale della Salute Baldo Gucciardi, il deputato regionale Vincenzo Vinciullo nella qualità di Presidente facente funzione della Commissione Bilancio, l’onorevole Vincenzo Fontana, Vicepresidente Vicario della Commissione Sanità, il Senatore Giuseppe Marinello, Presidente della Commissione Territorio e Ambiente al Senato e l’Onorevole Nino Bosco.
Oggetto della riunione la firma dell’accordo di programma quadro, al fine di ottenere le risorse destinate all’edilizia sanitaria previste dall’ex art. 20 della legge 67/88, che la Sicilia rivendica dal 30 dicembre 2010 quando in Commissione Sanità, si approvò la distribuzione fra le varie Province degli 805 milioni di euro che spettavano alla Sicilia.
Dei 79 progetti inseriti, per un valore pari a 845 milioni di euro, ben 7 riguardano la provincia di Siracusa e, in modo particolare, il nuovo ospedale di Siracusa, il Pta di Palazzolo Acreide, il presidio ospedaliero di Augusta, l’ex Onp di Siracusa, l’ex Inam di Lentini, il Trigona di Noto e l’Ospedale di Pachino.

mercoledì 16 settembre 2015

"VERSO PARIGI COP21. RIFLESSIONI PARLAMENTARI A CONFRONTO

Viviamo in un'epoca allo stesso tempo affascinante e terribile. Affascinante perché mai come adesso il futuro del Pianeta Terra è soprattutto nelle nostre mani, temibile perché la nostra generazione è la prima, da quando la specie umana è comparsa sulla Terra, ad avere il potere di distruggere in poco tempo tutto quello che ci proviene dal passato, compromettendo quello che potrebbe esistere nel futuro del nostro pianeta. L'Homo sapiens ha interagito con il mondo naturale sin da quando apparve sulla faccia della Terra. Con il passare del tempo e con l'evolversi delle proprie capacità culturali ha incredibilmente ampliato le proprie capacità di modificazione degli ambienti naturali. Ma è soltanto da pochissimo tempo, se lo rapportiamo al periodo per il quale si suppone sia apparsa sulla Terra, che la specie umana sta intervenendo rapidamente e profondamente sui cicli dell'intera biosfera, quella fascia costituita da acqua, aria e suolo ove è possibile l'esistenza ed il mantenimento del fenomeno vita.
Per far si che questo "cambiamento" non produca effetti ulteriormente negativi e per affrontare adeguatamente questa crisi globale bisognerà mettere al centro delle nostre politiche future quella della giustizia ambientale per costruire un rapporto più equo e giusto con la natura e per assicurare un accesso equo e sostenibile alle risorse naturali comuni. La crisi climatica è già ad un punto grave e il tempo disponibile per impedire che possa avere esiti catastrofici è ormai limitato: abbiamo a disposizione pochi decenni per poter contenere l’aumento di temperatura al di sotto dei 2°C.
Con i trend attuali, senza nuove e incisive misure di riduzione delle emissioni di gas serra, si andrebbe verso un aumento medio della temperatura media globale almeno doppio di quello ritenuto sostenibile, cioè a circa 4°C: ciò esaspererebbe ondate di calore, altri eventi atmosferici estremi, sconvolgimenti della biodiversità e dell’ambiente, con gravi pericoli anche per la sicurezza della produzione di cibo in vaste aree del pianeta.
I più poveri sono i più colpiti anche dalla crisi climatica, perché più vulnerabili e con meno possibilità di finanziare misure di adattamento. Le possibilità di un buon accordo per il clima a Parigi dipendono in buona parte dai tre principali emettitori mondiali di gas serra: la Cina, gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Purtroppo gli impegni fino ad ora annunciati in vista di Parigi, secondo le stime oggi disponibili, dalla Cina e dagli Stati Uniti non sono sufficienti e sono ancora lontani dalla traiettoria dei 2°C e anche l’Europa potrebbe fare meglio.

Dai grandi Paesi grandi emettitori, ci si auspica una strada di riduzione delle emissioni equa, verso le 3 tonnellate di emissioni di CO2eq pro-capite all’anno entro il 2050, compatibile con il contenimento dell’aumento di temperatura entro i 2°C.Dopo ben 25 Conferenze internazionali inefficaci, in vista della 26^ a Parigi, si spera in un maggiore impegno di tutte le persone di buona volontà, perché non prevalgano gli egoismi, gli interessi di breve termine, particolari e nazionali, ma si affermi, finalmente, una buona politica, in grado di affrontare questa crisi climatica in modo equo, aprendo la strada anche a nuove opportunità.
Giustizia ambientale
La giustizia ambientale si fonda su due presupposti, distinti, ma connessi. Il primo è quello di un giusto rapporto fra l’uomo e la natura, fra l’umanità e il resto del creato. La giustizia ambientale richiede la pratica di una buona relazione con la natura: quella che ci porta ad essere custodi e non dominatori del pianeta, ad essere buoni coltivatori che sanno utilizzare e mantenere nel tempo la capacità della terra di dare buoni frutti e non sfruttatori e distruttori.
Il secondo presupposto della giustizia ambientale è il pari diritto di accesso per tutte le persone al patrimonio naturale comune: all’acqua potabile, all’aria pulita, a un ambiente sano, a un territorio non inquinato.

Crisi climatica e i suoi effetti
Secondo il quinto Report dell’IPCC i trend attuali, senza misure aggiuntive di mitigazione, porteranno, entro la fine del secolo, a un innalzamento della temperatura media terrestre, rispetto al periodo pre-industriale, compreso tra 3,7 e 4,8°C (con concentrazione di CO2eq fra 750 e 1300 ppm), a fronte di una soglia di sicurezza raccomandata, ed acquisita nella trattativa sul nuovo Accordo globale per il clima, di +2°C (con concentrazioni di CO2eq non superiori a 450ppm).  Un riscaldamento globale di 4°C aggraverebbe significativamente la scarsità di risorse idriche in molte regioni, particolarmente nel Nord Africa e nell’Africa dell’Est, nel Medio Oriente e nell’Asia del Sud. Condizioni di maggiore aridità coinvolgerebbero l’Europa meridionale, l’Africa (ad eccezione di alcune zone del nord-est), ampie parti del Nord America e del Sud America e l’Australia meridionale. Eventi estremi di siccità sarebbero accompagnati da eventi estremi di piovosità concentrata in altri periodi dell’anno nelle stesse aree o in altre aree del Pianeta. Il rischio di dissesti negli ecosistemi come risultato degli incendi, della trasformazione degli ecosistemi, del deperimento forestale, dell’aumento dell’aridificazione e dell’avanzata della desertificazione, sarebbe significativamente più alto con un riscaldamento di 4°C.
Sarebbe comunque impegnativo mantenere livelli adeguati di produzione alimentare e agricola in risposta all’accrescimento della popolazione e all’aumento dei livelli di reddito, ma ora, nel trend in corso verso un aumento di 4°C, saremmo costretti a misurarci con uno scenario drammatico prodotto da una riduzione nella resa delle colture man mano che il pianeta si riscalda e i poveri sarebbero i più colpiti.
Nello scenario in corso dei +4°C i rifugiati climatici assumerebbero una dimensione molto preoccupante. Nel rapporto del 2012 del Segretario Generale all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sui diritti umani e le migrazioni viene presentata una ricerca che stima che più di 250 milioni di persone potranno essere sfollate a causa dei cambiamenti climatici.

Gli impegni finora assunti sono insufficienti
Con i negoziati per un nuovo Accordo per il clima, per il periodo post-2020, da adottare alla COP21 di Parigi, a dicembre 2015, i vari paesi hanno accettato di comunicare gli impegni di riduzione delle emissioni di gas di serra che sono disposti ad assumersi, nel quadro del nuovo Accordo, prima della trattativa finale della Conferenza di Parigi. Secondo l’analisi effettuata sugli scenari emissivi del settore energetico (che conta circa per i due terzi delle emissioni globali di gas serra), con gli attuali impegni presi dai Governi, il budget disponibile di emissioni per il secolo attuale verrebbe consumato comunque intorno al 2040, appena otto mesi più tardi di quanto previsto in assenza degli impegni annunciati alla vigilia della Conferenza di Parigi. Pur rallentando la crescita, le emissioni mondiali di CO2 non diminuirebbero entro il 2030, ma continuerebbero a crescere dell’8% tra 2013 e 2030 e il picco non sarebbe raggiunto neppure nel 2030. Le emissioni mondiali di CO2 del settore energetico, infatti, da 32,2 miliardi di tCO2 del 2013 anziché diminuire a 25,6 miliardi, come previsto dalla traiettoria dei 2°C, crescerebbero a 34,8 miliardi di tCO2. Analizzando il gap tra gli impegni dichiarati e lo scenario 450 ppm nei principali Paesi emettitori di gas serra al 2030, l’IEA osserva che:
-          la Cina emetterebbe 3,7 miliardi di tonnellate di CO2 in più di quelle previste dalla traiettoria per i 2°C (10,1contro 6,4 Gt),il 58% in più;
-          gli USA emetterebbero 1 miliardo di tonnellate di CO2 in più del previsto nella traiettoria dei 2°C (4 GtCO2 contro 3 Gt), il 33% in più;
-          l’UE potrebbe fare meglio riducendo 2,4 invece di 2 GtCO2, il 20% in più.

in vista dell'Accordo di Parigi
In vista dell’Accordo di Parigi, si devono superare ancora notevoli difficoltà, oltre che per avviare misure impegnative di adattamento, soprattutto per arrivare a tagli sufficienti delle emissioni di gas serra. Per la prima volta in 40 anni, i dati attuali ci confermano che le emissioni di gas serra da processi energetici non sono aumentate pur in presenza di una crescita del PIL mondiale del 3%. Negli ultimi 40 anni, le emissioni sono rimaste stabili o sono diminuite rispetto all’anno precedente solo tre volte e tutte e tre le volte è accaduto in corrispondenza con un anno di crisi dell’economia mondiale.

  Mozione presentata in Senato sui cambiamenti climatici in vista della Conferenza di Parigi
Insieme ad altri colleghi prima dell'estate abbiamo presentato una mozione sui cambiamenti climatici affinché si faccia uno sforzo in più per far si che a Parigi si trovi un accordo. Abbiamo chiesto al governo un impegno sul fronte internazionale perché l'Unione europea riveda al rialzo gli obiettivi previsti dal pacchetto clima-energia al 2030, riducendo del 45 per cento le emissioni, arrivando ad una quota di rinnovabili del 40 per cento e aumentando l'efficienza energetica al 35%. La Conferenza delle parti di Parigi deve partorire un accordo globale vincolante e aderente ai risultati dei rapporti scientifici dell'IPCC per contenere l'aumento della temperatura entro i 2 gradi centigradi. Abbiamo chiesto forme di fiscalità ambientale che rivedano in senso sostenibile le imposte sull'energia e sull'uso delle risorse. Riteniamo inoltre sia necessario favorire la transizione verso un sistema energetico più sicuro e sostenibile, con investimenti sulla generazione, sulle reti e sull'efficienza energetica e rimuovendo subito tutti gli incentivi e i sussidi diretti e indiretti ai combustibili fossili. Entro la fine di questo mese ci auguriamo venga approvata la Strategia nazionale sui cambiamenti climatici elaborata dal ministero. Serve una 'Roadmap della decabornizzazione' che riguardi tutti i settori, per perseguire gli obiettivi comunitari al 2050. Va sostenuta la ricerca, promosse le smart city, favorita la diffusione del gas naturale e sono necessari interventi sui trasporti, con un'ulteriore riduzione delle emissioni delle automobili e un potenziamento delle alternative. Infine gli interventi per la riduzione delle emissioni a tutti i livelli di governo vanno svincolati dal Patto di stabilità perché sono un investimento nel futuro e sullo sviluppo.

martedì 15 settembre 2015

LA COMMISSIONE AMBIENTE A MILAZZO

Come ampiamente anticipato dalla stampa, nella mattinata di oggi, lunedì 14 settembre, è arrivata a Milazzo la Commissione Ambiente del Senato, allargata ad alcuni Deputati e alle Amministrazioni dei Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela
14/9/2015 - Il primo momento è stata la visita alla Raffineria di Milazzo per conoscere le strutture produttive e tutto ciò che è stato sin qui fatto, anche in termini di investimenti.
Quindi nell’aula consiliare del Comune le audizioni di amministratori comunali e rappresentanti delle associazioni ambientaliste. Ad essere ascoltati dal presidente Giuseppe Marinello, dal vice Aldo Di Biagio e dai componenti Laura Bignami, Domenico Scilipoti e Bruno Mancuso, innanzitutto la rappresentante della prefettura, Maria Antonietta Cerniglia, quindi la dottoressa Teresa Romeo per l’Ispra, il presidente dell’Autorità portuale, Antonino De Simone e poi il sindaco di Milazzo e gli amministratori di San Filippo del Mela, Pace del Mela e San Pier Niceto.

Assenti invece gli assessori regionali Luigi Croce e Vania Contraffatto e i vertici dell’Arpa.
Alle audizioni hanno assistito anche i parlamentari della zona Tommaso Currò, Maria Tindara Gullo e Alessio Villarosa. Sia gli amministratori locali, sia soprattutto le associazioni ambientaliste hanno infatti messo in risalto tutta una serie di discrasie che oggi hanno determinato questa stato di “crisi ambientale”, così come riconosciuto anche dal decreto dell’Alto rischio varato dalla Regione nel 2002, ma rimasto sino ad oggi solo un foglio di carta. In particolare sono stati sottolineata l’inadeguatezza del sistema di monitoraggio, la mancanza di un Piano di risanamento e i rischi di nuovi insediamenti (su tutti il termovalorizzatore alla Centrale Edipower).

Il sindaco Giovanni Formica è stato ascoltato questa mattina dai componenti della Commissione Ambiente del Senato presieduta dal senatore Giuseppe Marinello. Nel fare il punto della situazione sullo stato del territorio, il primo cittadino ha rilanciato una proposta “concreta e di immediata attuazione”, richiamando una norma, l’art. 113 della Finanziaria nazionale del 2001 che prevede che il Governo nazionale, d'intesa con la Conferenza Unificata Stato-regioni, definisca le compartecipazioni ai tributi erariali con finalità ambientale per quei Comuni sede di impianti di raffinazione.
“La salvaguardia del territorio e della salute dei cittadini deve essere una priorità della politica. Il costo per la riparazione di tali danni è talmente elevato che nessun Comune è in grado di risolverlo con le proprie forze economiche. Eppure esiste una norma nazionale che dovrebbe aiutare i Comuni in tal senso”. 

“Sono, in pratica – ha detto Formica - soldi recuperati e che, come recita la legge, non hanno carattere di compensazione del rischio ambientale e sanitario ma devono essere finalizzati a programmi di salvaguardia e di sviluppo ecocompatibile del territorio. Rimanendo, comunque, punto fermo per le aziende l'obbligo di protezione della salute e dell'ambiente e di rispetto della sicurezza”.
L’articolo in questione della Finanziaria 2001 diceva però anche che il provvedimento si doveva attuare entro sei mesi dalla sua approvazione. Si sono succeduti due governi e la norma non ha mai trovato attuazione. Tutto ciò a discapito dei Comuni. 
“Ritengo che ci siano le condizioni per riprendere il discorso – ha detto da parte sua il presidente Marinello – anche perché questi impianti – inutile negarlo - negli anni hanno contribuito a un processo di degrado ambientale e creato consequenziali danni alla salute dei residenti. Per ogni miliardo di euro riscosso, lo Stato versa circa il 10% al Fondo per le regioni (tutte le regioni, anche quelle non sede di impianti) mentre nulla è stato riconosciuto ai Municipi interessati”.
http://parcodeinebrodi.blogspot.it/2015/09/milazzo-visita-della-commissione.html

giovedì 10 settembre 2015

DA LUNEDI' SOPRALLUOGHI SENATO IN RAFFINERIE SU SICUREZZA

 'I disastri ambientali e le cosiddette morti bianche che si ripetono continuamente obbligano il Parlamento a una riflessione e a un intervento legislativo. Da lunedi' inizieremo una serie di sopralluoghi per renderci conto di persona del grado di pericolosita' per l'ambiente e per le comunita' che abitano nei territori dove sorgono impianti di raffinazione. Partiremo da Milazzo dove il problema e' particolarmente sentito'. 
Lo ha dichiarato il presidente della commissione Ambiente del Senato Giuseppe Marinello (Ap), dopo aver appreso della morte dei due operai Salvatore Pizzolo e Michele Assente nell'impianto di Priolo. 'Non basta - ha aggiunto in una nota - porgere le condoglianze mie personali e dell'intera commissione Ambiente del Senato, alle famiglie dei due lavoratori: bisogna tutelare l'eco sistema e chi lo vive". Dopo Milazzo, conclude, "sara' la volta di Priolo'.
http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/economia/dettaglio/nRC_09092015_1736_427171349.html
http://www.askanews.it/regioni/sicilia/marinello-raffinerie-spesso-pericolose-per-ambiente-e-lavoratori_711596975.htm

martedì 8 settembre 2015

VALUTEREMO ABBATTIMENTO SELETTIVO DEI CINGHIALI

 "Il fenomeno sta assumendo proporzioni sempre maggiori e nostro dovere intervenire: valuteremo l'abbattimento selettivo dei cinghiali".
Lo annuncia il presidente della Commissione Ambiente del Senato Giuseppe Marinello (Ap) a margine delle audizioni informali dei rappresentanti di Arcicaccia, Enalcaccia e Federcaccia in merito ai problemi connessi all'espansione di specie selvatiche.
 "Un provvedimento di abbattimento giustificato da seri e consistenti danni che i cinghiali in particolare, stanno arrecando all'agricoltura, all'eco sistema di gran parte del Paese e alle persone. I rappresentanti della caccia ascoltati oggi in Commissione - spiega Marinello - hanno anche lamentato l'assenza del Ministero dell'Agricoltura, delle Regioni e gli enti parchi coinvolti".
"Continueremo le audizioni convocando il Ministro dell'Ambiente, Federparchi, i presidenti e i direttori dei parchi, infine l'Ispra e le associazioni ambientaliste. Non nostra intenzione ampliare la caccia - sottolinea il Presidente della Commissione Ambiente - ma tutelare l'ecosistema: ecco perchci avvarremo delle competenze e delle conoscenze di tutti i soggetti coinvolti comprese le associazioni venatorie". "Una cosa certa il problema va risolto" conclude Marinello

lunedì 7 settembre 2015

VENEZIA: PIANI DI GESTIONE DEL RISCHIO ALLUVIONI

Il Distretto idrografico delle Alpi Orientali, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Venezia e la Fondazione Ingegneri Veneziani, organizzano, nell’ambito di Aquae Expo Venice 2015, una conferenza internazionale su “Piani di gestione del rischio di alluvioni: esperienze internazionali a confronto” che si svolgerà il 7 settembre 2015 dalle ore 10.00 alle ore 13.30 presso Aquae EXPO VENICE 2015, Marghera-Venezia.
 La conferenza tratta l'attuazione dei piani di gestione del rischio di alluvioni (Direttiva 2007/60/UE). Lo scopo della conferenza è quello di stimolare la discussione su esperienze di applicazioni pratiche della direttiva. In questo modo, ciascuno può migliorare la propria conoscenza sulle possibili soluzioni e applicazioni.
Alcuni Distretti europei di diversi paesi illustreranno il piano che stanno elaborando e che presenteranno alla Commissione europea.
Dalle ore 12.40 alle ore 13.30 - Tavola rotonda Aspetti particolari e complessità relativi all'attuazione della DIRETTIVA ALLUVIONI 2007/60/EU Moderatore Avv. Maurizio Pernice, Direttore Generale della Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Sono invitati: Dr. Anna Cestari, World Bank Group, dr. Raffaele Rocco, presidente Piattaforma Acqua, Convenzione delle Alpi.
Le conclusioni sono affidate al Sen. Giuseppe Francesco Maria Marinello, Presidente della 13ª Commissione permanente del Senato, Territorio, ambiente, beni ambientali

MEDAGLIA AL MERITO DIPLOMATICO CONFERITAMI DALLA REPUBBLICA DI TAIWAN

Sono fiero e orgoglioso di condividere con voi questa gioia.  Medaglia al merito diplomatico conferitami dal Ministro degli Affari Esteri...